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Visualizzazione dei post da luglio, 2012

Ilva, i numeri della fabbrica più grande d'Italia

I lavoratori diretti sono circa 12mila, praticamente tutti maschi (98%). Come singolo impianto è il più grande del paese per dipendenti diretti. Dopo il ricambio generazionale, l'80% è nella fascia d'età tra i 20 e i 39 anni.  Come singolo impianto , quello balzato al centro delle cronache nazionali è il più grande d'Italia per numero di dipendenti diretti. Al 31 ottobre 2010, nello stabilimento dell'Ilva a Taranto erano in servizio 15 dirigenti, 91 quadri, 1.163 impiegati, 854 equiparati e 9.878 operai, per un totale di 12.001 addetti. Aggiungendo i 226 interinali, il personale in forza nella fabbrica ammontava a 12.227 unità, di cui il 98% costituito da uomini. Negli ultimi due mesi del 2010 hanno raggiunto l'età pensionale 306 persone e l'organico si è attestato a fine dicembre a 11.695 unità, mentre gli interinali sono scesi da 226 a 125. "È da notare - spiega la Regione Puglia citata dall'agenzia Dire - una componente considere

Unioni civili, approvato registro a Milano

Dopo una maratona in Consiglio comunale, segnata da un lungo lavoro di mediazione fra le richieste dell'ala cattolica del Pd e di quella laica del Pdl, e' stata approvata la delibera che istituisce il registro delle unioni civili del Comune di Milano. Al termine di una seduta durata 11 ore e 30 minuti, la terza dedicata al tema, il provvedimento e' passato con 27 voti favorevoli, 7 contrari e 4 astenuti. ''Da oggi a Milano ci sono piu' diritti'', ha commentato dopo l'approvazione il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Si sono astenuti i quattro consiglieri dell'ala cattolica del Pd perplessi sulla creazione del registro, che pero' hanno evitato di provocare una spaccatura nella maggioranza con un voto contrario. Sul fronte dell'opposizione hanno contribuito al via libera al provvedimento i voti favorevoli del grillino Mattia Calise, di Manfredi Palmeri (Fli) e di due consiglieri comunali della compagine 'liberal'

Tensioni in Val Susa per un treno con scorie nucleari

Gli attivisti No Tav si sono mobilitati per cercare di bloccare questa notte il  passaggio di  un treno carico di scorie nucleari in  Val di Susa, diretto in Francia. Solo a Borgone di Susa un drappello di quindici attivisti (tredici italiani, un francese e un greco) è riuscito ad occupare i binari, ma dopo qualche minuto è stato convinto convinto ad allontanarsi. Circa duecento, in tutto, sono i No Tav identificati dalle forze dell'ordine. Per qualcuno scatteranno le denunce. Nel corso della lunga nottata si è anche pensato, ad un certo punto, che la polizia avesse deciso di sgomberare con una prova di forza il campeggio allestito dai No Tav (una tendopoli che la Digos ritiene sia la base delle scorribande dei militanti) nel territorio di Chiomonte, a poche centinaia di metri del cantiere della ferrovia ad alta velocità Torino-Lione: è accaduto quando dalle recinzioni sono spuntati una cinquantina di agenti in tenuta antisommossa accompagnati da una ruspa e

Industria: via 1 su 10, crolla l'occupazione

In 5 anni, da inizio crisi, sono 675 mila i posti di lavoro in meno nell'industria, tra andati in fumo e a rischio. "La perdita secca" è di 473.640 posti, cui si sommano "201.096 lavoratori equivalenti a zero ore", interessati da cig speciale o in deroga. Lo stima la Cisl: "Dal lato del lavoro è stato perso il 10% della base industriale". Alle posizioni già bruciate quindi la Cisl, "per un esercizio di simulazione", aggiunge i lavoratori colpiti dalla cassa, stimati dallo stesso sindacato a zero ore, in situazione "di rischio". Il totale porta a 675 mila posti di "riduzione di lavoro effettiva o potenziale". Una cifra che messa a confronto con i 7.007.176 occupati nell'industria ad aprile 2007, sfiora il 10%. Insomma un posto su dieci è stato colpito dalla crisi, secondo il 'nero' bilancio contenuto nel nono Rapporto Industria della Cisl, dal titolo "Fare sistema per rilanciare l'indu

Fiat fa partire la rivoluzione dei turni in Serbia al lavoro per 10 ore su 4 giorni

Da domani i primi 1.700 dipendenti della Fiat inizieranno a lavorare in turni di 10 ore al giorno (di cui una di pausa) per 4 giorni alla settimana.Il nuovo sistema di turnazione partirà in Serbia. Toccherà ai lavoratori del neonato stabilimento di Kragujevac, inaugurato lo scorso maggio da Sergio Marchionne a pochi chilometri da Belgrado, sperimentare il nuovo orario di lavoro che scatterà assieme alla produzione di serie dell’ultimo modello Fiat, la 500L, una “familiare” molto spaziosa che richiama nel muso il mitico cinquino inventato dall’ingegner Dante Giacosa nel 1957 e che a partire da ottobre sarà venduta in Italia, Europa, Usa e Russia. I turni di 10 ore su quattro giorni non sono una novità assoluta per Fiat. In America sono già in vigore in alcuni stabilimenti della Chrysler a partire da quello di Toledo (Ohio), dove vengono prodotte le Jeep Wrangler, e da quello di Belvidere (Illinois) che sforna da qualche settimana la Dodge Dart, ovvero la prima vettura

Strage di Denver, il tweet agghiacciante della lobby delle armi

"Buongiorno, tiratori. Buon venerdì! Progetti per il fine settimana?": è questo il messaggio pubblicato su Twitter dall'account della rivista American Rifleman , pubblicazione ufficiale della potentissima National Rifle Association, organizzazione che promuove l'uso delle armi da fuoco negli Stati Uniti. Il tweet è comparso qualche ora dopo la strage nel cinema di Aurora , in Colorado, dove il 24enne James Holmes ha sparato sul pubblico che assisteva alla prima del nuovo film di Batman uccidendo 12 persone e ferendone 59. La frase ha fatto subito il giro del social network provocando la reazione indignata degli utenti ed è scomparsa dopo un paio d'ore dalla bacheca della rivista. Secondo i responsabili dell'account, per il momento disattivato, il messaggio sarebbe stato scritto a titolo personale da un singolo amministratore e non avrebbe in realtà alcun legame con quanto accaduto a Denve. Fonte: cadoinpiedi

Polizia violenta in Argentina

Sono stati arrestati e licenziati cinque carabinieri nella provincia a rgentina di Salta dopo la diffusione, di un video su youtube, dove un gruppo di prigioneri vengono orribilmente torturati in Caserma nel municipio di General Güelmes. Le immagini mostrano come un poliziotto afferra i capelli di un prigioniero nudo e ammanettato e inizia a soffocarlo con un sacchetto, mentre altri due ufficiali torturano un’ altro prigioniero versandogli acqua sulla sua faccia con un secchio. L'opinione pubblica è rimasta attonita con la diffusione di queste immagini provocando la veloce azione delle autorità di Salta, che hanno condannato la violenza dei carabinieri. Negli ultimi mesi , attraverso i processi contro la dittatura fascista e militare (1976-1983), sono stati conosciuti i metodi standard di persuasione e di torture. Ma questo video dimostra che la brutalità della polizia non è solo un vecchio ricordo, ama purtroppo un tragico presente. Sarebbe un errore analizzare questo

Giugno 2012, ed è subito vacanza: ecco la lista dei deputati che non si presentano più alla Camera

Fuori il tempo è così bello, in un mese del genere c'è così tanto da fare ... E allora tocca pubblicare l'elenco degli Onorevoli italiani che a giugno 2012 hanno superato il 90% di assenze, quelli che a votare non ci vanno praticamente più. Nell'elenco c'è l'onorevole Niccolò Ghedini, probabilmente intento a difendere gli interessi del solito noto. Ci sono Umberto Bossi, Michela Vittoria Brambilla ed Ignazio La Russa. C'è Silvio Berlusconi, impegnato nella progettazione della sesta " ridiscesa in campo ", alla soglia degli 80. Non poteva mancare Massimo Calearo: ricordate ?, a marzo disse che recarsi alla Camera era " un lavoro usurante ", che tanto lui non ci andava più, e che utilizzava quei 12 mila euro al mese per pagarsi il " mutuo della casa appena acquistata ". Scoppiarono polemiche mica da ridere, lui promise di dimettersi, poi si rimangiò tutto, e dopo 4 mesi eccolo ancora lì a fare record di assenze. Nella lis

Lettera di Manfredi Borsellino al padre Paolo

Il primo pomeriggio di quel 23 maggio studiavo a casa dei miei genitori, preparavo l'esame di diritto commerciale, ero esattamente allo "zenit" del mio percorso universitario. Mio padre era andato, da solo e a piedi, eludendo come solo lui sapeva fare i ragazzi della scorta, dal barbiere Paolo Biondo, nella via Zandonai, dove nel bel mezzo del "taglio" fu raggiunto dalla telefonata di un collega che gli comunicava dell'attentato a Giovanni Falcone lungo l'autostrada Palermo-Punta Raisi. Ricordo bene che mio padre, ancora con tracce di schiuma da barba sul viso, avendo dimenticato le chiavi di casa bussò alla porta mentre io ero già pietrificato innanzi la televisione che in diretta trasmetteva le prime notizie sull'accaduto. Aprii la porta ad un uomo sconvolto, non ebbi il coraggio di chiedergli nulla né lui proferì parola. Si cambiò e raccomandandomi di non allontanarmi da casa si precipitò, non ricordo se accompagnato da qualc

Terremoto in Emilia: “Attenzione, per la mafia può essere una fortuna”

Dopo il terremoto che ha colpito Emilia e Lombardia,l'incubo è che a trarne profitto sarà la mafia già ben presente in questo territorio. «Le mafie si mobilitano e si organizzano rapidamente. Per loro è una fortuna che ci siano i terremoti, in particolare in zone come queste, ad alta capacità produttiva», spiega a Linkiesta Lucia Musti, procuratore aggiunto della procura della Repubblica di Modena. Fra l'altro con le banche che non erogano credito «il rischio che la malavita organizzata faccia, come si suol dire, da banca alternativa, è effettivo». Dopo il terremoto che ha colpito Emilia e Lombardia, si affaccia il pericolo che le mafie possano approfittare della situazione di emergenza per investire i soldi provenienti da traffici illeciti nella ricostruzione delle città colpite dal sisma. «La mafia gli affari li fa solamente con il famoso tavolino a tre gambe», spiega Lucia Musti, procuratore aggiunto della procura della Repubblica di Modena e pubblico mini

L’agenda rossa, e un abito da sposa

E’ inutile che parli della morte di Borsellino. Lo state già ricordando tutti, per fortuna. Il 19 luglio del 1992 io avevo otto anni e della mafia sapevo ben poco. Perché, giuro, si può sapere poco di mafia anche crescendo a Napoli. Diciamo che molto di quel poco l’avevo saputo il 23 maggio di quello stesso anno, quando in tv vidi l’autostrada sventrata dall’attentato a Falcone. Torniamo al punto. Il 19 luglio del 1992 c’era, in auto con Borsellino, una donna. Una donna che faceva da scorta a un giudice. Si chiamava Emanuela Loi, aveva ventiquattro anni e doveva sposarsi pochi giorni dopo. Veniva dalla Sardegna, da Sestu, un paesino dell’entroterra cagliaritano. Amava i bambini e aveva un diploma per insegnare alle elementari. Poi, mentre aspettava la chiamata di una scuola, si fece contagiare dal sogno della sorella Claudia e fece il concorso per entrare in Polizia. Claudia non fu ammessa, Emanuela sì. Dopo due anni fu trasferita a Palermo e decise di entrare nell’u

Ehm, che si diceva di Nicole Minetti?

    Ma come, prima ti ha fatto perdere la testa, poi l'hai piazzata in consiglio regionale - i 10 mila al mese però ce li mettevamo noi - poi l'hai difesa in ogni sede, prima, durante e dopo il processo per favoreggiamento della prostituzione, ed eccola felice nel lettone di Putin, travestita da suora e poliziotta, con il crocifisso tra le poppe. Ricordi?, mandavi lei in questura per far dileguare Ruby, ricordi?, era lei che organizzava, lei che briffava, ricordi?, dicevi che era giustissima e intelligentissima e preparatissima per quell'incarico in Regione. E ora, che vuoi "ritornare in campo" per la sesta volta, alla soglia degli 80 anni, pretendi di rifarti la verginità sbarazzandoti di Nicole Minetti? E per quale motivo? Cosa sarebbe cambiato negli ultimi giorni? Quale il nuovo scandalo di una carriera politica scandalosa? Eh no caro Silvio, non funziona così. Ricordi vero ... 16 gennaio 2011 , messaggio ai Promotori delle Libertà:

Sì, li avete uccisi. E lo state facendo ancora.

All’indomani della morte di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino pronunciò queste parole che hanno fatto la storia: “ Non li avete uccisi, le loro idee camminano sulle nostre gambe. “ La triste verità, al di là della forza evocativa di queste parole, è che però li hanno uccisi (non solo Falcone e Borsellino: ci sono anche i La Torre, i dalla Chiesa, i Chinnici e via per la lunghissima lista di “uomini soli” uccisi dalla mafia). E la verità è che lo stanno facendo per la seconda volta , negando la verità su quelle stragi. Sulle tante stragi. La trattativa ci fu, questo ormai è un dato assodato. Ma esattamente come quando si negava l’esistenza della Mafia e si imputava a Falcone di distruggere l’economia siciliana, anche oggi c’è chi sta letteralmente massacrando la Procura di Palermo (e il suo magistrato simbolo, vale a dire Ingroia) per le sue indagini. I motivi sono molti. Probabilmente, così come Buscetta disse a Falcone che “ il paese non era pronto ” per certe su

Madiba compie 94 anni, e' festa nazionale

Nelson Mandela ha 94 anni. Ha festeggiato il compleanno in famiglia, nella sua casa d'infanzia, nel villaggio di Qunu, ma è come se l'avesse trascorso tra la sua gente, nelle strade, nelle scuole. Tutto il Sudafrica ha celebrato il giorno a lui dedicato, il 'Nelson Mandela International Day', e dagli Stati Uniti sono arrivati gli auguri della coppia presidenziale, Barack e Michelle Obama. Per l'eroe dell'anti-apartheid e Premio Nobel per la Pace questa mattina hanno cantato circa 12 milioni di bambini in tutte le scuole del Paese. Hanno intonato una canzone scritta appositamente per i festeggiamenti ufficiali. E anche quest'anno l'Onu si è unito alla Fondazione Nelson Mandela per chiedere a tutti i cittadini del mondo di dedicare 67 minuti del loro tempo ad aiutare il prossimo: un minuto per ogni anno dedicato da Mandela al servizio dell'umanità. Intanto, nella casa di Qunu, un fragile Mandela, che da qualche tempo soffre di problemi di salute, h

Green Hill: finalmente il sequestro

Finalmente, dopo un lungo tira e molla giudiziario, oggi vengono posti i sigilli a Green Hill. La struttura ospitava un allevamento di beagle destinati agli esperimenti dei laboratori di ricerca tra cui anche la vivisezione ma la recente legge europea (Direttiva Europea 2010/63), che è stat recepita anche in Italia, ne aveva in parte già ridotto l’attività, sebbene non avesse fatto chiudere l’allevamento di Montichiari (BS). Tra i motivi della chiusura forzata anche il maltrattamento degli animali, per cui sono state iscritte tre persone al registro degli indagati. E sono stati i documenti di denuncia presentati da Lega Antivivisezione e Legambiente a portare a questo passo risolutivo. Finalmente una buona notizia sul fronte dei maltrattamenti animali e un passo avanti verso l’applicazione di noprme più ‘umane’ per i nostri amici a quattro e due zampe, che non meritano tutto questo! Tuttavia restano forti dubbi sull’emendamento dell’ex-ministro Brambilla e sulla stessa direttiva UE

Minetti: Un milione di euro e un posto a Mediaset per il silenzio e le dimissioni

Una "buonuscita" da quasi un milione. Nei corridoi del Pirellone si parla di questo tipo di richiesta, avanzata dalla consigliera Nicole Minetti per dare le (probabili, ma non scontate) dimissioni dal consiglio regionale della Lombardia, durante la cena ieri sera ad Arcore. Ovvero: il mancato vitalizio (che scatta a partire dai 60 anni ma che viene accumulato nel tempo) e il mancato emolumento per altri due anni e mezzo, composto dalla parte fissa e dai rimborsi, più l'indennità di fine rapporto. Si tratterebbe quindi di almeno di 3-400mila euro più altri 400mila. Insomma, le richieste partirebbero da circa 800mila euro, poi chissà. Il valore della cifra potrebbe trovare un aggiustamento anche con una ipotizzata collaborazione a Mediaset. Nel caso invece in cui le dimissioni arrivassero dopo ottobre, la Minetti avrebbe maturato automaticamente il diritto al vitalizio, quindi la buonauscita potrebbe dimezzarsi. A sborsare la cifra (o ad offrire un posto a Mediaset) dovr

Fuga dei capitali esteri dall'Italia: le banche sempre più all'asciutto di denaro

    Italia addio. Gli stranieri non si fidano più del Belpaese. E da luglio 2011 a marzo 2012 hanno venduto Bot e Btp al ritmo indiavolato di 600 milioni al giorno. Nemmeno i tassi dei decennali sopra il 6% bastano più a convincerli a puntare su di noi. Un anno fa avevano in portafoglio 829 miliardi di titoli di stato. A marzo 2012 sono scesi a 684 miliardi, 145 in meno. La quota del nostro debito pubblico in mano agli investitori esteri è crollata così dal 44% al 35%. E a dar retta a Fitch, l’emorragia è continuata nei mesi successivi visto che a maggio nei portafogli oltreconfine erano parcheggiati solo 510 miliardi di bond tricolori,  il 32% dei nostri 1.966 miliardi di debito pubblico. L’allarme rosso sulla grande fuga è stato rilanciato ieri dal Fondo monetario internazionale: «Il flusso in uscita di capitali  continua a erodere la base degli stranieri presenti su strumenti finanziari in Italia e Spagna ». Nella prima metà del 2012 a tappare il buco hanno p

Per non dimenticare i poliziotti assassini

Cari amici,  I poliziotti che hanno massacrato di botte e ucciso mio figlio 18enne Federico Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio. Vi prego di unirvi a me per chiedere una legge forte contro la tortura che faccia pagare le forze dell'ordine per i reati commessi e prevenga omicidi come questo. Firma la petizione - la consegnerò direttamente nelle mani del Ministro degli Interni non appena raggiungeremo le 100.000 firme: Firma la petizione I poliziotti condannati per aver picchiato e ucciso mio figlio 18enne Federico Aldrovandi non andranno in carcere e sono ancora in servizio. C'è un solo modo per evitare ad altre madri quello che ho dovuto soffrire io: adottare in Italia una legge contro la tortura. La morte di mio figlio non è un'eccezione: diversi abusi e omicidi commessi dalle forze dell'ordine rimangono impuniti. Ma finalmente possiamo fare qualcosa: alcuni parlamentari si sono uniti al mio appello disperato e hanno chiesto di adottare s

Lo staff alloggiato in prigione 10 in una stanza, tutti stranieri

La denuncia è del Daily Mail . Secondo il giornale londinese gli addetti alle pulizie sono stipati in piccoli ambienti con una doccia ogni 75 persone. Hanno firmato un accordo che vieta di comunicare all'esterno. Gli addetti alle pulizie del Parco Olimpico di Londra sono stati alloggiati in 10 in una stanza e con una doccia ogni 75 persone in un'enorme struttura allestita nei pressi dell'Olympic Stadium. E' quanto denuncia oggi il Daily Mail, sottolineando come siano centinaia gli stranieri arrivati nella capitale britannica per trovare un impiego alle Olimpiadi, "nonostante le promesse che sarebbero stati i londinesi a lavorare". "Quando ho visto i cancelli di metallo e l'alta torre nel mezzo mi è venuto in mente un campo di prigionia. Era orribile", ha raccontato Andrea Murnoz, studente spagnolo di 21 anni giunto a Londra in cerca di lavoro. "Pensavo di fare domanda, ma ho cambiato idea. Due miei amici hanno firma

In Spagna si uniscono alla protesta anche le forze di poliza

In Spagna e’ quasi rivoluzione, le misure si austerity imposte dal governo spagnolo non sono andate proprio giu’ al popolo.Abolizione della tredicesima, riduzione delle ferie, ad altri durissimi provvedimenti ai danni dei dipendenti pubblici stanno facendo mobilitare migliaia di persone che stanno manifestando nella capitale Madrid,ma la cosa piu’ sorprendente e che le Forze armate spagnole si associano alla protesta contro “lo smantellamento dei diritti che non avremmo mai dovuto perdere”. E’ quanto si legge in una nota dell’Associazione di categoria I militari, in quanto statali, sono colpiti dalla manovra del governo Rajoy che prevede l’eliminazione della tredicesima e la riduzione delle ferie. Il comunicato critica il governo, “a corto di idee” e sottolinea: “la nostra capacità di sopportazione ha un limite”.

Afghanistan, l'assordante silenzio delle bombe italiane

La guerra, forse, è anche un fatto di abitudine. Ci si abitua ai morti, dunque anche alle bombe. La notizia che gli Amx italiani hanno bombardato, probabilmente molte volte, la provincia di Farah, riportata una settimana fa dal Sole24Ore, non ha suscitato grandi polemiche. Anzi, nessuna. Un silenzio assordante assai simile a quello che seguì le dichiarazione di Giampaolo Di Paola nel gennaio scorso, quando al ministro ammiraglio in abiti civili riuscì quello che al ministro civile in divisa Ignazio La Russa non era riuscito: nel novembre del 2010 aveva incautamente proposto di armare i nostri aerei in Afghanistan. Allora ci fu una levata di scudi. Adesso nulla. Abbiamo appreso che non si tratta di giocattolini ma di bombe da 250 chili (500 libbre), ma la vera notizia è il silenzio che ha circondato la vicenda. Scritta da Gianandrea Gaiani (direttore di Analisi Difesa) per il giornale di Confindustria, la notizia gli viene riferita da fonti anonime

Riforma del lavoro: cosa ne pensano laureati e grandi imprese?

Ricevo da Bachelor – azienda specializzata in ricerca e selezione di laureati per il mercato del lavoro – i risultati di un’indagine sulla percezione della riforma del lavoro messa a punto dal governo Monti. La ricerca è stata condotta su un campione di 200 laureati (vecchio ordinamento e magistrale) e di 150 grandi aziende italiane (puoi scaricare la sintesi da QUI ). I risultati meritano, secondo me, un ragionamento collettivo. Dei laureati, solo il 22,7% dichiara di aver letto e compreso la riforma , mentre il restante 77,3% dice o di averla letta «ma non è del tutto chiara», o di non essere interessata/o a leggerla, o di non averla letta, pur volendo farlo (chissà mai) «appena possibile».  Andando poi ad approfondire il tema con quel 22,7% che l’ha letta comprendendola, del tutto (pochi) o in parte (la maggioranza), si vede che solo un misero 28% pensa che la riforma favorirà l’occupazione stabile dei laureati , almeno «moderatamente», mentre il restante 72% cr

Ecco lo strepitoso curriculum di Enrico Letta: non ha mai fatto nulla in vita sua

Non ha mai fatto un’ora di lavoro in vita sua. Campa sulle nostre spalle da sempre: prima ministro, poi deputato, poi ancora deputato, poi responsabile economico della Margherita. Sì, quella stessa Margherita da cui sono spariti milioni di euro di rimborsi elettorali. Enrico Letta, vicesegretario del Pd, quello che ieri ha dicghiarato “meglio votare Pdl che Grillo” è il classico nullafacente baciato dalla fortuna, catapultato direttamente ai vertici delle istituzioni anche grazie ai suoi rapporti con i poteri forti e le lobby finanziarie e alla parentela con il più noto Gianni Letta di cui è nipote. Ecco il suo curriculum redatto direttamente da lui. Fatevi un’idea. Sono nato a Pisa, ho 45 anni. Sono stato uno dei più giovani ministri della Repubblica italiana: nel 1998 alle Politiche Comunitarie e poi all’Industria e al Commercio Estero con i governi D’Alema e Amato. Nel 2001, deputato, sono diventato responsabile economico della Margherita. Dal 2006 al 2008 sono so

Borsellino: 57 giorni di angoscia e l'attesa della fine

Tra la strage di Capaci (23 maggio 1992) e quella di via D'Amelio (19 luglio) passarono solo 57 giorni. Paolo Borsellino li trascorse, nell'attesa cupa di un nuovo segnale di morte, mettendo insieme tracce, ricordi, nuove tessere, spunti investigativi per arrivare alla verita' sull'assassinio del suo amico Giovanni Falcone. Era animato dalla consapevolezza che non gli restasse molto tempo. Da un incontro casuale all'aeroporto con il ministro Salvo Ando' aveva appreso che un pentito aveva annunciato: ''L'esplosivo per Borsellino e' gia' arrivato''. I familiari conservano il ricordo di un uomo sfiancato dal dolore. Il figlio Manfredi dice che in quei giorni era ridotto alla controfigura di ''quell'uomo dissacrante e sempre pronto a non prendersi sul serio che tutti conoscevamo''. Il sorriso era spento, l'ironia scomparsa. Borsellino era ormai consapevole di essere esposto a gravissimi pericol