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Riforma del lavoro: cosa ne pensano laureati e grandi imprese?



Ricevo da Bachelorazienda specializzata in ricerca e selezione di laureati per il mercato del lavoro – i risultati di un’indagine sulla percezione della riforma del lavoro messa a punto dal governo Monti. La ricerca è stata condotta su un campione di 200 laureati (vecchio ordinamento e magistrale) e di 150 grandi aziende italiane (puoi scaricare la sintesi da QUI). I risultati meritano, secondo me, un ragionamento collettivo.
Dei laureati, solo il 22,7% dichiara di aver letto e compreso la riforma, mentre il restante 77,3% dice o di averla letta «ma non è del tutto chiara», o di non essere interessata/o a leggerla, o di non averla letta, pur volendo farlo (chissà mai) «appena possibile».
 Andando poi ad approfondire il tema con quel 22,7% che l’ha letta comprendendola, del tutto (pochi) o in parte (la maggioranza), si vede che solo un misero 28% pensa che la riforma favorirà l’occupazione stabile dei laureati, almeno «moderatamente», mentre il restante 72% crede che non la favorirà «per nulla» o «non molto».
 Inoltre, sempre pescando in quel 22,7%, una maggioranza del 58,1% pensa che la riforma renderà «probabilmente» o «sicuramente» il mercato del lavoro più rigido per i neolaureati.
 E le grandi imprese? Per la stragrande maggioranza delle 150 aziende intervistate, la riforma non favorirà affatto l’ingresso in azienda di giovani neolaureati: per il 76,3% non porterà «né maggiori né minori inserimenti» e per il 20,1% porterà addirittura «minori inserimenti». Questa è la domanda: A prescindere dall’attuale momento economico, simulando un andamento almeno non recessivo della sua azienda, crede che la riforma del mercato del lavoro nella parte relativa all’occupazione giovanile – applicabile all’inserimento, in qualsiasi forma, di neolaureati – per voi produrrà.

Infine, per il 76,1% delle imprese intervistate la riforma non favorirà l’occupazione stabile di neolaureati «per nulla» o «non molto», e per il 71% renderà in generale il mercato del lavoro più rigido («sicuramente» o «probabilmente»).
In sintesi sia per i laureati sia per le grandi imprese interrogate da Bachelor, il ministro Fornero non ha fatto un granché per aiutare i neolaureati a lavorare o addirittura li ha danneggiati. Per non parlare di quel 77,3% di laureati che la riforma non l’ha letta o non l’ha capita. Fra l’altro, Bachelor non sembra aver chiesto agli imprenditori se la conoscono, e mi piacerebbe capire se davvero il 100% di loro sanno ciò su cui rispondono.
Insomma, posti i limiti di un’indagine del genere (QUI la sintesi) – su cui molte domande potremmo fare a Bachelor e magari facciamogliele – mi e ti chiedo: questi risultati indicano un problema di sostanza, nella riforma Fornero, o di sua comunicazione?.

Fonte: giovannacosenza

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