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Polizia violenta in Argentina




Sono stati arrestati e licenziati cinque carabinieri nella provincia argentina di Salta dopo la diffusione, di un video su youtube, dove un gruppo di prigioneri vengono orribilmente torturati in Caserma nel municipio di General Güelmes. Le immagini mostrano come un poliziotto afferra i capelli di un prigioniero nudo e ammanettato e inizia a soffocarlo con un sacchetto, mentre altri due ufficiali torturano un’ altro prigioniero versandogli acqua sulla sua faccia con un secchio.
L'opinione pubblica è rimasta attonita con la diffusione di queste immagini provocando la veloce azione delle autorità di Salta, che hanno condannato la violenza dei carabinieri. Negli ultimi mesi , attraverso i processi contro la dittatura fascista e militare (1976-1983), sono stati conosciuti i metodi standard di persuasione e di torture. Ma questo video dimostra che la brutalità della polizia non è solo un vecchio ricordo, ama purtroppo un tragico presente.
Sarebbe un errore analizzare questo caso come un evento isolato, in quanto non solo in Argentina ci sono delle denuncie di aggressioni eccessive della polizia. Purtroppo è troppo difficile dimostrare questi attacchi in tribunale se non si ha la fortuna da possedere le immagini come nel caso di Salta.
Queste pratiche violente non sono nuove, ma le nuove tecnologie sono utili per far luce su queste azioni segrete. Ora è più facile accedere a una piccola videocamera con cui registrare l’abuso di potere, che prima senza la tecnologia era molto difficile da dimostrare.
Il dibattito sulla questione se Internet ci rende più democratici oppure se ci espone più facilmente ad essere controllati è ancora aperto. Ma una immagine è sempre più potente di qualsiasi dichiarazione e senza dubbio la rete è l'arma più veloce ed efficace per diffondere questo tipo di notizie. Speriamo che non si dimentichi questo caso con la stessa velocità con cui è stata resa pubblica e i poliziotti siano condannati, sarebbe un buon esempio per altri casi simili che rimangono irrisolti.

Juan Canadas 





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