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I black block simpatici sono quelli degli altri…




Cronaca di un abbaglio rivelatore. Come cambiano le prospettive quando chi protesta non è tra noi. Un caso-studio.
 Stamattina, sfogliando La Stampa, non credevo ai miei occhi ancora senza occhiali: furibondi scontri per il taglio degli alberi. La grande fotografia mostrava alcuni dimostranti definiti con evidente simpatia “i giovani”, con tanto di maschere antigas, caschi, pietre. Un reportage sorprendente, tutto dalla parte dei “giovani” e delle centinaia di castani ultracentenari tagliati per fare posto a un cantiere che sempre meno gente, anche tra gli alti papaveri (v. Visco), vede con simpatia. Fantastico! – mi sono detto tra un boccone e l’altro dei miei uova e bacon – Cosa è successo? Leggo  una cronaca di fatti di cui non ero stato messo al corrente; devo aver spento il telefono troppo presto ieri sera: “Con gli alberi rischia di venire abbattuta anche una parte della nazione. La giornata di guerriglia è iniziata all’alba: i reparti antisommossa hanno preso d’assalto con manganelli, cannoni ad acqua, spray urticanti i giovani che dalla sera prima presidiavano. Il bilancio degli scontri è salito rapidamente nel corso della giornata, si parla di mille feriti, di cinque persone che hanno perso la vista a causa dei fumogeni e di 100 arresti…Per disperdere la folla sono stati impiegati elicotteri che hanno sparato fumogeni dall’alto“. Beh, come al solito – ho pensato: niente di nuovo; è due anni che vanno avanti cosi. “Hanno iniziato venerdi’ notte sbattendo pentole contro i muri – già, la solita battitura  - Il tam tam è proseguito su Facebook e Twitter…Tutti in piazza come una grande famiglia nella quale convivono anime diverse (l’abbiamo sempre detto…)…Siamo qui, siamo tanti, siamo diversi…siamo in tanti a essere stanchi, questo governo se ne deve andare, siamo all’autoritarismo“.  C’è anche un veloce ritratto di un dimostrante chiaramente venuto da fuori, un certo Nirgul; deve essere un anarco-insurrezionalista di quelli che girano il mondo a far casino. Eppure…”ha le lacrime agli occhi, la polizia ha lanciato l’ennesima carica, lacrimogeni e manganelli. E’ appena scappato e prende fiato”. C’è comprensione in chi scrive l’articolo. E non si citano nè Esposito nè qualcuno di quei simpaticoni di sindacalisti-poliziotti che non perdono mai occasione di chiedere un aggiornamento delle regole di ingaggio. Clamoroso! Mai letta una cronaca cosi simpatetica con i valsusini. Come è possibile? Hanno fatto un golpe a La Stampa? Ha preso il potere Gramellini e hanno mandato Calabresi a dirigere Il Giornale? Numa è stato cacciato e ha raggiunto i vecchi camerati a Torino Cronaca? La proprietà è passata a Don Ciotti? Faccio notare il tutto a mia moglie che, dopo un rapido sguardo, mi dice “I giornali leggili quando ti sei svegliato!” O perbacco, era un servizio dalla Turchia! (F.S. 2.6.2013)

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