Scioperi dei lavoratori migranti all’Ikea di Piacenza. Secondo Sagnet “la lotta all’Ikea riguarda tutti i lavoratori, italiani e stranieri”.
Il magazzino Ikea del polo logistico di Piacenza –
tra i più grandi d’Europa e che serve Italia, Svizzera e Mediterraneo
Orientale -, è attualmente travolto da scioperi, blocchi e proteste da
parte dei lavoratori migranti. Le rivendicazioni riguardano condizioni
di lavoro dignitose, in particolare fine di straordinari e riposi
forzati punitivi. Il problema principale che i lavoratori segnalano,
tuttavia, è che il polo Ikea di Piacenza non assume i lavoratori migranti direttamente,
tramite regolare contratto, ma affidando la gestione delle risorse
umane ad aziende in subappalto. In tal modo, la catena dell’accountability
si allunga, rendendo più complicata l’attribuzione delle
responsabilità. Discriminazione e razzismo, in quest’ambito, passano in
secondo piano. Eritrei, sudamericani, albanesi e altri operai
provenienti da tutto il mondo sanno di lottare anche per i colleghi
italiani: si chiedono diritti e dignità per tutti. “Noi stranieri siamo di passaggio”, dicono infatti i lavoratori “Ma lottiamo anche per gli italiani”
La denuncia viene da Terrelibere.org,
sito web nato nel 1999, impegnato a produrre inchieste e ricerche su
mafia, migrazioni, disuguaglianza e rapporti tra Nord e Sud del mondo.
Terrelibere.org ha lanciato, il 21 aprile 2012, l’appello @Ikea, assumi direttamente i lavoratori-migranti di Piacenza – “una campagna di pressione per l`internalizzazione nella logistica”. La webzine precisa da subito che non si tratta di boicottaggio nei
confronti di uno dei colosso del settore immobiliare: “Questa non è una
campagna di boicottaggio, ma di pressione. Dobbiamo raccogliere
migliaia di adesioni e portarle a Ikea Italia. Per spiegare che una
multinazionale da 27 miliardi di fatturato non può ricorrere al lavoro a
giornata. Operai egiziani, pakistani, albanesi hanno già vinto alla TNT
recuperando alla collettività milioni di euro di contributi. Non
possono essere lasciati soli. Perché la loro lotta è anche la nostra.”
Per avvalorare le sue tesi, la webzine punta al faccia a faccia con la
realtà dei fatti, intervistando gli operai dell’immenso magazzino Ikea
di Piacenza – qui il video, pubblicato su youtube.
Gli scioperi dei lavoratori migranti di Piacenza non
sono un caso isolato, ma si legano alle proteste verificatesi nel
settore agricolo italiano. Le violazioni dei diritti fondamentali dei
braccianti stranieri in Italia, vittime di un sistema normativo
inefficiente, sono state ampiamente documentate in un rapporto di Amnesty International, con particolare riferimento all’agricoltura nelle zone di Caserta e Latina. Tra le varie battaglie, i lavoratori stranieri ne hanno anche vinta qualcuna: gli operai migranti del corriere TNT
hanno ottenuto condizioni di lavoro migliori e contributi per le casse
pubbliche di milioni di euro, come conferma Mohamed Arafat, che ha
guidato le proteste alla TNT di tre anni fa, alle telecamere di
Terrelibere.org.
Oggi, 2 maggio, Terrelibere.org rende nota anche la voce di Yvan Sagnet, il leader del primo sciopero per i diritti dei lavoratori nelle campagne del sud a Nardò, attraverso una video-intervista, a proposito della vicenda. Secondo Sagnet “La lotta dell`Ikea riguarda tutti i lavoratori, italiani e stranieri.
Le condizioni di lavoro si degradano ogni giorno. Dobbiamo puntare a un
lavoro sano, altrimenti questo Paese non avrà futuro”. Nel video,
Sagnet ricorda in particolare l’importanza di tenere separati lotta al
razzismo e la rivendicazione dei diritti dei lavoratori. “Qui il
razzismo non c’entra niente” continua Sagnet, per il quale il lavoro è “un linguaggio comune”, che va ben oltre le differenze legate alle diverse nazionalità.
Fonte: frontierenews.it
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