È la conclusione di un percorso di democrazia
dal basso, lungo tre anni, che ha visto la partecipazione di centinaia
di persone. La delibera municipale ha inoltre creato uno strumento
amministrativo che interesserà le realtà culturali, politiche e di
movimento che in Italia sono interessate all'esperimento di questa lista
civica. Medici ha legittimato il ricorso all'assegnazione per
«affidamento provvisorio in custodia e guardiania a titolo volontario e
gratuito» dei locali di un enorme caseggiato costruito dalle imprese
Caltagirone a metà degli anni Ottanta e poi acquisito dal Comune di
Roma. L'affidamento temporaneo è stato concesso al «Comitato di sviluppo
locale» che riunisce i piccoli commercianti, gli operatori di quartiere
(tra cui la Protezione Civile e gli scout), gli artigiani e le
associazioni che gestiranno il complesso che si affaccia su un mercato
rionale, punto di riferimento dei produttori agricoli dei Castelli
romani.
Piscine di Torre Spaccata è uno spicchio urbano cresciuto tra gli stabilimenti cinematografici di Cinecittà e l'agro romano aggredito dalla speculazione dei piani regolatori approvati da Rutelli e Veltroni. Nell'immenso deserto delle periferie romane oggi può diventare l'occasione di un esperimento di auto-governo da parte di una comunità di quartiere. Si finanzierà versando un «affitto solidale» che confluirà in un «fondo di solidarietà» gestito dal municipio il quale, a sua volta, lo userà per attivare la manutenzione di una zona abbandonata al suo destino anche da Alemanno. «Abbiamo sanato uno scandalo di decenni - ha detto Medici - Lo stato e il comune hanno abbandonato queste persone. L'unica soluzione per loro è l'auto-governo. Potranno insieme creare posti di lavoro e rivitalizzare i quartieri. Agli amministratori in tempi di austerità come i nostri tocca ascoltare questa richiesta e adottare strumenti che la valorizzino».
Piscine di Torre Spaccata è uno spicchio urbano cresciuto tra gli stabilimenti cinematografici di Cinecittà e l'agro romano aggredito dalla speculazione dei piani regolatori approvati da Rutelli e Veltroni. Nell'immenso deserto delle periferie romane oggi può diventare l'occasione di un esperimento di auto-governo da parte di una comunità di quartiere. Si finanzierà versando un «affitto solidale» che confluirà in un «fondo di solidarietà» gestito dal municipio il quale, a sua volta, lo userà per attivare la manutenzione di una zona abbandonata al suo destino anche da Alemanno. «Abbiamo sanato uno scandalo di decenni - ha detto Medici - Lo stato e il comune hanno abbandonato queste persone. L'unica soluzione per loro è l'auto-governo. Potranno insieme creare posti di lavoro e rivitalizzare i quartieri. Agli amministratori in tempi di austerità come i nostri tocca ascoltare questa richiesta e adottare strumenti che la valorizzino».
Fonte: il manifesto
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