Passa ai contenuti principali

Esclusiva, parla il sindaco de L’Aquila: “La città continua a morire ma Napolitano non risponde

 

 

La lettera indirizzata al Quirinale è di 48 ore fa. Il primo cittadino dell’Aquila ha consegnato la fascia tricolore, le bandiere italiane non sventolano più da due giorni sugli edifici pubblici ma il Capo dello Stato non ha ancora risposto all’appello del sindaco. Che è chiaro: o arriva la prima tranche di 250milioni di euro della delibera Cipe da 985 milioni di euro entro il 21 del mese o si dimette. L’Aquila intanto continua a morire. Il centro storico è ancora vuoto, 35mila cittadini sono ancora sfollati. E quando incontrano il sindaco esprimono tutta la loro giusta rabbia. Il primo cittadino però non riesce ad esprimere rabbia verso gli emiliani che hanno ottenuto 6 miliardi di euro per ricostruire. “Buon per loro” ci dice candidamente, “non sono io il sindaco di serie B è l’Aquila una città di serie B”.

 

985 milioni di euro destinati alla ricostruzione dell’Aquila da una delibera Cipe totalmente bloccati. E un sindaco, Massimo Cialente, che non ce la fa più a sopportare l’ingiustizia di una città abbandonata a se stessa, di un centro storico che non riprende a vivere. Dopo quattro anni e un mese nemmeno la ricostruzione pesante è terminata. Il Tribunale, ad esempio, ha ripreso a funzionare ma soltanto in parte. Davanti a un quadro del genere il primo cittadino ha gettato la spugna, riconsegnando la sua fascia tricolore e togliendo il simbolo della bandiera italiana da tutti gli uffici pubblici. Da due giorni lo Stato non ha più i suoi simboli nella città martoriata dal sisma delle 3.32 del 6 aprile 2009. Ma forse chi lo rappresenta ha abbandonato i suoi cittadini già da tempo. Noi a distanza di quasi 48 ore dal fatto abbiamo deciso di chiedere direttamente al primo cittadino il perché di un gesto così eclatante. Era appena uscito da una riunione in Tribunale ma la sua voglia di denunciare tutto era forte.

Fonte: linfiltrato

Commenti

Post popolari in questo blog

[VIDEO] Dedicato all'isterico e bisbetico vicequestore Emanuele Ricifari: Chi è costui?

Ecco chi è il vicequestore di Brescia Emanuele Ricifari, colui che sabato ha guidato le cariche contro il corteo di migranti e antirazzisti a Brescia. Il responsabile di piazza che fin dal concentramento in Piazza Rovetta ha ripetutamentee provocato i manifestanti con minacce, anche personali, di arresto e con beceri insulti. Per capire qual'è la sua posizione politica e la sua concezione reazionaria e fascista della polizia, forniamo una documentazione tratta dal sito laboratoriopoliziademocratica.it che descrive quanto accadde nel 2003 quando l'attuale vicequestore era di stanza a Piacenza presso la locale scuola di polizia. Ricifari allora era anche delegato del Siulp, sindacato di polizia, e fu unodei due membri della commissione che ritennero di sanziona un allievo con la "deplorazione" (per poi espellerlo), invece che con una snazione pecuniaria, perchè aveva sostenuto semplicemente di essere "di sinistra" e a Genova 2001 "non tutti i manifestanti

"La polizia ha coperto il raid fascista del figlio di Alemanno"

Due agenti della questura di Roma sotto accusa per una vicenda che - lo racconta Il Fatto Quotidiano - ha coinvolto Manfredi Alemanno, il figlio del sindaco di Roma Gianni. I due poliziotti sono Roberto Macellaro, autista personale nel tempo libero del sindaco e della moglie, e Pietro Ronca, ispettore capo prima del commissariato Flaminio, poi trasferito a Primavalle. Sono indagati per falso in atto pubblico, favoreggiamento e omessa denuncia e l'inchiesta che li riguarda risale al 2 giugno 2009. In quella data l'allora quattordicenne Manfredi Alemanno partecipò insieme ad altri coetanei a una festa nella piscina di un condominio della Camilluccia, quartiere della Roma bene. In quell'occasione vennero fuori cori fascisti e saluti romani. Delle esternazioni di estrema destra non gradite però a tutti coloro che partecipavano alla festa tanto che chi aveva organizzato la giornata decise di invitare il gruppetto di amici a lasciare la piscina. Ed è a quel

Attrice porno a capo dell'ufficio stampa dell'INGV: "sono stata raccomandata da un politico"

Dopo la nomina di un professore di ginnastica a direttore generale , ora si scopre che il capo ufficio stampa dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Sonia Topazio, è un ex attrice erotica 'raccomandata' da un politico, come ha raccontato lei stessa ad alcuni giornali , diventata famosa per il cortometraggio "Benedetta Trasgressione", all'interno film erotico Corti circuiti erotici Vol. 2 di Tinto Brass (la foto è tratta dal film). Alla faccia dei 400 precari dell' INGV che attendono da anni un contratto, lei ammette candidamente di essere raccomandata, tanto in Italia nessuno si scandalizza più e tutti rispondono che "è normale" e "così fan tutti" (ma silenzio o rassegnazione è sinonimo di complicità) a differenza della Germania dove una tale dichiarazione rappresenterebbe un'autodenuncia da galera. Pretende di sapere chi ha divulgato la notizia: “ Vi dico il nome del politico che mi ha raccomandata