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Onore e disonore nel Bel Paese




 Pietro Mennea raccontato da Piergiorgio Odifreddi


Nel giorno d’inizio della primavera, Pietro Mennea se n’è andato a 61 anni. Era un esempio di serietà e d’onore, un uomo che aveva lavorato assiduamente per conseguire i suoi risultati: un record mondiale che resistette per 17 anni, da una parte, e quattro lauree (in scienze politiche, giurisprudenza, scienze motorie e lettere), dall’altra.
In una recente intervista, alla domanda sul perché oggi l’Italia non eccella più nell’atletica leggera, come ai suoi tempi, rispose “pacatamente e serenamente”. Ricordando che lui, per dieci anni, non aveva mai perso un allenamento, nemmeno nel giorno di Capodanno. E notando che oggi, invece, i giovani sono dei “bamboccioni” che non hanno voglia di sudare né fisicamente, né intellettualmente.
Lo confermano, se ce ne fosse bisogno, le interviste delle Iene ai giovani neoparlamentari del Pdl, Pd e M5S, ignoranti come asini. Una volta, sarebbero stati mandati dietro la lavagna con disonore, con il berretto a cono e le orecchie lunghe. Oggi vengono mandati in Parlamento dai partiti che li candidano, e dagli elettori che li votano: tutti fingono, come disse quella bambocciona della Marianna Madia (eletta nel Pd nel 2008, e rieletta nel 2013), che possano portare in dote la loro inesperienza.
E lo confermano, se ce ne fosse bisogno, anche le vicende dei marò in India. Altri due bamboccioni, che hanno ammazzato un paio di pescatori come nei film western: probabilmente, l’unico addestramento che gli è stato dato, e che hanno ricevuto. E due bamboccioni che hanno dato la loro “parola d’onore” ai tribunali indiani, insieme all’ambasciatore italiano, e con disonore non l’hanno mantenuta, insieme a lui.
Una volta, si sarebbero tagliati un dito come Fosco Maraini, piuttosto che mostrarsi codardi. Oggi, senza nemmeno aspettare che fossero processati qui o altrove, sono stati ricevuti come eroi dal presidente della Repubblica in persona. E in questi giorni vengono interrogati dalla procura militare per “dispersione di oggetti di armamento militare”: i loro simili, cioè, si preoccupano non delle persone sicuramente uccise, ma dei proiettili eventualmente sprecati!
In questi tempi di bamboccioni disonorevoli e disonorati, un atleta onorevole e onorato come Pietro Mennea ci fa riflettere su un fatto spesso dimenticato: che nell’attività fisica, così come in quella intellettuale, l’eccellenza si raggiunge al 10 per 100 con l’ispirazione, ma al 90 per 100 con la sudorazione. Non esistono i campioni e i geni “naturali”: esistono gli individui dotati, che si fanno “artificialmente” un mazzo tanto per mettere a frutto le loro doti.
Se lo ricordino, i nostri “onorevoli” e i nostri militari, se vogliono ritrovare un po’ dell’onore perduto. E ricordiamocelo anche noi, naturalmente: chi è senza disonore, in Italia, scagli il primo anatema.

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