Il rapporto Confcommercio traccia un quadro allarmante per Pil (-1,7% per il 2013) e consumi (-2,4%). Raddoppia il disagio sociale, ogni giorno 615 nuovi poveri.
I dai sono a dir poco deprimenti: 615 nuovi poveri in più ogni giorno, taglio brusco delle stime sulla crescita dell'economia e dei consumi per il 2103. Disagio sociale raddoppiato. Altissimo numero di ore sul posto di lavoro, ma una produttività che non tiene il passo di quella francese o tedesca. I numeri presentati da Confcommercio dipingono un Paese che fatica ad uscire dalla morsa della crisi e la cui popolazione è sempre più colpita dalla ristrettezza economica.
L'allarme maggiore e più urgente riguarda la situazione economica delle famiglie. Secondo Confcommercio il numero di persone "assolutamente povere" quest'anno in Italia salirà oltre quota 4 milioni. Alla fine del 2013 verrà ampiamente superata la soglia di 3,5 milioni certificata ufficialmente dall'Istat per il 2011, pari a oltre il 6% della popolazione. Nel 2006 l'incidenza era ferma al 3,9%. Il dato, con una previsione massima di 4,2 milioni di poveri totali, è contenuto nel Misery index Confcommercio (MiC), il nuovo indicatore macroeconomico mensile di disagio sociale. A corollario dei dati presentati a Cernobbio, sul lago di Como, Confcommercio sottolinea che «l'Italia in cinque anni ha prodotto circa 615 nuovi poveri al giorno, con quest'area di disagio grave che è destinata a crescere ancora, e di molto».
Sul fronte macroeconomico, l'Associazione dei commercianti stima che la flessione dei consumi privati sarà del 2,4% nel 2013, mentre il prossimo anno le spese dovrebbero aumentare dello 0,3%. La stima precedente dell'associazione era di una contrazione dei consumi dello 0,9% per l'anno in corso. Alla fine del 2014, rispetto al 2007, la perdita dei consumi reali avrà raggiunto 1.700 euro a testa. Mariano Bella, direttore dell'ufficio studi, ha ricordato che "abbiamo alle spalle il peggiore anno dell'Italia repubblicana in termini di caduta dei consumi", con il -4,3% del 2012. Quanto all'andamento dell'economia, per il 2013 si prevede un calo del Pil dell'1,7% contro un ribasso dello 0,8% indicato cinque mesi fa. Timide speranze per il 2014, anno per il quale la previsione è di un rialzo dell'1%. Ieri il ministro Vittorio Grilli aveva parlato di un calo del Pil dell'1,3% per il 2013.
Eppure gli italiani lavorano parecchio. Sia nel caso dei lavoratori dipendenti sia in quello di professionisti e autonomi, nel 2011 hanno lavorato in media 1.774 ore ciascuno. Vale a dire il 20% in più dei francesi e il 26% in più dei tedeschi. I lavoratori indipendenti, autonomi o professionisti, in Italia lavorano quasi il 50% in più del lavoratore dipendente: in cifre, 2.338 ore contro 1.604. Ma il nostro problema è quello della produttività. In media, ogni lavoratore italiano produce una ricchezza mediamente pari a 36 euro per ogni ora lavorata. Rispetto a noi, i tedeschi producono il 25% in più e i francesi quasi il 40% in più. E mentre negli altri Paesi la produttività oraria è cresciuta nel tempo (tra il 2007 e il 2011, del 20% in Germania, in Francia anche di più, in Spagna dell'11% circa) in Italia questo fenomeno si pè verificato in modo molto marginale (solo il 4% rispetto al 2007).
Fonte: confcommercio
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