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Appaltopoli, evasione record da 116 milioni. Ecco i furbetti cui chiedere il conto del disastro italiano



La cricca degli appalti pubblici ha portato alla società di costruzione Anemone S.r.l. un guadagno di 422 milioni di euro tra il 1999 e il 2008. Indaga la Procura di Roma sull’operazione “Grandi Eventi” che vede l’impresa edile coinvolta in tutti i lavori pubblici – G8, carceri, ricostruzione post sisma all’Aquila – grazie alla lobby triangolare tra : Diego Anemone, costruttore, Angelo Balducci, ex presidente del provveditorato di lavori pubblici e Guido Bertolaso, ex capo della Protezione Civile. A questa indagine arriva un altro scandalo che pesa sulle spalle dei cittadini: Anemone ha evaso il fisco per 116 milioni di euro, ai quali si aggiungono altri 38 milioni di euro per fatture false oltre ai conti e codici criptati. Guadagni facili e lavori raccomandati che sembrano legare un ‘Grandi Eventi’ allo Stato del Vaticano: Balducci – gentiluomo del Papa – potrebbe aver trasferito buona parte dei suoi guadagni nella cassaforte dello Ior. Ipotesi dei pm non improbabile visto che buona parte dei lavori eseguiti per ‘Grandi Eventi’ sono stati per gli immobili per Vaticano.


Appaltopoli è l’intricato sistema lobbistico su cui continua ad indagare la Procura – di Perugia, prima – di Roma, ora.

L’operazione ‘Grandi Eventi’ ha fatto emergere una triade di compiacenza che ha portato non pochi guadagni alla società di costruzione Anemone S.r.l. di proprietà di Diego Anemone, insieme ad Angelo Balducci, ex presidente del provveditorato di lavori pubblici e l’appoggio trasversale di Guido Bertolaso, allora capo della Protezione Civile.

A questa casta di appalti si aggiunge un nuovo scandalo per Anemone S.r.l.: un’evasione non da poco.

116 MILIONI DI EURO CHE ANEMONE HA INTASCATO EVADENDO IL FISCO – Una frode davvero intricata quella che è stata scoperta dalla Guardia di Finanza attraverso controlli incrociati e revisione dei conti: Anemone s.r.l. ha evaso il fisco per ben 116 milioni di euro, soldi ai quali si aggiungono altri 38 milioni di euro per fatture false.




Il gioco era semplice attraverso conti e codici criptati e così la famosa impresa edile ‘arraffa lavori pubblici’ ha tentato di guadagnare anche in questo modo. La società di costruzioni ha coinvolto anche la Maddalena S.c.a.r.l. - di cui è azionista del 93,5%: per i lavori del G8 Anemone aveva affidato il sub appalto alla Maddalena facendo figurare delle fatture pari a 21 milioni di euro, ovviamente tutto un falso.



Inoltre per evitare la tassazione sui guadagni acquisiti dagli appalti del G8, l’Anemone ha fatturato finte ricevute di 17 milioni di euro.



LA CASTA DEGLI APPALTI: ANEMONE – BALDUCCI – BERTOLASO – Secondo gli investigatori il ‘rapporto di privilegio’ tra Balducci e Anemone avrebbe aiutato la ditta a lauti guadagni al punto che tra il 1999 e il 2008 il guadagno sarebbe stato di 422 milioni di euro.



Nel 1999 Angelo Balducci offrì il primo lavoro alla Anemone per conto del Ministro dei Lavori Pubblici per un totale di 846 milioni di euro (rapportando il valore in euro); nel 2001 il fatturato della società arriva a 12,6 milioni di euro grazie a due lavori, uno per conto del Ministro dei Lavori Pubblici e l’altro per il Ministro dei Trasporti e Infrastrutture; nel 2004 il bilancio arriva a 24 milioni di euro per quattro lavori presi; nel 2006 le entrare sono di 44 milioni di euro e nel 2008 con il boom per l’emergenza – tra G8, nato e carcere S. Sebastiano a Sassari – l’Anemone arriva a guadagnare 30 milioni di euro con 10 appalti.



Una lobby appaltistica tra il procacciatore Angelo Balducci che avrebbe favorito nei lavori pubblici il costruttore Diego Anemone e – durante il periodo grandi rischi con il G8 e il post sisma aquilano – ci sarebbe stato il beneplacido anche di Bertolaso, ex capo della Protezione Civile.



Sempre secondo l’inchiesta ‘Grandi Eventi’ è emerso anche un conflitto di interessi interno perché l’architetto Mauro Della Giovampaola – responsabile dei lavori per la struttura pubblica di Bertolaso – è stato illo tempore socio della Anemone s.r.l. In più dalle intercettazioni è emerso che un certo Roberto De Sanctis – successore di Balducci – nei sub appalti con l’Anemone avrebbe raccomandato il fratello Marco.



FORSE NEI CONTI DELLO IOR CI SONO NASCOSTI I FACILI GUADAGNI DEI GRANDI EVENTI – E’ un sospetto su cui indagano i due pm Sergio Sottani e Alessia Talernesi i quali ipotizzano che Balducci – definito anche ‘gentiluomo del Papa’ – avrebbe potuto nascondere nei conti della banca vaticana, lo Ior, buona parte dei guadagni che ricavava dal sistema appalti stico

A fomentare l’ipotesi la sua stessa ammissione di avere un conto aperto presso lo Ior. La connessione ‘Grandi Eventi’ – Vaticano non è poi così assurda visto che la maggior parte di questi lavori è stata eseguita anche per immobili e beni di proprietà dello Stato del Vaticano.


A quanto pare, quindi, c’è denaro pubblico speculato e nascosto – con molta probabilità anche nella cassaforte della banca del Papa. Intanto il nuovo scandalo Anemone fa emergere le grasse tasche di una società lobbistica ed ammanicata con i poteri forti

Fonte: l'infiltrato

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