Passa ai contenuti principali

Aldrovandi, tre poliziotti in carcere



Carcere per Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri, tre dei quattro poliziotti condannati in via definitiva a tre anni e sei mesi per l'uccisione di Federico Aldrovandi, il 18enne morto nel 2005 a Ferrara in un controllo di polizia. Lo ha deciso il Tribunale di sorveglianza di Bologna. Il pg Miranda Bambace aveva chiesto il carcere. I difensori avevano chiesto l'affidamento in prova ai servizi sociali, per il periodo di sei mesi, e in subordine i domiciliari. Sei mesi sono il residuo della condanna a tre anni e sei mesi per eccesso colposo nell'omicidio colposo, visto che tre anni sono coperti dall'indulto. Il 26 febbraio si discuterà del quarto poliziotto condannato, Enzo Pontani, rinviato per vizio di notifica.
TRIBUNALE, DA AGENTI MAI SEGNI RAVVEDIMENTO - Da parte dei tre agenti condannati per il caso Aldrovandi "non si è dato registrare un atto concreto" che indichi "effettiva comprensione della vicenda delittuosa" e "presa di distanza dalla stessa". Poi, "nessuna manifestazione esplicita e concreta di resipiscenza; non un gesto anche solo simbolico nei confronti della vittima o dei suoi familiari, cui peraltro, il risarcimento è stato pagato solo dallo Stato; non un gesto di riparazione sociale, e tanto meno di ricordo manifesto e di monito rispetto al ripetersi di simili comportamenti da parte di altri". Lo scrive il Tribunale di Sorveglianza di Bologna in un passaggio che ritorna nelle tre ordinanze che respingono le istanze dei difensori di Monica Segatto, Luca Pollastri e Paolo Forlani: "Non riesce il tribunale ad individuare qualsivoglia elemento di meritevolezza atto a sostenere la concessione e poi la corretta fruizione, ai fini rieducativi dei benefici penitenziari, atteso che nessun percorso di rieducazione e recupero può in concreto ipotizzarsi". Rigettate le ipotesi: dall'affidamento, alla detenzione domiciliare fino anche a quella della semilibertà, regime incompatibile con l'attività di poliziotti. Segatto è ora addetta alla squadra di controllo e passaporti e vigilanza portuale alla Polizia di frontiera di Venezia; Pollastri è alla vigilanza alla questura di Vicenza; mentre Forlani, in servizio alla polizia di frontiera di Tarvisio-Udine, è in aspettativa per malattia dal giorno dopo la condanna in Cassazione.
MADRE FEDERICO, DECISIONE E' SEGNALE DI CIVILTA' La decisione del tribunale di Sorveglianza di Bologna è "un segnale di civilta". E' la prima commossa reazione di Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi. "Ora spero che li licenzino dalla polizia. Questo paese non li merita", ha detto all'ANSA.
PADRE FEDERICO, ERA QUELLO CHE MI ASPETTAVO - "Era quello che mi aspettavo, non posso dire di essere felice perché la felicità mi è stata tolta da questi quattro individui il 25 settembre 2005". E' il commento del papà di Federico Aldrovandi, Lino, che fa l' ispettore di polizia municipale nel Ferrarese. "Penso che i giudici abbiano valutato attentamente tutta la vicenda e che abbiamo letto tutte le parole utilizzate da loro colleghi nei vari processi in questi sette anni - aggiunge Lino Aldrovandi -: sul mancato pentimento sono assolutamente d'accordo perché nessuno ha mai rivolto parole di vicinanza a noi come famiglia o per Federico. I giudici hanno adottato una decisione estrema, bocciando i servizi socialmente utili: posso dire che avevo fiducia nei giudici, nelle istituzioni, non avevo personalmente dei dubbi. Credo che sopra a tutto abbiano valutato le grida di aiuto, inascoltate, di Federico di quella lontana mattina di sette anni fa. Dopo questa decisione ora non resta cha attendere e sperare nell'ultima che dovrà venire dalle commissioni disciplinari delle varie questure: mi aspetto il licenziamento, come del resto è stato chiesto da uno dei sindacato di polizia, il Silp-Cgil che ci è sempre stato vicino".
- "E' l'atto finale di un lungo percorso che non poteva avere, secondo giustizia, meta diversa". Così Fabio Anselmo, avvocato della famiglia di Federico Aldrovandi, ha commentato l'ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Bologna che ha disposto il carcere per tre dei quattro agenti condannati in via definitiva per l'uccisione del 18enne.
- Dopo il deposito della decisione del Tribunale di Sorveglianza sul caso della morte di Federico Aldrovandi, gli atti verranno inviati ora alla procura di Ferrara che dovrà emettere l'ordine di esecuzione pena, i sei mesi da scontare in carcere per i tre agenti. La procura aveva infatti sospeso all'indomani della sentenza di Cassazione, l'ordine di esecuzione in quanto la pena residua (i sei mesi, rispetto i 3,6, di cui 3 anni indultati) era inferiore ai tre anni e dunque per legge i termini erano sospesi per dare la possibilità, entro i 30 giorni, di presentare richiesta di affidamento ai servizi sociali, come poi è avvenuto. Quindi, dopo le richieste, erano stati raccolti gli atti, fissate le udienze davanti al tribunale di sorveglianza e poi la decisione dei giudici bolognesi. Prendiamo atto del provvedimento adottato - spiegano dalla procura di Ferrara - ora ci attiveremo di conseguenza.
- "Alla famiglia di Aldrovandi un grande abbraccio: da loro in questi anni gesti e parole di grande dignità. Ora il nuovo Parlamento che verrà faccia diventare reato la tortura anche in Italia". Così Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Libertà, su twitter commenta la decisione del tribunale di sorveglianza di Bologna del carcere per tre dei quattro poliziotti condannati per la morte del giovane di Ferrara.

Fonte: ansa

Commenti

Post popolari in questo blog

[VIDEO] Dedicato all'isterico e bisbetico vicequestore Emanuele Ricifari: Chi è costui?

Ecco chi è il vicequestore di Brescia Emanuele Ricifari, colui che sabato ha guidato le cariche contro il corteo di migranti e antirazzisti a Brescia. Il responsabile di piazza che fin dal concentramento in Piazza Rovetta ha ripetutamentee provocato i manifestanti con minacce, anche personali, di arresto e con beceri insulti. Per capire qual'è la sua posizione politica e la sua concezione reazionaria e fascista della polizia, forniamo una documentazione tratta dal sito laboratoriopoliziademocratica.it che descrive quanto accadde nel 2003 quando l'attuale vicequestore era di stanza a Piacenza presso la locale scuola di polizia. Ricifari allora era anche delegato del Siulp, sindacato di polizia, e fu unodei due membri della commissione che ritennero di sanziona un allievo con la "deplorazione" (per poi espellerlo), invece che con una snazione pecuniaria, perchè aveva sostenuto semplicemente di essere "di sinistra" e a Genova 2001 "non tutti i manifestanti

"La polizia ha coperto il raid fascista del figlio di Alemanno"

Due agenti della questura di Roma sotto accusa per una vicenda che - lo racconta Il Fatto Quotidiano - ha coinvolto Manfredi Alemanno, il figlio del sindaco di Roma Gianni. I due poliziotti sono Roberto Macellaro, autista personale nel tempo libero del sindaco e della moglie, e Pietro Ronca, ispettore capo prima del commissariato Flaminio, poi trasferito a Primavalle. Sono indagati per falso in atto pubblico, favoreggiamento e omessa denuncia e l'inchiesta che li riguarda risale al 2 giugno 2009. In quella data l'allora quattordicenne Manfredi Alemanno partecipò insieme ad altri coetanei a una festa nella piscina di un condominio della Camilluccia, quartiere della Roma bene. In quell'occasione vennero fuori cori fascisti e saluti romani. Delle esternazioni di estrema destra non gradite però a tutti coloro che partecipavano alla festa tanto che chi aveva organizzato la giornata decise di invitare il gruppetto di amici a lasciare la piscina. Ed è a quel

Attrice porno a capo dell'ufficio stampa dell'INGV: "sono stata raccomandata da un politico"

Dopo la nomina di un professore di ginnastica a direttore generale , ora si scopre che il capo ufficio stampa dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Sonia Topazio, è un ex attrice erotica 'raccomandata' da un politico, come ha raccontato lei stessa ad alcuni giornali , diventata famosa per il cortometraggio "Benedetta Trasgressione", all'interno film erotico Corti circuiti erotici Vol. 2 di Tinto Brass (la foto è tratta dal film). Alla faccia dei 400 precari dell' INGV che attendono da anni un contratto, lei ammette candidamente di essere raccomandata, tanto in Italia nessuno si scandalizza più e tutti rispondono che "è normale" e "così fan tutti" (ma silenzio o rassegnazione è sinonimo di complicità) a differenza della Germania dove una tale dichiarazione rappresenterebbe un'autodenuncia da galera. Pretende di sapere chi ha divulgato la notizia: “ Vi dico il nome del politico che mi ha raccomandata