Passa ai contenuti principali

Cile, furti e minacce a tre giornalisti che indagano sull’era Pinochet





Mauricio Weibel, Javier Reboledo e Carlos Dorat hanno trovato le loro abitazioni rovistate da cima a fondo e i loro archivi digitali saccheggiati. Chi ha compiuto gli attacchi aveva informazioni precise. A uno dei tre cronisti è stata assegnata una scorta.

Brutte coincidenze evocano orribili fantasmi a Santiago del Cile. Negli ultimi quattro giorni le case di tre giornalisti che stanno lavorando, ciascuno per suo conto, a differenti inchieste sugli anni della dittatura di Augusto Pinochet (1973-1990) hanno trovato le loro abitazioni rovistate da cima a fondo e i loro archivi digitali saccheggiati. E’ stata una serie serrata di assalti, uno dietro l’altro, due avvenuti in contemporanea. Chi li ha compiuti aveva informazioni precise, spalle coperte e notevole disponibilità di mezzi.
Venerdì scorso è scomparsa l’automobile di Mauricio Weibel, corrispondente a Santiago dell’agenzia tedesca Dpa e autore del libro “Associazione illecita, gli archivi segreti della dittatura“. In quello stesso pomeriggio persone travestite da “carabineros” (polizia militare) si sono presentate nella casa dove fino a poco tempo fa abitava il giornalista chiedendo informazioni sulla sua famiglia. Nel frattempo qualcun altro scassinava la serratura e rovistava la casa di Javier Reboledo, giornalista investigativo, autore de “La danza dei corvi”. Il libro, pubblicato quest’anno, descrive casi di tortura e omicidi attraverso testimonianze di persone legate al regime. Tra qualche mese dovrebbe uscire un suo nuovo lavoro, in cui descrive le complicità tra civili e militari durante la dittatura e il sistema di falsificazione del voto con cui i servizi si preoccuparono di assicurare l’approvazione della costituzione voluta da Pinochet nel 1980 (e tuttora in vigore). I ladri hanno messo a soqquadro la casa, ma l’unico oggetto rubato risulta essere una memoria usb con alcune pagine del libro. Il giorno dopo, sabato 15 dicembre, Weibel s’è trovato la casa scassinata. In questo caso gli unici oggetti rubati sono i due computer del giornalista.
Il giorno dopo, domenica 16 dicembre, Carlos Dorat, amico di Weibel e coautore dell’inchiesta che indaga i legami tra i servizi segreti di Pinochet e altri centri di potere civile in Cile, ha ricevuto una serie di telefonate da sconosciuti che chiedevano di lui e poi rimanevano in silenzio per qualche minuto senza chiudere la telefonata. Il giorno dopo, lunedì 17 dicembre, il giornalista Juan Cristóbal Peña ha denunciato di aver trovato la sua casa scassinata e rovistata da cima a fondo. Nessun furto. Peña è l’autore del libro “I fucilatori” che racconta la storia di alcuni membri del fronte patriottico Manuel Rodriguez, coinvolti nell’attentato contro Augusto Pinochet del 7 settembre del 1986. Nel novembre scorso strani ladri sono entrati nella casa di Pascale Bonnefoy, corrispondente del “New York Times” in Cile. Anche in questo caso è stato rubato solo il suo computer. Pascale è testimone in alcuni processi in casi di violazione dei diritti umani compiuti durante il regime. Per ora l’unica conseguenza alla denuncia della strana ondata di assalti è stata l’assegnazione di una scorta al corrispondente della Dpa e alla sua famiglia.
Fonte: ilfattoquotidiano.it

Commenti

Post popolari in questo blog

Dieci volte peggio dei nazisti di Piergiorgio Oddifreddi

(Quest'articolo e' apparso per poco tempo sul blog autori di Repubblica online). Uno dei crimini più efferati dell’occupazione nazista in Italia fu la strage delle Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi “giustiziarono”, secondo il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per l’attentato di via Rasell a compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio, nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A istituire la versione moderna della “legge del taglione”, che sostituiva la proporzione uno a uno del motto “occhio per occhio, dente per dente” con una proporzione di dieci a uno, fu Hitler in persona. Il feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l’ordine a Herbert Kappler, l’ufficiale delle SS che si era già messo in luce l’anno prima, nell’ottobre del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest’ultimo lo eseguì con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero d...

Il PD al capolinea secondo Grillo

Buongiorno, siamo su tutti i giornali con delle facce terribili! Poi la gente che mi incontra per la strada mi dice “ma allora sei normale!” Dunque il Partito Democratico è completamente alla frutta. Non si sa più cosa sia. Fassino dice che il Partito Democratico non è un taxi. Bersani dice che il Partito Democratico non è un autobus e la Melandri dice che il Partito Democratico non è un tram. L’unica cosa certa che sappiamo del Partito Democratico è che non è un veicolo a motore. Sono veramente alla frutta. Sono andato per iscrivermi ad Arzachena. Sono andato con due garanti - perché ci vogliono due garanti che testimonino che tu sei tu – è venuto “Dughedaivezizzegazu” e il macellaio “Guzuguzu Paracheguzu”. Mi hanno detto che potevo fare la domanda, “ma la tessera non te la possiamo dare”. Ci siamo seduti in un bar. Ho compilato la mia domanda e ho pagato 16 euro. Ne bastavano 15, ma uno gliel’ho dato di stecca. Adesso sono riuniti in un consiglio provinciale e dicono che la mia...

Attrice porno a capo dell'ufficio stampa dell'INGV: "sono stata raccomandata da un politico"

Dopo la nomina di un professore di ginnastica a direttore generale , ora si scopre che il capo ufficio stampa dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Sonia Topazio, è un ex attrice erotica 'raccomandata' da un politico, come ha raccontato lei stessa ad alcuni giornali , diventata famosa per il cortometraggio "Benedetta Trasgressione", all'interno film erotico Corti circuiti erotici Vol. 2 di Tinto Brass (la foto è tratta dal film). Alla faccia dei 400 precari dell' INGV che attendono da anni un contratto, lei ammette candidamente di essere raccomandata, tanto in Italia nessuno si scandalizza più e tutti rispondono che "è normale" e "così fan tutti" (ma silenzio o rassegnazione è sinonimo di complicità) a differenza della Germania dove una tale dichiarazione rappresenterebbe un'autodenuncia da galera. Pretende di sapere chi ha divulgato la notizia: “ Vi dico il nome del politico che mi ha raccomandata...