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Gaza, le donne pagano il prezzo più alto

Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Vittime delle violazioni israeliane nella Striscia: a preoccupare di più le ripercussioni psicologiche. Si è celebrata, domenica 25 novembre, la giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza che cade a meno di una settimana dalla fine dell'offensiva israeliana su Gaza, un'aggressione militare che ha provocato la morte di 166 palestinesi, tra cui 13 donne, e il ferimento di oltre mille palestinesi, tra cui 162 donne. Secondo il Centro Palestinese per i Diritti Umani (PCHR) di Gaza, le forze israeliane di occupazione hanno violato due principi fondamentali del diritto internazionale volti a proteggere i civili dalle offensive militari: il principio di proporzionalità e quello di distinzione. Sono stati deliberatamente colpiti edifici e popolazione civile, come è stato denunciato anche da molti organizzazioni non governative che lavorano a Gaza. La maggior parte delle donne colpite sono state ferite o uccise da attacchi aerei mentre si trovavano nelle proprie case. Il massacro più atroce dell'operazione israeliana contro la Striscia è stato il bombardamento dell'edificio a tre piani della famiglia Ad-Dalu: dieci membri della famiglia, tra cui sei donne, hanno perso la vita. L'operazione israeliana Colonna di Difesa ha lasciato delle cicatrici indelebili tra la popolazione di Gaza: molte donne sono rimaste vedove o si sono viste portare via i propri figli; molte altre si sono ritrovate senza un tetto sopra la testa, dopo aver lasciato la propria casa per paura dei bombardamenti. Ma le ferite che rimarranno aperte più a lungo sono quelle psicologiche: "Non vorrei mai che arrivasse la sera - ha raccontato Ghada, di Gaza City - Continuo a fare incubi, a sognare bombardamenti, attacchi aerei, spari". "Le violazioni dei diritti umani compiute delle forze israeliane di occupazione durante quest'offensiva sono molto simili a quelle compiute durante Piombo Fuso, quattro anni fa", ha denunciato il PCHR in un appello alla comunità internazionale pubblicato ieri. Ed è proprio l'impunità riconosciuta ai soldati israeliani per i crimini commessi contro uomini, donne e bambini, ad averli spinti a ripetere violazioni ed abusi contro la popolazione civile. "Fino a quando continuerà questa impunità? Fino a quando la comunità internazionale chiuderà gli occhi sui massacri commessi da Israele? E a pagare le conseguenze più care sono sempre le donne e i bambini", ha concluso Ghada. Fonte: Nena News

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