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Medici in piazza a Roma: basta tagli



Il 27 ottobre manifestazione nella capitale. Nei prossimi cinque anni anni, dal 2012 al 2015, la sanità pubblica è stata privata di 30 miliardi, 20 ad opera del governo Berlusconi, 10 del governo Monti. L'allarme dei lavoratori: "Di tagli si può morire".
Partirà domani (sabato 27 ottobre) alle 11 da piazza della Repubblica a Roma il corteo di migliaia di medici in camice bianco "Diritto alla cura, diritto a curare”, che si concluderà al Colosseo, dove un medico e un cittadino prenderanno la parola. Alla manifestazione “per un servizio sanitario pubblico e nazionale, per dare valore al nostro lavoro, contro tagli e ticket” hanno aderito tra gli altri: Federconsumatori, Cittadinanzattiva-Tdm, Pierluigi Bersani Pd, Riccardo Nencini Psi, Paolo Ferrero Rc, il Forum Salute di Sel, Ignazio Marino Pd, Antonio Tommassini Pdl, gli ex ministri alla Salute Girolamo Sirchia e Livia Turco.

I numeri, elaborati dalla Cgil sui dati della Conferenza delle Regioni, sono chiari: in 5 anni, dal 2012 al 2015, la sanità pubblica è stata privata di 30 miliardi, 20 ad opera del governo Berlusconi, 10 del governo Monti, di cui 2,6 con l'ultima legge di stabilità. La stessa Corte dei Conti nell'audizione al Parlamento del 23 ottobre sul ddl di Stabilità ha stimato tagli per oltre 31 miliardi nel periodo 2010-2014.

Tagli che si sommano ai 18mila posti letto in meno negli ospedali entro il 2012 e ai ticket, che aumenteranno di 2 miliardi nel solo 2014, rischiando di causare la tassazione dei ricoveri, come previsto dalla manovra del governo Berlusconi del luglio 2011. “Quella dei ticket è una bomba a orologeria da disinnescare, spinge sull'acceleratore della privatizzazione della sanità e colpisce pesantemente i cittadini nel loro diritto alla cura”, afferma a tal riguardo Massimo Cozza, segretario nazionale Fp Cgil medici.

“Da una parte i pronto soccorso sono più affollati, con meno medici sempre più precari e con minori possibilità di ricovero per mancanza di posti letto. Dall’altra i servizi territoriali si stanno desertificando, al di là della propaganda sui medici di famiglia 7 giorni su 7, e i ticket sono sempre più alti. Chi può pagare va nel privato, ma chi non può si cura sempre di meno. Di tagli – conclude Cozza – si può morire".

Fonte: Rassegna.it

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