Dopo tanti rinvii e tentennamenti la corte militare di Gaza ha deciso. L'omicidio di Vittorio è finalmente arrivato a sentenza.
Mahmoud Salfiti e Tamer Hasasnah, accusati di rapimento e omicidio - uno, Salfiti, venne preso nel corso del blitz in cui furono uccisi i «capi» della cellula salafita Abdel Rahman Breizat e Bilal al Omari - sono stati condannati all'ergastolo (che per la legge di Gaza equivale a 25 anni di prigione) più 10 anni e lavori forzati a vita. Khader Jram, colui che ha suggerito con insistenza ai compagni di sequestrare Vittorio, è stato accusato di rapimento e condannato a 10 anni di prigione . Amer Abu-Ghoula, colui che aveva affittato la casa dove Vittorio è stato ucciso e sul cui ruolo sembrano esserci ancora molte ombre, è stato condannato in contumacia ad un anno di prigione.
I quattro sono i superstiti della (presunta) cellula salafita (altri due membri, tra cui il giordano Abdel Rahman Breizat, sono morti in uno scontro a fuoco con le forze speciali di Hamas) che credeva, prendendo in ostaggio l'attivista italiano, di poter liberare lo sceicco jihadista al Maqdisi, arrestato dalla polizia di Gaza a inizio anno.
Intanto si respira tensione all'esterno del tribunale. I parenti degli assassini di Vik non sembrano accettare la sentenza e iniziano ad insultare e minacciare gli italiani e gli amici di Vik presenti, accusandoli di essere delle spie. É intervenuta la polizia che ha cercato di calmare gli animi ed ha allontanato i presenti, ma la paura è che adesso ci possano essere ritorsioni contro chi ha sempre chiesto a gran voce giustizia per Vik.
Anche se c'è soddisfazione per la sentenza, nulla potrà mai colmare il vuoto immenso lasciato da Vik.
Restiamo Umani,
Stay Human.
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