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Mediaset prova a mettere le mani su La7 ma l'antitrust dovrebbe impedirlo



Gad Lerner: "Dubito assai che possa avere un seguito la manifestazione d'interesse per l'acquisto. Sarebbe una lesione clamorosa del già scarso pluralismo dell'offerta televisiva". Discovery è pronta all'affare Mediaset spariglia le carte presentando una manifestazione di interesse per l'acquisto di Ti Media, ma Discovery, il gruppo internazionale che controlla Discovery Channel, canale presente in 155 paesi sarebbe il più deciso ad aggiudicarsi la società che controlla La7 e Mtv. Lo apprende l'Adnkronos da fonti vicine al dossier. Per presentare delle offerte non vincolanti c'è tempo fino al 24 settembre, ma gli uomini della multinazionale starebbero lavorando alacremente per assicurasi il buon esito dell'operazione. Oltre a loro, tra i diversi gruppi che avrebbero presentato delle manifestazioni di interesse, quelli maggiormente intenzionati a partecipare alla gara sarebbero Sky, Liberty Media del gruppo di John Malone, il fondo Clessidra di Claudio Sposito e Al Jazeera che però, secondo alcune voci, avrebbe in realtà allentato la presa su Telecom Italia Media. Quanto alla partecipazione di Mediaset, che oltre all'interesse per La 7 punterebbe con EiTowers all'infrastruttura delle frequenze, alcuni ritengono che dopo il passaggio al digitale terrestre, per il gruppo del Biscione non vi sarebbero più problemi con le regole antitrust, mentre altri ritengono invalicabili quei paletti.

Gad Lerner: “Dubito assai che possa avere un seguito la manifestazione d'interesse di Mediaset per l'acquisto di La7. Sarebbe una lesione clamorosa del gia' scarso pluralismo dell'offerta televisiva generalista in Italia; ma, prima ancora, per quel che ne capisco, costituirebbe un'infrazione evidente alla normativa antitrust vigente''. A sottolinearlo è Gad Lerner, che però dal suo blog invita ad evitare gli psicodrammi. ''Insomma, tenderei ad escludere che Berlusconi venga ad accomodarsi nel nostro 'postribolo televisivo'. Evitiamo psicodrammi: 'Le mani di Berlusconi su La7, ovvero il titolone odierno de 'L'Unita'', è davvero eccessivo - aggiunge Lerner -, nella sua premura. Piuttosto non facciamo di ogni erba un fascio: fra gli altri investitori e manager che manifestano interesse per La7 vi sono ottimi professionisti come Urbano Cairo, Claudio Sposito, Marco Bassetti, che in passato hanno lavorato nell'orbita Mediaset, ma non per questo vanno etichettati come prestanome berlusconiani. Altrimenti dovremmo liquidare come tali anche Mentana e Santoro solo perché hanno lavorato su quelle reti''.

Fonte: il manifesto

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