Passa ai contenuti principali

Fumo: Australia, si' a pacchetti anonimi



Via libera dall'Alta corte australiana alla legge che stabilisce che dal primo dicembre i pacchetti di sigarette e sigari siano venduti in Australia in confezioni anonime di colore olivastro. Il supremo tribunale, presso il quale avevano presentato ricorso British American Tobacco, Philip Morris, Imperial Tobacco e Japan Tobacco, ha infatti sentenziato a maggioranza - come si legge in un breve comunicato - che la legge non è contraria alla Costituzione. La sentenza nella sua interezza verrà pubblicata in seguito. Non solo i pacchetti saranno tutti uguali, ma dovranno recare anche avvertenze sui danni del fumo. La pronuncia dell'Alta corte era attesa anche in altri paesi come Gran Bretagna, Norvegia, Nuova Zelanda, Canada e India che stanno pensando a legiferare in quel senso per scoraggiare il vizio del fumo. "Il messaggio al resto del mondo - è il commento della ministra della giustizia australiana Nicola Roxon, il cui padre, fumatore, morì di cancro quando lei aveva dieci anni - è che l'industria del tabacco può essere sfidata e battuta". "Resta una cattiva legge che andrà a beneficio solo del crimine organizzato che vende tabacco illegale per le strade", é stata invece la reazione di un portavoce della British American Tobacco.
"Siamo sorpresi negativamente dalla decisione dell'Alta Corte australiana e restiamo convinti che la legge sul pacchetto generico non solo non sia una buona legge, ma determinerà nei prossimi anni, numerose ed imprevedibili conseguenze". E' quanto si legge in un comunicato della British American Tobacco Italia (BAT Italia) in merito alla sentenza di oggi dell'Alta Corte Australiana sul "pacchetto di sigarette generico". In base alla decisione, a partire dal 1mo dicembre i pacchetti di sigarette e sigari potrannno venduti in Australia in confezioni anonime di colore olivastro. "Ad oggi permangono significativi ostacoli legali ad un'eventuale introduzione del pacchetto generico all'interno della Ue nonostante l'odierna sentenza. Un'eventuale introduzione del pacchetto generico nell'Unione Europea e negli Stati membri avrebbe presupposti legali completamente diversi", si legge nel comunicato. "Siamo assolutamente favorevoli a quelle normative supportate da chiare evidenze scientifiche, ma attualmente non ci sono prove che dimostrino l'efficacia del pacchetto generico nello scoraggiare il fumo minorile o aiutare le persone a smettere di fumare. Inoltre - prosegue ancora il comunicato - l'introduzione del pacchetto generico non farebbe altro che stimolare ulteriormente il già rilevante fenomeno del contrabbando oltre che determinare significativi effetti collaterali, come l'abbassamento dei prezzi con conseguente aumento del numero dei fumatori e una riduzione delle entrate erariali". "Aspettiamo di poter leggere il contenuto della sentenza prima di poter commentare in dettaglio la decisione. In ogni caso, la legalità del pacchetto generico rimane una questione aperta, ancora da decidersi anche in altre sedi ove vi sono contenziosi aperti, come quello del pagamento di un risarcimento a Philip Morris Asia", ha detto da parte sua Chris Argent, il portavoce della Philip Morris Limited. Tre Paesi hanno già posto in discussione il pacchetto generico australiano in seno all'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) sostenendo che l'Australia non rispetta i propri obblighi in quanto membro dell'organizzazione, si legge nel comunicato della Philip Morris.
L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha definito "storica" la decisione della giustizia australiana che impone di vendere i pacchetti di sigarette senza logo e ha lanciato un appello al resto del mondo a seguire la politica dell'Australia sul marketing del tabacco. "Con la vittoria australiana, la salute pubblica entra in un nuovo mondo coraggioso per il controllo del tabagismo", ha commentato la direttrice dell'Oms, Margaret Chan, in un comunicato, ricordando che la norma australiana è in accordo con la convenzione per il controllo del tabacco dell'Oms entrata in vigore nel 2005, di cui fanno parte 170 Paesi. Secondo l'Oms, il fumo uccide sei milioni di persone all'anno e se non si interviene la cifra salirà a otto milioni entro il 2030.

Fonte: Ansa

Commenti

Post popolari in questo blog

Un serpente nel bunker di Rebibbia

Il 12 febbraio è iniziato presso l’aula bunker del carcere di Rebibbia il processo contro alcuni militari latinoamericani che durante gli anni ‘70 hanno partecipato all’ Operazione Condor . La maggior parte degli imputati sono già stati processati e condannati in altri paesi, quindi l’udienza è più un risarcimento che una vera ricerca della verità. Operazione Condor La somiglianza tra le dittature militari che hanno dominato il Sud America durante gli anni '60 e '70 è atroce. Guidati dal sanguinoso filo conduttore dell'Operazione Condor e grazie alle tecniche d’oppressione più spietate, sono state capaci di annullare qualsiasi dissenso politico o ideologico.   Dare una stima delle persone che sono state giustiziate o torturate sarebbe tanto inesatto quanto terrificante. È difficile camminare dentro il carcere di Rebibbia e non pensare di essere dentro un fumetto di Zerocalcare. Ma questa mattina, mentre passeggio per questa felice isola...

Milano, i veleni di Santa Giulia “Bomba biologica”. Sequestrata l’area

Cadmio, cromo esavalente, cloroformio, arsenico. Sono queste le sostanze tossiche presenti nel terreno del quartiere di Milano Santa Giulia e a poco poco penetrate sino alla falda da dove viene pompata l’acqua destinata a finire dei rubinetti dei cittadini. I milanesi, che ora si trovano di fronte a una vera e propria “bomba biologica” (così la definiscono i magistrati nell’ordinanza) scoprono così a spese della loro salute il prezzo del malaffare. Teoricamente, infatti, la zona, di proprietà dell’immobiliarista Luigi Zunino , era stata ripulita da Giuseppe Grossi , il re delle bonifiche, finito in carcere lo scorso ottobre per truffa e riciclaggio. Milioni e milioni di euro di fondi neri che Grossi, amico di Paolo e Silvio Berlusconi e legato a tutti i più importanti esponenti della politica lombarda, accantonava all’estero. Adesso l’indagine su Grossi, che ha già portato a patteggiare una pena per riciclaggio anche Rosanna Gariboldi , la moglie del potente parlamentare pavese Gian...

Emilio Colombo e la storia della cocaina

 Il senatore a vita, morto all'età di 93 anni, è ricordato per l'ammissione sull'uso di droga, per "motivi terapeutici". Fu anche oggetto di pettegolezzi per la sua presunta omosessualità. La morte di Emilio Colombo , il 93enne senatore a vita e storico esponente della Democrazia Cristiana , verrà ricordata come la la scomparsa dell’ultimo dei padri costituenti ancora in vita. Eppure i media hanno ricordato come sulla carriera di uno dei politici più rilevanti del nostro Paese resti la macchia dell’ uso di cocaina , ammessa dallo stesso Colombo nel 2003 per “motivi terapeutici”. C’è poi una curiosità: secondo alcune indiscrezioni, Colombo fu indicato come il premier omosessuale della nostra storia repubblicana. Voci che si erano rincorse negli anni e che furono riprese tre anni fa, dopo un’intervista di Nichi Vendola alle Iene. Di fronte alle domande di Enrico Lucci, il presidente della Regione Puglia spiegò come un “premier gay ci fosse già stato in Italia...