Sono arrivati nel centro di Roma i lavoratori dell'Alcoa di Portovesme, pronti a presidiare la sede del Ministero dello Sviluppo Economico a via Veneto. I manifestanti, giunti questa mattina a Civitavecchia, stanno raggiungendo piazza Barberini in pullman scortati dagli agenti della polizia locale di Roma Capitale. La protesta è nata per chiedere il salvataggio dello stabilimento sardo di alluminio, il più importante d'Italia.
"Faremo la maggior parte del tragitto a piedi - aveva spiegato Rino Barca della Cisl, all'inizio del percorso - perchè vogliamo che la gente veda e senta ciò che sta capitando a 501 dipendenti dell'Alcoa, a 380 lavoratori dell'indotto e a 68 interinali".
I lavoratori, che sono 56 circa, terranno un presidio permanente prima in piazza Barberini e poi in via Molise fino a che "le forse politiche che sostengono questo governo non capiscono che il 3 settembre l'Alcoa chiude" dice Roberto Puddu, segretario della Camera del lavoro di Cagliari a LaPresse.
"Vorrebbero chiudere definitivamente l'impianto - ha detto Rino Barca della Cisl- il 3 settembre. Noi chiediamo al governo di scongiurare la chiusura raggiungendo un accordo con la multinazionale ci si dice interessata a rilevare la fabbrica entro le prossime 48 ore".
Finora, il corteo, scortato dalle forze dell'ordine, nonostante qualche rallentamento del traffico, si è svolto senza alcun incidente.
Sottosegretario De Vicenti: guardiamo a varie soluzioniPer lo stabilimento alcoa "stiamo guardando altre soluzioni possibili. Non solo gli svizzeri, stiamo guardando anche altre soluzioni": lo ha detto il sottosegretario allo Sviluppo Economico, cCaudio De Vincenti, ai microfoni di Radio Anch'io alla domanda sulle possibilità per lo stabilimento sardo in vista dell'incontro di domani con la Glencore, la multinazionale svizzera interessata allo stabilimento di Portovesme.
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