La Corte Suprema degli Stati Uniti ha promosso l'intera riforma sanitariavarata dall'amministrazione Obama nel 2010, compreso l'obbligo per la maggioranza degli americani di avere una assicurazione medica. Si tratta di una enorme vittoria per il presidente Obama. Il varo della riforma, nel marzo del 2010, era infatti stato preceduto da una battaglia senza precedenti, con i repubblicani e i Tea Party che cavalcavano gli umori anti-stato dell’opinione pubblica. Gli stessi democratici si erano divisi tra progressisti e moderati.
Cosa prevede la legge
Le assicurazioni sanitarie saranno maggiormente a portata di tutti, le tasse sui patrimoni più consistenti saranno aumentate e la copertura farmaceutica per gli anziani sarà più ampia. L’obiettivo della riforma è infatti di pervenire a una copertura sanitaria quasi universale entro il 2019: il 94% di chi risiede legalmente nel paese disporrebbe per allora di un’assicurazione. Un passo in avanti rispetto all’83% di oggi, che si realizzerebbe non attraverso la creazione di un piano assicurativo pubblico in grado di competere con quelli privati – come previsto invece dal testo approvato dalla Camera dei rappresentanti nel novembre scorso e sempre sostenuto dalla sinistra del partito – ma con l’introduzione di un sistema assai sofisticato di nuove norme, incentivi e sussidi.
Il testo impone con poche eccezioni l’obbligo per ogni residente di disporre di un’assicurazione sanitaria attraverso i piani offerti dallo Stato, dai datori di lavoro e dal mercato privato. Per rendere realmente esigibile il nuovo diritto-dovere, la riforma prevede l’estensione della platea degli aventi diritto al citato Medicaid – che vedrebbe una crescita di circa 15 milioni di assicurati – offrendo contestualmente sussidi per l’acquisizione di piani privati da parte dei redditi medio-bassi. Per un costo totale di 871 miliardi di dollari in dieci anni, al 2019 la coperta dell’assistenza sanitaria arriverebbe a proteggere 31 milioni di americani in più, mentre si calcola che a restare scoperti sarebbero circa 23 milioni di persone, un terzo dei quali immigrati clandestini.
Inoltre, il testo vieta alle compagnie assicurative di negare la copertura a persone con cattive condizioni di salute, di applicare per la stessa ragione tariffe più elevate o di rescindere la polizza qualora l’assicurato si ammalasse o divenisse disabile. Altra norma dal forte impatto simbolico, l’introduzione di un tetto ai profitti delle compagnie assicurative con l’obbligo di reinvestire in cure sanitarie almeno l’80- 85% dei premi versati. Per quanto riguarda i costi, sempre per il Cbo, l’aumento della spesa sarebbe largamente neutralizzato dall’imposizione di nuove tasse, contributi e accise come da risparmi consistenti nella spesa del programma Medicare.
Fonte: Rassegna.it
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