Il dossier, preparato dalla Ragioneria, prevede il taglio degli stipendi dei dipendenti pubblici di tutti i comparti (Stato, enti locali, scuola) dal 2,5 al 5%, il blocco delle tredicesime per tre anni, l'aumento del contributo di solidarietà oggi già applicato ai dirigenti (il 5% per chi guadagna più di 90mila euro annui, 10% per chi è sopra i 120mila euro). La stretta inciderebbe per oltre il 10% sui 167 miliardi di euro che ogni anno si spendono per gli stipendi dei dipendenti pubblici. In altre parole, a regime si tratterebbe di un risparmio di spesa tra i 16 e i 20 miliardi di euro.
La carta è ancora nascosta nei cassetti dei ministri competenti, e ne uscirà soltanto in caso di emergenza estrema. Per ora il piano pubblici cerca soluzioni soft, che non tocchino i redditi dei lavoratori. Il progetto si limita a un'ipotesi di riduzione della pianta organica del 5% dei ministeri e a una sforbiciata delle retribuzioni dei dirigenti. Il primo dado è stato già lanciato con l'annuncio della razionalizzazione delle agenzie del Tesoro e la riduzione del 20% dell'organico dio Via Venti Settembre, accompagnata dalla riduzione del 10% della presidenza del Consiglio. Tutte operazioni che operano su numeri teorici, senza esuberi reali. Spesso le piante organiche sono incomplete: con questa decisione si abbassa il numero di posti da coprire.
Fonte: Cadoinpiedi
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