Passa ai contenuti principali

La paura, arma micidiale del nostro secolo



A Brindisi il micidiale attacco contro una scuola vuole diffondere la paura. Le paura è l'arma del terrorismo, ma anche dei dittatori.

 La paura, un'arma micidiale. Durante un recente dibattito sulle primavere arabe, un giovane iracheno sosteneva che tutto quello che è successo in Iraq è avvenuto perché il popolo è stato tenuto in ostaggio con la paura. Non è il solo caso, è quello che hanno fatto tutti i dittatori. E non a caso i tunisini oggi ci dicono che: "nulla sarà più come prima perché abbiamo vinto la paura". "Plus jamais peur" (mai più paura) è anche il titolo di un film documentario del tunisino Mourad ben Cheikh, dedicato proprio alla rivoluzione tunisina. La paura colpisce tutti noi e si collega alla sicurezza e con questo binomio in occidente vengono imposte leggi liberticide, si creano nemici.
Il fenomeno ha assunto dimensioni ancora maggiori dopo l'11 settembre, con l'attentato alle torri di New York. La paura che porta alla destabilizzazione è la potente arma nelle mani dei terroristi. L'unica arma che può competere con le nuove armi tecnologicamente sofisticate.
Vincere la paura è l'unico mezzo per difendere la nostra libertà, la democrazia. Non è facile dire alle studentesse della scuola Morvillo di Brindisi: non abbiate paura, eppure è l'unico modo per superare il trauma che hanno subito, per non restare un ostaggio per tutta la vita. Lo sa chi ci minaccia con attentati, oppure pensa di rispondere alla paura con la militarizzazione del territorio, ma lo sa anche chi vigliaccamente organizza attentati per provocare stragi.
Forse possiamo imparare dalla nostra storia, da quella di altri popoli, solo insieme, con la vigilanza, la solidarietà e l'informazione possiamo far fronte alle sfide che ci impone la "paura". Questa paura che si aggiunge all'insicurezza dovuta alla precarietà del mondo in cui viviamo, senza futuro, senza prospettive, in cui è più facile abbandonarsi alla sfiducia, alla disperazione e diventare vittime della paura.
Mi ricordo quando in Algeria i Gruppi islamici armati volevano impedire la riapertura delle scuole, minacciando di farle saltare tutte per aria. Le donne avevano riflettuto se potevano rischiare la vita dei loro figli. Alla fine avevano deciso che non potevano condannare i loro figli all'ignoranza e che per questo dovevano superare la paura e sfidare i fondamentalisti che li volevano condannare all'ignoranza: "non si può vivere nell'ignoranza, è un po' come morire".

Giuliana Sgrena



Giuiana 

Commenti

Post popolari in questo blog

Un serpente nel bunker di Rebibbia

Il 12 febbraio è iniziato presso l’aula bunker del carcere di Rebibbia il processo contro alcuni militari latinoamericani che durante gli anni ‘70 hanno partecipato all’ Operazione Condor . La maggior parte degli imputati sono già stati processati e condannati in altri paesi, quindi l’udienza è più un risarcimento che una vera ricerca della verità. Operazione Condor La somiglianza tra le dittature militari che hanno dominato il Sud America durante gli anni '60 e '70 è atroce. Guidati dal sanguinoso filo conduttore dell'Operazione Condor e grazie alle tecniche d’oppressione più spietate, sono state capaci di annullare qualsiasi dissenso politico o ideologico.   Dare una stima delle persone che sono state giustiziate o torturate sarebbe tanto inesatto quanto terrificante. È difficile camminare dentro il carcere di Rebibbia e non pensare di essere dentro un fumetto di Zerocalcare. Ma questa mattina, mentre passeggio per questa felice isola...

Milano, i veleni di Santa Giulia “Bomba biologica”. Sequestrata l’area

Cadmio, cromo esavalente, cloroformio, arsenico. Sono queste le sostanze tossiche presenti nel terreno del quartiere di Milano Santa Giulia e a poco poco penetrate sino alla falda da dove viene pompata l’acqua destinata a finire dei rubinetti dei cittadini. I milanesi, che ora si trovano di fronte a una vera e propria “bomba biologica” (così la definiscono i magistrati nell’ordinanza) scoprono così a spese della loro salute il prezzo del malaffare. Teoricamente, infatti, la zona, di proprietà dell’immobiliarista Luigi Zunino , era stata ripulita da Giuseppe Grossi , il re delle bonifiche, finito in carcere lo scorso ottobre per truffa e riciclaggio. Milioni e milioni di euro di fondi neri che Grossi, amico di Paolo e Silvio Berlusconi e legato a tutti i più importanti esponenti della politica lombarda, accantonava all’estero. Adesso l’indagine su Grossi, che ha già portato a patteggiare una pena per riciclaggio anche Rosanna Gariboldi , la moglie del potente parlamentare pavese Gian...

Emilio Colombo e la storia della cocaina

 Il senatore a vita, morto all'età di 93 anni, è ricordato per l'ammissione sull'uso di droga, per "motivi terapeutici". Fu anche oggetto di pettegolezzi per la sua presunta omosessualità. La morte di Emilio Colombo , il 93enne senatore a vita e storico esponente della Democrazia Cristiana , verrà ricordata come la la scomparsa dell’ultimo dei padri costituenti ancora in vita. Eppure i media hanno ricordato come sulla carriera di uno dei politici più rilevanti del nostro Paese resti la macchia dell’ uso di cocaina , ammessa dallo stesso Colombo nel 2003 per “motivi terapeutici”. C’è poi una curiosità: secondo alcune indiscrezioni, Colombo fu indicato come il premier omosessuale della nostra storia repubblicana. Voci che si erano rincorse negli anni e che furono riprese tre anni fa, dopo un’intervista di Nichi Vendola alle Iene. Di fronte alle domande di Enrico Lucci, il presidente della Regione Puglia spiegò come un “premier gay ci fosse già stato in Italia...