L'uccisione di Osama Bin Laden ad Abbottabad l'anno scorso ad opere dei Seals americani sin dalle prime battute ha presentato da subito aspetti incredibili e dubbi e su quell'operazione furono espressi da molti che ritenevano impossibile la ricostruzione fatta dagli USA ed avvallata dai Pakistani.
Un'operazione quasi impossibile che oggi, alla luce di una intervista di un ex agente della CIA, Berkan Yashar, fatta alla TV Russa, Channel One Russia, appare come una grandiosa messa in scena degna di Hollywood.
Berkan afferma di aver conosciuto Bin Laden in Cecenia nel settembre del 2002, a Grozny, in occasione di una riunione svoltasi in una casa di due piani, dove abitava il capo di Al Qaeda e, al piano superiore , la famiglia dell'ex presidente georgiano, Zviad Gamsakhurdia, riparato in Russia dopo il colpo di stato del gennaio 1992.
Secondo l'ex agente della CIA, tre guardie del corpo, hanno protetto Osama Bin Laden fino alla sua morte della quale egli dice di essere stato testimone il 26 giugno 2006. "Anche se il mondo intero ha creduto alla storia americana, io non potevo crederci. Conosco personalmente i ceceni che lo proteggevano, sono Sami, Mahmood, e Ayub, e sono stati con lui fino alla fine. Sono loro, per espressa volontà di Bin Laden, che lo hanno sepolto in una località montagnosa al confine tra Pakistan ed Afghanistan".
Sempre secondo Berkan, Sami, una delle tre guardie del corpo di Bin Laden, catturato qualche tempo prima dell'annunciata uccisione del leader di AlQaida da parte dei Seals, aveva rivelato agli USA il posto dove Osama Bin Laden era stato sepolto dai tre ceceni. Berkan dice che non c'e stato assalto. Le operazioni americane dall'interno si sono limitate all'individuazione della tomba, scovare, esumare il corpo di Bin Laden e trasmettere il film già montato.
I servizi di sicurezza americani avevano bisogno di mostrare al mondo la loro efficienza ed ogni loro azione è stata progettata ed eseguita per vendere agli americani (e al mondo) una grande vittoria contro il terrorismo e assicurare i contribuenti che non pagano le tasse per nulla.
Fonte: cadoinpiedi
Il 12 febbraio è iniziato presso l’aula bunker del carcere di Rebibbia il processo contro alcuni militari latinoamericani che durante gli anni ‘70 hanno partecipato all’ Operazione Condor . La maggior parte degli imputati sono già stati processati e condannati in altri paesi, quindi l’udienza è più un risarcimento che una vera ricerca della verità. Operazione Condor La somiglianza tra le dittature militari che hanno dominato il Sud America durante gli anni '60 e '70 è atroce. Guidati dal sanguinoso filo conduttore dell'Operazione Condor e grazie alle tecniche d’oppressione più spietate, sono state capaci di annullare qualsiasi dissenso politico o ideologico. Dare una stima delle persone che sono state giustiziate o torturate sarebbe tanto inesatto quanto terrificante. È difficile camminare dentro il carcere di Rebibbia e non pensare di essere dentro un fumetto di Zerocalcare. Ma questa mattina, mentre passeggio per questa felice isola...

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