Durante la puntata del 16 maggio, a "Chi l'ha visto?" arriva una telefonata minatoria in diretta che, per qualche istante, fa perdere le staffe alla conduttrice Federica Sciarelli.
Dopo l'apertura della tomba di De Pedis di pochi giorni fa, il programma parla del caso di Emanuela Orlandi, del quale si occupa da tanti anni.
Ricollegandosi al caso, la Sciarelli manda in onda le foto di Giuseppe De Tomasi che, secondo il programma e soprattutto gli inquirenti, è il presunto telefonista che con lo pseudonimo di "Mario" telefonò, nel 1983, a casa della famiglia Orlandi, affermando di aver visto Emanuela, in seguito alla sua scomparsa, insieme ad un'altra ragazza e ad un uomo che vendevano cosmetici.
Nel 2010, fu lo stesso De Tomasi a telefonare a "Chi l'ha visto?" smentendo di essere Mario e, quando gli chiesero di poterlo intervistare, rifiutò perché disse di essere malato al punto di non poter neanche camminare. Condizione che è stata smentita in puntata, quando sono state mandate in onda delle sue foto, tra l'altro divulgate dalla polizia, mentre gestisce un giro di usura.
Così, ieri, Giuseppe De Tomasi ha telefonato in trasmissione, innanzitutto minacciando di morte i centralinisti (con "bombe e carri armati a casa"), e poi, in diretta, inveendo contro la trasmissione ed accusando la conduttrice di speculazione sulla vicenda Orlandi. Dopo tutte queste accuse e minacce, la giornalista non ci sta più e perde così il controllo per qualche istante.
Fonte: agoravox
Ecco chi è il vicequestore di Brescia Emanuele Ricifari, colui che sabato ha guidato le cariche contro il corteo di migranti e antirazzisti a Brescia. Il responsabile di piazza che fin dal concentramento in Piazza Rovetta ha ripetutamentee provocato i manifestanti con minacce, anche personali, di arresto e con beceri insulti. Per capire qual'è la sua posizione politica e la sua concezione reazionaria e fascista della polizia, forniamo una documentazione tratta dal sito laboratoriopoliziademocratica.it che descrive quanto accadde nel 2003 quando l'attuale vicequestore era di stanza a Piacenza presso la locale scuola di polizia. Ricifari allora era anche delegato del Siulp, sindacato di polizia, e fu unodei due membri della commissione che ritennero di sanziona un allievo con la "deplorazione" (per poi espellerlo), invece che con una snazione pecuniaria, perchè aveva sostenuto semplicemente di essere "di sinistra" e a Genova 2001 "non tutti i manifestanti
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