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Rossella Urru, sei mesi dal sequestro




Sono passati sei mesi dal sequestro di Rossella Urru e sulla sorte della cooperante di Samugheo è tornato il silenzio. Dopo la mobilitazione in rete dei mesi scorsi la prudenza prevale anche tra i membri del Comitato “Rossella Urru libera”, nato a Samugheo per tenere alta l’attenzione sul sequestro.

“Siamo in apprensione – spiega Mario Sulis del comitato – la liberazione di Maria Sandra Mariani ci ha confortato un po’ e siamo in attesa di buone notizie, che però purtroppo tardano ad arrivare. Non sappiamo cosa fare, abbiamo le mani legate. I genitori sono molto provati, da sei mesi vivono nell’angoscia. Non sanno cosa pensare. Avevamo iniziative programmate ma le abbiamo sospese perché la Farnesina ha chiesto il silenzio stampa”. Intanto in rete l’attenzione resta alta.

Rossella Urru, 29 anni, viene prelevata dal campo profughi Saharawi di Rabouni, nel sud dell’Algeria la notte tra il 22 e il 23 ottobre scorso. Un commando di guerriglieri del Mali irrompe nell’accampamento dove la ragazza vive da due anni, lavorando come coordinatrice di un progetto di cooperazione internazionale per la nutrizione e la cura della salute materno-infantile. Rossella è una volontaria esperta, sta per completare il progetto. A rivendicare il sequestro sono i componenti dell’Aqmi, la costola nordafricana di Al Qaida. La sera del 23 ottobre, domenica, la notizia del rapimento arriva in Italia e viene confermata dalla Farnesina.

I primi a tentare di tenere alta l’attenzione sul sequestro sono gli stessi familiari della volontaria, che a tre settimane dal rapimento aprono il sito www.rossellaurru.it. Uno spazio per raccontare chi è Rossella. Il padre Graziano e la mamma Marisa, i fratelli Fausto e Mauro scrivono: “Ci siamo sentiti infinitamente soli di fronte a tanto assurdo, svuotati da tanta assenza improvvisa. Così ci siamo chiusi in un lungo silenzio. Ma quello che noi credevamo un silenzio si è rivelato essere in realtà un coro di voci giunte da ogni dove”.

Il 12 dicembre a riportare per qualche ora il caso sulla stampa nazionale è il video ricevuto da France Press che mostra i tre ostaggi in vita. Nel filmato, lungo circa due minuti, vengono mostrati chiaramente i volti di Rossella, Ainhoa e Enric. Ciascuno dei tre si presenta brevemente nella sua lingua, senza formulare rivendicazioni. I fotogrammi finiscono sul quotidiano spagnolo El Pais, e poi su quelli italiani. A febbraio il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita a Cagliari, incontra i familiari della cooperante e li conforta: ”Abbiamo avuto delle notizie sulle condizioni di salute di Rossella Urru, sappiamo che sono buone e che le autorità preposte stanno lavorando per la sua liberazione”.

Rossella Urru è libera, ha vinto il web”. Sabato 3 marzo si diffonde su twitter la notizia di Al Jazeera, ripresa da tutti i quotidiani italiani. ùComincia u lungo e doloroso cortocircuito mediatico. Sulle bacheche dei social network i messaggi sono migliaia. “Hip hip Urru”, twitta Fiorello. Si diffondono in modo virale le immagini con la scritta “Rossella is free”. A Samugheo, paese natale della giovane rapita, in provincia di Oristano, sembra Capodanno: esplode la festa con caroselli d’auto e petardi. La Farnesina gela tutti nel primo pomeriggio: la notizia della liberazione è infondata.

Da allora prevale la prudenza. Intanto stasera al teatro Elfo Puccini di Milano il consigliere regionale della Lombardia, Stefano Maullu, ha organizzato un incontro dedicato agli otto italiani ancora sotto sequestro. Parteciperà in collegamento il sindaco di Samugheo, Antonello Demelas. L’evento potrà essere seguito in diretta streaming sul profilo Twitter di Maullu.

Fonte: radiopress

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