Passa ai contenuti principali

Olimpiadi 2020, Monti non le vuole. La maggioranza sì



Dire perplesso è dire poco. Se fosse per Mario Monti, insomma, la candidatura per le Olimpiadi 2020 Roma se la potrebbe scordare. Si è portato i risultati della commissione Fortis (quella che ha stilato
l’impatto economico “costi-b e n e fi c i ” di un’e ventuale investitura della Capitale) persino negli Stati Uniti e si è fatto la convinzione, molto solida a sentire chi gli sta vicino, che proprio nulla torni. Anzi. L’idea, poi, di firmare degli affidavit in bianco, sapendo che i costi che vengono sbandierati oggi (addirittura un'Olimpiade
a costo zero, non si è mai visto!) mai potranno restare gli stessi, lo hanno innervosito parecchio nelle ultime ore. Così, si è preso altro tempo. La decisione finale, che doveva arrivare ieri, ci sarà stamattina. Gianni Alemanno si è “venduto”un incontro con Monti a ridosso del sì o del no . Un incontro definito “decisivo”.
Peccato che Monti l’abbia smentito, con il sindaco di Roma costretto a riparare in un “comunque ci sarà”. Quando, non è possibile ancora saperlo. Comunque, nelle ultime ore la pressione su Palazzo Chigi si è fatta pesantissima. IL PRIMO amuoversi è stato Aurelio Regina, di Confindustria Lazio e Fondazione Roma 2020, seguito da Giancarlo Cremonesi, presidente di Acea e Camera di Commercio di Roma, che aveva pagato le paginate dei giornali con le firme di 60 atleti per caldeggiare il sì del governo. Quindi, è scesa in campo, compatta come non mai, la nuova maggioranza parlamentare, quella che sostiene Monti, con tre mozioni (di Pd, Pdl e Terzo Polo) per impegnare il governo a sostenere la candidatura di Roma e, alla fine, si è mosso persino il Quirinale. Napolitano le Olimpiadi le vuole; non a caso il figlio Giulio è componente della
commissione Fortis. Solo la Lega è uscita fuori dal coro, sparando un siluro potente contro “ne vone” Alemanno: “I 42 milioni di euro che servono per la promozione olimpica – ha sibilato Massimo Garavaglia del Carroccio – prendeteli dai 300 di Roma Capitale...”. Già, perchè anche mettere Roma nelle condizioni di competere contro Madrid, Baku, Doha, Istanbul e Tokio costa un occhio della testa. E Monti proprio non vorrebbe buttare 42 milioni di euro in una candidatura che, quasi senza dubbio, andrà a finire con una sconfitta (il verdetto il 7 settembre 2013). C'È POI lo spettro di quello che è accaduto per i Mondiali di nuoto, con la cittadella dello Sport di Tor Vergata che è rimasta un' inquietante incompiuta e ci vorrebbero 100 milioni di euro solo per finirla. Alemanno da giorni sbandiera possibili accordi con società straniere (alcune in Svizzera, per dire) per arrivare ad aprire gli impianti “a costo zero, in cambio di una gestione ventennale dell'impresa”, ma sono davvero parole al vento. Ieri, in una telefonata al Quirinale, il premier ha chiarito ogni passaggio delle sue perplessità. Ed è probabile che oggi possa dare un via libera (perchè messo all'angolo), ma vincolato all'osservanza, da parte del comitato organizzatore, di criteri di sorveglianza molto rigidi sui costi. Insomma, tutto pur di evitare che Roma 2020 possa diventare l'ennesimo, consueto, “magna-magna dei soliti noti”. D'altra parte, i conti fatti dalla commissione, presieduta da Marco Fortis, ma
coordinata da Franco Carraro lasciano adito a dubbi profondi. In pratica è stato sottoscritto che i 4,7 miliardi di euro che dovrebbero essere garantiti dallo Stato come spesa pubblica, genererebbero un maggiore gettito erariale per il Paese pari a 4,6 mld di euro. L’intero volume di spesa per le Olimpiadi a Roma sarebbe di 8,2 miliardi di euro, a fronte di un introito di 3,5 mld tra proventi del Comitato Olimpico Internazionale per diritti sponsor e tv, biglietti, sponsor locali e lotterie varie. A questo si unirebbe un incremento anche dell’occupazione di 170 mila unità di lavoro in 14 anni. Stando alle cifre dello studio, le Olimpiadi determinerebbero anche una crescita del pil pari a 17,7 mld di euro nel periodo 2012-2025, che equivarrebbe a un aumento dell'1,4% del pil nazionale. Ma come si fa a garantire tutto questo? “Roba da
s t re go n i ”, dicono a palazzo Chigi. E Monti non ha alcuna intenzione di essere ricordato come colui che ha firmato “una pozione magica fatta dalle solite fattucchiere...”.

Fonte: Il fatto quotidiano

Commenti

Post popolari in questo blog

Un serpente nel bunker di Rebibbia

Il 12 febbraio è iniziato presso l’aula bunker del carcere di Rebibbia il processo contro alcuni militari latinoamericani che durante gli anni ‘70 hanno partecipato all’ Operazione Condor . La maggior parte degli imputati sono già stati processati e condannati in altri paesi, quindi l’udienza è più un risarcimento che una vera ricerca della verità. Operazione Condor La somiglianza tra le dittature militari che hanno dominato il Sud America durante gli anni '60 e '70 è atroce. Guidati dal sanguinoso filo conduttore dell'Operazione Condor e grazie alle tecniche d’oppressione più spietate, sono state capaci di annullare qualsiasi dissenso politico o ideologico.   Dare una stima delle persone che sono state giustiziate o torturate sarebbe tanto inesatto quanto terrificante. È difficile camminare dentro il carcere di Rebibbia e non pensare di essere dentro un fumetto di Zerocalcare. Ma questa mattina, mentre passeggio per questa felice isola...

Emilio Colombo e la storia della cocaina

 Il senatore a vita, morto all'età di 93 anni, è ricordato per l'ammissione sull'uso di droga, per "motivi terapeutici". Fu anche oggetto di pettegolezzi per la sua presunta omosessualità. La morte di Emilio Colombo , il 93enne senatore a vita e storico esponente della Democrazia Cristiana , verrà ricordata come la la scomparsa dell’ultimo dei padri costituenti ancora in vita. Eppure i media hanno ricordato come sulla carriera di uno dei politici più rilevanti del nostro Paese resti la macchia dell’ uso di cocaina , ammessa dallo stesso Colombo nel 2003 per “motivi terapeutici”. C’è poi una curiosità: secondo alcune indiscrezioni, Colombo fu indicato come il premier omosessuale della nostra storia repubblicana. Voci che si erano rincorse negli anni e che furono riprese tre anni fa, dopo un’intervista di Nichi Vendola alle Iene. Di fronte alle domande di Enrico Lucci, il presidente della Regione Puglia spiegò come un “premier gay ci fosse già stato in Italia...

« LE PAROLE PER DIRLO (Alessandro Robecchi). Uno spot per la politica (Antonio Padellaro). » Boom boom boom (Marco Travaglio)

Che spettacolo, ragazzi. A novembre, alla caduta dei Cainano, i partiti si erano riuniti su un noto Colle di Roma per decidere a tavolino il nostro futuro: se si vota subito, gli elettori ci asfaltano; allora noi li addormentiamo per un anno e mezzo col governo Monti, travestiamo da tecnici un pugno di banchieri e consulenti delle banche, gli facciamo fare il lavoro sporco per non pagare pegno, poi nel 2013 ci presentiamo con una legge elettorale ancor più indecente del Porcellum che non ci costringa ad allearci prima e, chiuse le urne, scopriamo che nessuno ha la maggioranza e dobbiamo ammucchiarci in un bel governissimo per il bene dell’Italia; intanto Alfano illude i suoi che B. non c’è più, Bersani fa finta di essere piovuto da Marte, Piercasinando si nasconde dietro Passera e/o Montezemolo o un altro Gattopardo per far dimenticare Cuffaro, la gente ci casca e la sfanghiamo un’altra volta, lasciando fuori dalla porta i disturbatori alla Grillo, Di Pietro e Vendola ...