Due anni dopo a Rosarno è tutto come prima. Gli africani continuano a raccogliere arance a 25 euro al giorno. Gli italiani sono incazzati perché dicono che quella gente ruba il loro lavoro. E come due anni fa non c’è l’ombra di alcuna forza dell’ordine. Il reportage, realizzato da Luca Bertazzoni,che potete vedere più giù.
Un uomo intervistato sul lavoro senza regole e senza certezze ammette tranquillamente di offrire occupazione
senza versare alcun contributo e aggiunge: “Se fossimo razzisti di questi neri non ne rimarrebbe neanche un pezzettino”. Poi chiede: “Ma se un nero africano piglia 25 euro al giorno è forse la fine del mondo?”. Le immagini raccontano del quotidiano pellegrinaggio verso il santo caporalato che inizia ogni mattina alle 5 quando questi uomini dalle campagne vanno verso la città e aspettano chi li prende a giornata. Due anni dopo, a Rosarno, tutto rimane immutato. Anche per questo martedì ci andrà il ministro Andrea Riccardi (Integrazione). L’unica cosa che è cambiata, forse, sono i giacigli. Allora quella gente dormiva nella vecchia cartiera abbandonata oggi, con le loro tende, hanno occupato vecchie case decrepite. Oggi gli africani di Rosarno devono ringraziare gli stessi caporali di allora. Nonostante una legge che, nel frattempo, è
stata fatta. “La norma contro il caporalato c’è–spiega Jean Rene Bilongo del dipartimento immigrazione Cgil – sono previste multe (da mille a 2 mila euro) e persino la reclusione (da 5 a 8 anni) per chi svolge un’attività lavorativa di sfruttamento, ma mancano le tutele per chi denuncia di essere sfruttato”.
Un uomo intervistato sul lavoro senza regole e senza certezze ammette tranquillamente di offrire occupazione
senza versare alcun contributo e aggiunge: “Se fossimo razzisti di questi neri non ne rimarrebbe neanche un pezzettino”. Poi chiede: “Ma se un nero africano piglia 25 euro al giorno è forse la fine del mondo?”. Le immagini raccontano del quotidiano pellegrinaggio verso il santo caporalato che inizia ogni mattina alle 5 quando questi uomini dalle campagne vanno verso la città e aspettano chi li prende a giornata. Due anni dopo, a Rosarno, tutto rimane immutato. Anche per questo martedì ci andrà il ministro Andrea Riccardi (Integrazione). L’unica cosa che è cambiata, forse, sono i giacigli. Allora quella gente dormiva nella vecchia cartiera abbandonata oggi, con le loro tende, hanno occupato vecchie case decrepite. Oggi gli africani di Rosarno devono ringraziare gli stessi caporali di allora. Nonostante una legge che, nel frattempo, è
stata fatta. “La norma contro il caporalato c’è–spiega Jean Rene Bilongo del dipartimento immigrazione Cgil – sono previste multe (da mille a 2 mila euro) e persino la reclusione (da 5 a 8 anni) per chi svolge un’attività lavorativa di sfruttamento, ma mancano le tutele per chi denuncia di essere sfruttato”.
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