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L'oltraggio di Schifani





Scalfaro non rubava. Non firmava le leggi
incostituzionali (tipo il decreto-spugna
Amato-Conso del ‘93). Era religioso dunque non
clericale. Difendeva la Costituzione e
l’indipendenza dei magistrati dunque era contro le
bicamerali e i conflitti d’interessi. Era un intransigente
dunque era contro gli inciuci e i “terzismi” paraculi dei
berlusconiani travestiti da equidistanti (“chi si dice
equidistante fra il ladro e il carabiniere, sta dalla parte
del ladro”). Per questo non piaceva a B. e ai suoi servi,
ma nemmeno ai finti oppositori di sua maestà. E bene
ha fatto B. a non dire una parola sulla sua scomparsa,
evitando di scegliere tra lo sputo sulla bara e l’ipocr isia
dell’elogio postumo. Invece Renato Schifani,
presidente del Senato, ha molto lacrimato per la
dipartita di Scalfaro, che “lascia un vuoto nella politica
e nelle Istituzioni carico di tristezza. Per chi lo ha
conosciuto, per chi ha apprezzato nel corso degli anni
il suo impegno a difesa della Costituzione, la ferita
della sua scomparsa è particolarmente dolorosa.
Scalfaro ha caratterizzato con la sua esperienza e la sua
dedizione alla cosa pubblica l’intera stagione dell’Italia
repubblicana, fornendoci un esempio insostituibile di
senso civico. Ha incarnato e presenta ai cittadini di
oggi e di domani un’immagine della Repubblica cui
tutti teniamo gelosamente: una Repubblica baluardo
dei diritti dell’uomo e della pace. Desidero ricordarlo,
collega tra i colleghi, quando entrava in aula e non
faceva mancare il suo contributo nei dibattiti.
Ciascuno di noi, pur nella difesa delle proprie
convinzioni, ascoltava con attenzione e rispetto i suoi
interventi che hanno sempre avuto il carattere di un
altissimo magistero istituzionale e morale. Con
quest’immagine, che porterò sempre affettuosamente
con me, desidero ricordarlo”. Sempre apprezzato?
Ferita dolorosa? Esempio insostituibile e baluardo?
Attenzione e rispetto? Gelosamente e
affettuosamente? Chissà se Schifani conosce quel tale
che il 26.9.2002 si scagliò contro Scalfaro, reo di aver
definito “ser vile” la politica estera di B. con Bush: “Se
c’è qualcuno che non conosce la democrazia è
proprio Scalfaro, visti i suoi precedenti. Scalfaro ha
avallato il più grande tradimento della volontà
popolare. Ha cambiato la storia d’Italia consentendo
che venissero politicamente ingannati i cittadini. Non
accettiamo lezioni da chi è troppo abituato alle
congiure di palazzo, ai ‘non ci sto’ su vicende che sono
ancora avvolte da fitte nebbie. Il senatore a vita abbia
almeno la compiacenza di risparmiarci le sue litanie.
Lui è l’ultimo che può fare la predica. Non ci sono
dubbi il senatore Scalfaro sta invecchiando male”. Quel
tale, autore della solita legge (anzi, “lodo”) per abolire i
processi al suo padrone, il 5.6.2003 aggredì Scalfaro
che osava opporsi alla porcata: “Noi vogliamo tutelare
il mandato popolare. Noi non abbiamo bisogno di
chiedere un messaggio in diretta tv dicendo ‘io non ci
sto, io non ci sto’. Un intervento che congelò l’azione
penale. Noi il processo lo vogliamo” (Ansa, 5 giugno
2003). Scalfaro rispose che il “non ci sto” del ‘93 non
congelò alcun processo (poi finito in archiviazione):
era una replica alle “accuse che mi erano mosse da due
personaggi trovati con le mani nel sacco dei servizi”: i
ladroni del Sisde. Quel tale il 28.4.2006 insultò Scalfaro
che, 87enne e febbricitante, presiedeva il Senato nella
maratona notturna per eleggere il nuovo presidente
Marini: “Quel che accade al Senato è sconcertante. Il
presidente facente funzioni Scalfaro, con un colpo di
mano, ha disposto d’autorità il rinvio di una seduta già
fissata, per consentire a numerosi parlamentari del
centrosinistra di tornare a votare. Un atteggiamento
gravissimo, che prosegue il vulnus di elezioni già
inficiate da irregolarità. Noi lanciamo un allarme, le
regole sono state violate”. Il 19.5.2006 Prodi ottenne la
fiducia con i voti (non determinanti) dei senatori a vita,
tra cui Scalfaro. Allora quel tale propose una legge per
togliere il diritto di voto ai senatori a vita. Quel tale era

Renato Schifani: vergogniamoci per lui.

Marco Travaglio

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