Passa ai contenuti principali

Addio Angelopoulos, il regista "poeta della storia"



Ieri sera è morto ad Atene il più grande regista greco Theo Angelopoulos. Solo gli amanti del cinema e i critici conoscono questo grande regista, il nostro blog gli rende omaggio con un articolo e con uno spezzone di un suo celebre film;



Era l’icona del “nuovo cinema greco”, uno degli intellettuali più in vista di quel Paese, famoso in tutto il mondo. Theo Angelopoulos è morto ieri ad Atene, in un ospedale del Pireo dove era stato ricoverato dopo essere stato investito da un motociclista. Emorragia cerebrale, ha detto il referto medico.

Per il cinema europeo è un lutto gravissimo. Proprio in questi giorni, il regista, 76 anni, Palma d’oro a Cannes nel 1998 per il film L’eternita e un giorno, esponente massimo della Nouvelle Vague del cinema greco anni ‘70 e ‘80, aveva rappresentato con forza la condizione dell’artista e letto con lucidità i grandi eventi del Novecento: il regime dei colonnelli, la guerra in Bosnia, la caduta del Muro, la disillusione rispetto al comunismo. Lo scrittore Antonio Tabucchi chiama Angelopoulos “il poeta della storia” e non poteva trovare sintesi più perfetta per definire il cinema e lo spirito del maestro di Atene.
Classe 1935, si era laureato in legge per poi fuggire a Parigi, per studiare alla Sorbona e inseguire la sua grande passione, il cinema. Nel ‘64 il ritorno in Grecia dove dirige, per tre anni, un quotidiano di sinistra. Mandato in esilio con i colonnelli, Angelopoulos ritorna nella capitale francese, dove dirige il primo cortometraggio, La trasmissione. Ha 33 anni. Sull’onda dei buoni giudizi critici, si mette dietro la macchina da presa per il thriller Ricostruzione di un delitto: «lo girammo di nascosto, in bianco e nero. Avevamo pochi soldi e ogni tanto arrestavano qualcuno della troupe», dirà poi. Subito dopo gira la trilogia I giorni del ‘36, La recita e I cacciatori, nel ‘77, sugli abusi dei vari governi greci. Guadagnerà l’Orso d’oro al Festival di Berlino.
Nel 1986, l’incontro folgorante con Marcello Mastroianni per Il volo. In realtà il regista corteggiava Gian Maria Volonté, che aveva rifiutato il ruolo. Nasce un sodalizio fortunato: con Mastroianni, affiancato da una grande Jeanne Moreau, Angelopoulos realizzerà il suo capolavoro, Il passo sospeso della cicogna, nel quale l’attore italiano interpreta un poeta esule.
Non sarà altrettanto fortunato l’agognato incontro con Volonté, che morirà sul set del film Lo sguardo di Ulisse, nel 1995, Lo sostituirà Harvey Keitel. Il film, ambientato nella guerra dei Balcani, avrà grande successo come pure il film successivo, L’eternità e un giorno, Palma d’oro al Festival di Cannes nel ‘98. Nel 2004 inizia una nuova trilogia: La sorgente del fiume e poi La polvere del tempo, presentato alla Berlinale 2009. In questi mesi era sul set del nuovo film, L’altro mare, con protagonista ancora un attore italiano, Toni Servillo, nel ruolo di un patriarca, un politico ambiguo che assiste gli immigrati clandestini, che da Macedonia e Albania arrivano in Italia attraverso la Grecia. Con lucidità, la crisi del suo Paese Angelopoulos l’aveva intuita da tempo: «In Grecia la corruzione frena l’economia, bisogna agire subito. Temo un’esplosione sociale, o il collasso», diceva nel 2009. La storia gli ha dato ragione.
Fonte: Repubblica

Estratto del film Lo Sguardo di Ulisse



Qui potete leggere l'ultima intervista al regista greco che stava girando ad Atene con Toni Servillo

Commenti

Post popolari in questo blog

Un serpente nel bunker di Rebibbia

Il 12 febbraio è iniziato presso l’aula bunker del carcere di Rebibbia il processo contro alcuni militari latinoamericani che durante gli anni ‘70 hanno partecipato all’ Operazione Condor . La maggior parte degli imputati sono già stati processati e condannati in altri paesi, quindi l’udienza è più un risarcimento che una vera ricerca della verità. Operazione Condor La somiglianza tra le dittature militari che hanno dominato il Sud America durante gli anni '60 e '70 è atroce. Guidati dal sanguinoso filo conduttore dell'Operazione Condor e grazie alle tecniche d’oppressione più spietate, sono state capaci di annullare qualsiasi dissenso politico o ideologico.   Dare una stima delle persone che sono state giustiziate o torturate sarebbe tanto inesatto quanto terrificante. È difficile camminare dentro il carcere di Rebibbia e non pensare di essere dentro un fumetto di Zerocalcare. Ma questa mattina, mentre passeggio per questa felice isola...

Milano, i veleni di Santa Giulia “Bomba biologica”. Sequestrata l’area

Cadmio, cromo esavalente, cloroformio, arsenico. Sono queste le sostanze tossiche presenti nel terreno del quartiere di Milano Santa Giulia e a poco poco penetrate sino alla falda da dove viene pompata l’acqua destinata a finire dei rubinetti dei cittadini. I milanesi, che ora si trovano di fronte a una vera e propria “bomba biologica” (così la definiscono i magistrati nell’ordinanza) scoprono così a spese della loro salute il prezzo del malaffare. Teoricamente, infatti, la zona, di proprietà dell’immobiliarista Luigi Zunino , era stata ripulita da Giuseppe Grossi , il re delle bonifiche, finito in carcere lo scorso ottobre per truffa e riciclaggio. Milioni e milioni di euro di fondi neri che Grossi, amico di Paolo e Silvio Berlusconi e legato a tutti i più importanti esponenti della politica lombarda, accantonava all’estero. Adesso l’indagine su Grossi, che ha già portato a patteggiare una pena per riciclaggio anche Rosanna Gariboldi , la moglie del potente parlamentare pavese Gian...

Emilio Colombo e la storia della cocaina

 Il senatore a vita, morto all'età di 93 anni, è ricordato per l'ammissione sull'uso di droga, per "motivi terapeutici". Fu anche oggetto di pettegolezzi per la sua presunta omosessualità. La morte di Emilio Colombo , il 93enne senatore a vita e storico esponente della Democrazia Cristiana , verrà ricordata come la la scomparsa dell’ultimo dei padri costituenti ancora in vita. Eppure i media hanno ricordato come sulla carriera di uno dei politici più rilevanti del nostro Paese resti la macchia dell’ uso di cocaina , ammessa dallo stesso Colombo nel 2003 per “motivi terapeutici”. C’è poi una curiosità: secondo alcune indiscrezioni, Colombo fu indicato come il premier omosessuale della nostra storia repubblicana. Voci che si erano rincorse negli anni e che furono riprese tre anni fa, dopo un’intervista di Nichi Vendola alle Iene. Di fronte alle domande di Enrico Lucci, il presidente della Regione Puglia spiegò come un “premier gay ci fosse già stato in Italia...