La pena di morte è l'estrema negazione dei diritti umani. È l'omicidio premeditato di una persona, commesso a sangue freddo, in nome della giustizia. Eppure l'Europa dei diritti umani ancora tollera che ci sia un paese, la Bielorussia, dove si uccidono i prigionieri con un colpo di proiettile alla nuca: dall'indipendenza del 1991, è successo oltre 400 volte.
In questo paese, la pena di morte è circondata dalla segretezza. Ai condannati a morte non viene comunicata la data dell'esecuzione; non possono dire addio ai loro cari né prepararsi alla morte. Le famiglie vengono informate solo settimane o mesi dopo, non vengono loro restituiti i corpi né sanno dove siano stati sepolti i loro cari.
In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty chiede alla Bielorussia di sospendere le esecuzioni e commutare tutte le condanne a morte
Fonte:amnesty international
In questo paese, la pena di morte è circondata dalla segretezza. Ai condannati a morte non viene comunicata la data dell'esecuzione; non possono dire addio ai loro cari né prepararsi alla morte. Le famiglie vengono informate solo settimane o mesi dopo, non vengono loro restituiti i corpi né sanno dove siano stati sepolti i loro cari.
In occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte, Amnesty chiede alla Bielorussia di sospendere le esecuzioni e commutare tutte le condanne a morte
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