Passa ai contenuti principali

“Eluana è morta di sete. Come Stefano Cucchi”


Il sottosegretario Eugenia Roccella ha le idee chiare. Anche se non è andata proprio così. Insomma, sono morti di sete. Parliamo di Eluana Englaro e di Stefano Cucchi. In realtà, non ne parliamo noi, ma ne parla il sottosegretario al Welfare plenipotenziaria sulla legge sul testamento biologico che è in corso d’approvazione in Parlamento in questi giorni. La posizione del sottosegretario è nota, e ribadita. E’ una legge giusta, va approvata quanto prima: è una questione di banale dignità umana. Il sottosegretario lo ribadisce in un’intervista a Vladimir Luxuria su Radio 105. Come argomentazioni d’appoggio alla sua teoria, il sottosegretario chiama in causa anche i morti. Il caso di Stefano Cucchi, il giovane romano morto per disidratazione (perse 10 chili in sei giorni) il 22 ottobre 2009 dopo esser stato arrestato, e quello di Eluana Englaro, la donna che, dopo un incidente stradale avvenuto il 18 gennaio 1992 si era ritrovata, allora ventenne, in stato vegetativo permanente, e morta il 9 febbraio 2009 dopo l’interruzione di idratazione e nutrizione assistita, ‘sono diverse rispetto alle condizioni e non voglio accostare i due casi, ma la modalita’ della morte per disidratazione e’ sempre la stessa, dolorosa e traumatica’. Lo ha evidenziato il sottosegretario alla Salute, Eugenia Roccella, ospite di Vladimir Luxuria su Radio 101, parlando del testamento biologico e della legge in discussione alla Camera. La discussione generale del ddl, che ha gia’ ottenuto il via libera del Senato, e’ iniziata nell’aula di Montecitorio il 7 marzo scorso e l’esame dovrebbe riprendere ad aprile con la votazione del testo. E la tesi di Eugenia Roccella, bisogna dirlo, è inattaccabile. Inattaccabile quanto dire che tutte le morti sono morti naturali. DIPENDE DA COME MUORI – Anche il cancro è una morte naturale. Anche un colpo di pistola conduce “naturalmente” alla morte. Se ci fermiamo al mero dato naturalistico, è normale, dunque, che Stefano Cucchi, il ragioniere romano portato d’urgenza al Sandro Pertini, dove i medici si sono disinteressati a lui, dopo che era stato massacrato da agenti di polizia per il mero possesso di alcuni grammi di droga; ed Eluana Englaro, la donna che è rimasta attaccata al sostegno vitale contro la sua volontà “per anni”, siano morti “per disidratazione”. Ovvero, di sete. Normale che Eluana Englaro sia morta disidratata, questo è stato l’esito naturale della disconnessione dal sostegno vitale; normale che Stefano Cucchi sia morto disidratato, questa è stata la conseguenza naturale delle botte che ha preso e dell’incuria che ha sopportato. Quindi, dicevamo, la tesi del sottosegretario Roccella è inattaccabile: quei due sono morti di sete. E’ andata così, se facciamo una fotografia. Se ci fermiamo alla semplice sequenza degli eventi. Si stacca la spina, si muore di sete. Si ammazza di botte uno, e quello muore di sete. Utilizzare queste due morti, assolutamente diverse, ed accomunate solo dall’esito della morte – ma quella, si sa, tocca a tutti – per fare propaganda politica, appare quantomeno indelicato. La Roccella non si fa problemi: il primo fine è sponsorizzare l’approvazione della legge. Secondo Roccella ci sono dei ‘grandi equivoci sulla legge’ fatta per ‘dare la possibilita’ alle persone di dire si’ o no alle terapie, ma questo non vuol dire eutanasia, ci deve essere un confine e idratazione e alimentazione non possono non esserlo. Non si tratta di scegliere una terapia o meno perche’ rinunciare all’alimentazione e all’idratazione porta alla morte anche chi e’ sano, sarebbe un suicidio assistito e noi non abbiamo una liberta’ assoluta di disporre del nostro corpo’. Insomma, per la Roccella, Stefano Cucchi, massacrato e morto in solitudine – di sete, certo – si trovava nella stessa situazione di Eluana Englaro, donna morta per interruzione del sostegno vitale, assistita da quella famiglia che aveva fatto di tutto per adempiere alle sue volontà. Ciò che li accomuna, secondo la Roccella, è un sondino. Ma quello ce l’hanno tutti i malati lungodegenti ospedalizzati. Perchè la Roccella non chiama in causa anche loro per fare un bel parallelo?


Fonte: Giornalettismo

Commenti

Post popolari in questo blog

[VIDEO] Dedicato all'isterico e bisbetico vicequestore Emanuele Ricifari: Chi è costui?

Ecco chi è il vicequestore di Brescia Emanuele Ricifari, colui che sabato ha guidato le cariche contro il corteo di migranti e antirazzisti a Brescia. Il responsabile di piazza che fin dal concentramento in Piazza Rovetta ha ripetutamentee provocato i manifestanti con minacce, anche personali, di arresto e con beceri insulti. Per capire qual'è la sua posizione politica e la sua concezione reazionaria e fascista della polizia, forniamo una documentazione tratta dal sito laboratoriopoliziademocratica.it che descrive quanto accadde nel 2003 quando l'attuale vicequestore era di stanza a Piacenza presso la locale scuola di polizia. Ricifari allora era anche delegato del Siulp, sindacato di polizia, e fu unodei due membri della commissione che ritennero di sanziona un allievo con la "deplorazione" (per poi espellerlo), invece che con una snazione pecuniaria, perchè aveva sostenuto semplicemente di essere "di sinistra" e a Genova 2001 "non tutti i manifestanti

"La polizia ha coperto il raid fascista del figlio di Alemanno"

Due agenti della questura di Roma sotto accusa per una vicenda che - lo racconta Il Fatto Quotidiano - ha coinvolto Manfredi Alemanno, il figlio del sindaco di Roma Gianni. I due poliziotti sono Roberto Macellaro, autista personale nel tempo libero del sindaco e della moglie, e Pietro Ronca, ispettore capo prima del commissariato Flaminio, poi trasferito a Primavalle. Sono indagati per falso in atto pubblico, favoreggiamento e omessa denuncia e l'inchiesta che li riguarda risale al 2 giugno 2009. In quella data l'allora quattordicenne Manfredi Alemanno partecipò insieme ad altri coetanei a una festa nella piscina di un condominio della Camilluccia, quartiere della Roma bene. In quell'occasione vennero fuori cori fascisti e saluti romani. Delle esternazioni di estrema destra non gradite però a tutti coloro che partecipavano alla festa tanto che chi aveva organizzato la giornata decise di invitare il gruppetto di amici a lasciare la piscina. Ed è a quel

Attrice porno a capo dell'ufficio stampa dell'INGV: "sono stata raccomandata da un politico"

Dopo la nomina di un professore di ginnastica a direttore generale , ora si scopre che il capo ufficio stampa dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Sonia Topazio, è un ex attrice erotica 'raccomandata' da un politico, come ha raccontato lei stessa ad alcuni giornali , diventata famosa per il cortometraggio "Benedetta Trasgressione", all'interno film erotico Corti circuiti erotici Vol. 2 di Tinto Brass (la foto è tratta dal film). Alla faccia dei 400 precari dell' INGV che attendono da anni un contratto, lei ammette candidamente di essere raccomandata, tanto in Italia nessuno si scandalizza più e tutti rispondono che "è normale" e "così fan tutti" (ma silenzio o rassegnazione è sinonimo di complicità) a differenza della Germania dove una tale dichiarazione rappresenterebbe un'autodenuncia da galera. Pretende di sapere chi ha divulgato la notizia: “ Vi dico il nome del politico che mi ha raccomandata