
«L’egemonia politica e territoriale della Lega non ha comportato la scomparsa della ‘ndrangheta. A voler essere precisi, s’è realizzata una coabitazione tra Lega e ‘ndrangheta esattamente negli stessi territori. L’equazione “controllo del territorio da parte della Lega = scomparsa dei fenomeni criminali e mafiosi” non è affatto vera; anzi, è falsa. La preponderanza politica della Lega non ha assicurato una minore incidenza mafiosa su quei territori; al contrario, tale incidenza è aumentata. È un dato di fatto, è la descrizione della realtà così com’è; negare l’evidenza non serve a nulla. Serve, semmai, cercare di capire perché ciò sia avvenuto; e per farlo c’è bisogno di armarsi di coraggio e umiltà. Non è, questa, una polemica con la Lega, ma un invito a riflettere rivolto prima di tutto ai militanti e ai dirigenti della Lega, che affermano di battersi per la difesa del loro territorio e della loro identità; e non c’è motivo per non credere che queste intenzioni siano vere».
In sostanza, nel migliore degli scenari possibili per la Lega, e cioè il realizzarsi della secessione, la Padania si scoprirebbe infettata dal germe mafioso nella sua classe dirigente, nell’imprenditoria, nella giustizia, nelle forze dell’ordine e nella società civile, proprio quanto il resto del Paese appena abbandonato. Il che conduce alle domande che, giustamente, pone Ciconte:
«Qualcuno dei dirigenti della Lega ha riflettuto su questo pericolo? E quali rimedi ha immaginato?»
Il Libro:
Omertà, pizzo, infiltrazioni mafiose nel mondo della politica e dell’impresa, summit mafiosi… parole e concetti che rimandano istintivamente al Sud e a quell’immaginario meridionale così ben impresso nella testa di tutti. Eppure la mafia, e in particolar modo la ‘ndrangheta, non è un problema unicamente del Sud, non è affare che riguarda solo “i terun”; e i vari casi di omicidi, estorsioni ecc. registrati al Nord, non sono casi isolati, incidenti di percorso… ne sono una prova lampante gli oltre trecento arresti effettuati dalle forze dell’ordine quest’estate, localizzati per la maggior parte in Lombardia. La Padania è da decenni teatro di loschi affari e di intrecci ancor più sporchi eppure, nonostante se ne parli ormai da tempo, politici e amministratori locali fingono di non vedere o negano spudoratamente l’evidenza. Gli ‘ndranghetisti hanno il controllo di una parte del territorio, hanno molti soldi e li prestano ad usura, si sono impossessati di case, alberghi, bar, ristoranti, pizzerie, supermercati, imprese, sono presenti nei grandi appalti dell’Alta velocità e hanno lambito quelli dell’Expo. È la mafia dei colletti bianchi, degli insospettabili, degli uomini invisibili. Questo libro getta finalmente luce su questa realtà finora sommersa, senza paura di fare nomi e cognomi di politici, imprenditori, professionisti legati a doppio filo alla ‘ndrangheta e che pure continuano a occupare posti di prestigio in Lombardia e in tutto il Nord. Un libro denuncia esplosivo che non mancherà di far discutere a lungo di sé.
Fonte: Brescia Point
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