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L'Aquila, tasse e mille proroghe


"Il governo Berlusconi si dimentica dell'Aquila e del terremoto, nonostante le promesse, nel decreto milleproroghe. Prorogano tutto anche le tasse per l'alluvione del Veneto ma L'Aquila viene uccisa. Ci mobilitiamo. Alle 17 in Piazza Duomo su convocazione del Sindaco. Passateparola".

Con queste poche righe pubblicate in Rete su blog e Facebook, i cittadini abruzzesi si erano dati appuntamento dopo aver appreso che
il rinvio della restituzione delle tasse sospese per i terremotati non sarebbe stato inserito nel decreto milleproroghe approvato dal governo.
Per questo sono scesi in piazza, nel cuore della loro città illuminata a festa per il Natale, ma ancora deserta, transennata e chiusa al traffico e alla sua gente.

Il primo a volere spiegazioni e delucidazioni al governo sulla restituzione dell'ammontare delle tasse sospese per 14 mesi a causa del terremoto dell'Abruzzo è i il sindaco de L'Aquila, Massimo Cialente, che insieme al presidente della Regione Gianni Chiodi e al presidente della Provincia Antonio Del Corvo è andato a Palazzo Chigi.
"Rischiamo di essere quelli che pagheranno di più - ha detto Cialente - Siamo qui per verificare" se effettivamente nel decreto Milleproroghe sia saltata la norma che regola e differisce la restituzione al fisco delle imposte sospese, dice arrivando il governatore Chiodi. La questione, spiega il sindaco, è che "a differenza di altri casi noi rischiamo di dover pagare il 100%" delle imposte sospese mentre in altre occasioni sarebbe stata pattuita una percentuale minore e per di più spalmata negli anni. La restituzione, precisa ancora Cialente, "rischia di essere pretesa dal 1 gennaio".

Intanto, dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi arriva un tentativo di apertura.
"Spero di poter arrivare a spostare dal primo di gennaio al primo luglio il termine di inizio di questo pagamento", ha detto il premier aprendo la. "Spero di poterlo fare, la Ragioneria generale dello Stato sta facendo i conti".
Fonte: Skytg24


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