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Super lobby: Fede, politica e affari: il “boom” di Comunione e Liberazione



Una super lobby, ma anche una realtà di fede. Un network potentissimo, che spazia dagli affari alla politica, dalla finanza all’industria; ma anche una galassia di realtà non profit che realizzano opere caritatevoli che portano aiuto a molte persone in difficoltà. I suoi detrattori affermano che è più potente dell’Opus Dei, più efficiente della massoneria, più «connessa» di Confindustria. È in questa duplice natura il fascino e l’attrattiva di Comunione e liberazione, un network di potere che sta conquistando crescenti posizioni in Italia e all’estero.

Una battuta che ricorre nelle alte sfere del Vaticano, tra cardinali e alti prelati, dà l’idea di quanto sia ormai forte Cl: «L’obiettivo di Comunione e liberazione? Il prossimo Papa e il prossimo premier». Uno scenario che non appare affatto improbabile, con importanti figure come Angelo Scola, cardinale e patriarca di Venezia organico a Comunione e liberazione, che viene indicato come possibile successore di Ratzinger.

Al di là dei rumors, il movimento creato nel ’54 da don Luigi Giussani rappresenta oggi un fenomeno di grande interesse; ed altrettanto stimolante sul piano analitico è il suo braccio economico, la Compagnia delle opere. Le imprese e i professionisti che la compongono sono una rete solidissima, che si integra e assiste le altre realtà del movimento. I numeri della Compagnia delle opere sono impressionanti: 41 sedi in Italia e in altri 17 paesi, 34.000 imprese e 1000 associazioni no-profit. Il fatturato complessivo è stato stimato in almeno 70 miliardi di euro. Numeri in difetto perché tengono conto soltanto delle imprese iscritte alla Cdo. Soltanto la sezione milanese della Cdo conta più di 6000 aziende di tutti i comparti e le tipologie. Già nel 2008 il numero di associati della Cdo di Milano ha superato quelli di Assolombarda.

Comunione e Liberazione esprime un leader, Roberto Formigoni, che guida da 15 anni una regione, la Lombardia, che con un bilancio di 24,9 miliardi di euro è più importante di molti piccoli Stati dell’Europa allargata. Ma Cl e Cdo si stanno espandendo con forza anche nella "rossa" Emilia Romagna, in Piemonte, in Lazio, in Calabria, in Sicilia; mentre all’estero è ormai presente in 70 paesi, dove conta su forti presenze, tanto che ormai il leader spirituale di Cl è uno spagnolo, monsignor Julian Carron, succeduto a Giussani alla sua morte, nel 2005. Straniero anche il presidente della Compagnia delle Opere, il tedesco Bernhard Scholz.

Comunione e Liberazione vanta forti simpatie e sostegni nella politica: da Silvio BerlusconiIl Sabato nel ’78 e premier indicato apertamente da Cl e Cdo in varie tornate elettorali) a Pierluigi Bersani (ospite fisso del Meeting di Rimini) fino a Enrico Letta, Francesco Rutelli, Matteo Renzi, e molti ancora. Oggi però esprimono «vicinanza» a Comunione e liberazione big dell’economia e protagonisti della finanza come Corrado Passera, Sergio Marchionne (ospite d’onore al Meeting 2010), il numero uno di Generali Cesare Geronzi, il presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, top manager di multinazionali come Enel e Edison, noti professori universitari, giornalisti, medici, imprenditori. (sostenitore de

Al fenomeno Cl è dedicato un corposo libro di inchiesta, La Lobby di Dio (dal 25 novembre in libreria per Chiarelettere) di Ferruccio Pinotti, che in 480 pagine fitte di dati e ricche di oltre 60 interviste, illumina per la prima volta un mondo in grande crescita. Un potere che sembra inarrestabile. «Questo nostro modello conquisterà l’Italia», disse una volta Roberto Formigoni. Il modello, in gergo ciellino, si chiama «amicizia operativa». E oggi sempre più imprese, complice la crisi finanziaria, si avvicinano a Cl per godere dell’ombrello protettivo della Compagnia delle opere. La Cdo ha infatti stretto accordi con banche come Unicredit, Intesa-San Paolo, Bnl, Banco Popolare, Popolare di Milano; e la battuta che gira tra molti imprenditori in crisi è che «se non sei della Cdo non hai accesso al credito».

I critici di Cl sostengono che, sfruttando il mantra della sussidiarietà, Cl e Cdo hanno colonizzato la sanità lombarda, privatizzandola rapidamente (le strutture private nei 15 anni di guida fomigoniana sono cresciute esponenzialmente) ed occupandola con i suoi uomini. Identiche accuse sono state rivolte relativamente alla guida di società ad hoc create dalla Regione come Finlombarda, Infrastrutture Lombarde, Cestec, Ferrovie Nord, Fiera di Milano.

- VEDI ANCHE LA PUNTATA DI REPORT -

Ma nella sezione dell’inchiesta intitolata «Tutti i business della Compagnia della opere», Pinotti investiga a fondo i core business della Cdo, da Milano alla Sicilia: l’occupazione della scuola, gli anziani e l’assistenza, i trasporti, l’energia, le mense, i servizi alle imprese. Una parte importante dell’inchiesta è quella legata all’espansione di Cl e Cdo nel mondo universitario: attraverso la costruzione di residenze e studentati, ma anche con un’occupazione culturale che emerge in tutta la sua forza dalle molte interviste raccolte.

C’è anche un risvolto giudiziario, che ha sfiorato le attività di Cl. Con interviste, testimonianze e atti processuali, La Lobby di Dio ricostruisce inchieste come quella sulla Cascina (mense e ristorazione), l’operazione Why Not in Calabria, l’inchiesta sulle tangenti in Trentino, lo scandalo Oil for Food, l’indagine Montecity a Milano, fino all’inchiesta di Padova sui fondi europei, che ha visto recentemente rinviati a giudizio i vertici della Compagnia dele Opere del Nordest.

Il libro-inchiesta però non affronta solo la parte pubblica di Comunione e liberazione: Pinotti è entrato nel modo di essere del movimento, dentro un sistema di valori che origina quasi una realtà parallela, visibile e allo stesso tempo segreta, misteriosa pur se sotto gli occhi di tutti. Questa chiave di lettura è proposta attraverso il racconto dei suoi membri: dai semplici simpatizzanti che ogni anno, a fine agosto, si ritrovano al Meeting di Rimini ai più severi militanti noti come Memores Domini, l’élite di Comunione e liberazione, i laici che dedicano la loro vita a Cl vivendo nella castità e nell’obbedienza più rigorosa, pur ricoprendo nel mondo incarichi importanti, ruoli e responsabilità politiche ed economiche di primo rilievo, come lo stesso Formigoni. Voci, atmosfere, testimonianze e storie toccanti, anche di persone che si sono lasciate alle spalle con dolore l’esperienza di Comunione e Liberazione.

Ma quale sarà l’evoluzione di Cl? Nella quinta parte, «Il futuro di Cl», l’inchiesta si interroga sul futuro del movimento, che trovò l’11 febbraio 1982 ampio riconoscimento formale da Giovanni Paolo II, un Papa che ha aiutato in maniera determinante i movimenti di chiara impronta conservatrice. Ma il potere raggiunto da Cl sotto il papato di Ratzinger, un pontefice (assistito tra l’altro proprio da «suore laiche» di Cl) è crescente. Benedetto XVI vede in Cl il think thank della sua Chiesa, il serbatoio da cui probabilmente pescherà il suo successore: un progetto ambizioso che punta proprio su uno dei grandi protettori di Cl in Vaticano, il cardinale Angelo Scola. Il movimento quindi guarda lontano, con idee chiare e obiettivi precisi, forte di solidi riferimenti nella Chiesa, nella politica, nell’economia e nella finanza.

Dal vangelo secondo Matteo (21, 12-15):
"Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tutti quelli che vi trovò a comprare e a vendere; rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: "La Scrittura dice:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera
ma voi ne fate una spelonca di ladri".





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