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Napoli, i rifiuti sono sempre li


Della vicenda e delle sue ripercussioni politiche si è occupato anche l’International Herald Tribune, che ha pubblicato un articolo su Terzigno. Secondo l’Herald, la popolarità di Berlusconi sarebbe “precipitata”. Il premier italiano, si legge, nel 2008 ha vinto le elezioni promettendo di eliminare l’immondizia a Napoli e dintorni. E dopo aver “chiamato l’esercito, aperto nuovi siti e costruito nuovi impianti”, Berlusconi “ha dichiarato vittoria con squilli di trombe”. Oggi però, prosegue l’articolo, “quella vittoria è rimasta incompiuta”. E, davanti alle nuove promesse, “questa volta qualcosa è diverso: in pochi ormai gli credono”. Per anni Berlusconi “è riuscito a sopravvivere grandiose promesse”, ma adesso fatica a “mantenere la presa sulla traballante coalizione di centro-destra” e la sua popolarità sta “precipitando”. “In mezzo ai mucchi, l’Italia in un clima da discorsi-spazzatura”, titola il giornale. “A Terzigno – scrive ancora l’Herald – c’è forse il primo segnale che l’atteggiamento ‘non nel mio giardino’ comincia a avere ramificazioni nazionali: i residenti non solo non vogliono l’immondizia in casa, ma, per la prima volta da quando è stato eletto nel ‘94, sembrano non voler lì neppure Berlusconi”.

"Fra tre giorni a Napoli non ci saranno più rifiuti" parola di Silvio Berlusconi subito dopo la visita al termovalorizzatore di Acerra ieri, giovedì 28 ottobre. Per ora, questa mattina Napoli si è svegliata con 1.950 tonnellate di rifiuti per le strade. E i cumuli sono in aumento a causa delle proteste, oggi sono 450 tonnellate in più rispetto a ieri. “La situazione è grave”, spiega l’assessore comunale all’Igiene urbana Paolo Giacomelli. Responsabili del rallentamento delle operazioni di scarico dei rifiuti sono, a questo punto, i manifestanti di Chiaiano. Nella notte un presidio pacifico del comitato permanente antidiscarica della periferia nord di Napoli ha infatti ancora una volta bloccato gli autocompattatori e non è stato possibile scaricare i rifiuti fino all’1,30, spiega ancora l’assessore.

“Ieri siamo riusciti a sversare soltanto 800 tonnellate in giornata, le proteste a Chiaiano hanno inciso pesantemente sulla raccolta – continua Giacomelli –. Avendo iniziato a conferire solo in nottata, si è riusciti a sversare soltanto 500 tonnellate a Chiaiano”. Il risultato è visibile nel centro storico di Napoli, piazza Municipio, i quartieri Avvocata Montecalvario e San Carlo all’Arena, dove i camion non sono proprio passati per la raccolta. La speranza, adesso, è il sito di Taverna del Re: “Dalla scorsa notte le operazioni sono proseguite bene a Giugliano, e oggi si spera di poter recuperare lì”.

All’alba sono iniziati i primi sversamenti a Taverna del Re, alla periferia di Giugliano appunto. Il sito è stato riaperto ieri mattina con un’ordinanza del presidente della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro. I pochi manifestanti che hanno presidiato per l’intera notte il sito non sono riusciti a bloccare i camion, come avevano invece fatto nella giornata di ieri. Il sito di Taverna del Re, che già accoglie circa 6 milioni di tonnellate di spazzatura, dovrebbe ricevere, secondo quanto previsto dall'ordinanza di Cesaro, altre 10 mila tonnellate di spazzatura, provenienti per la maggior parte dalla città di Napoli. La struttura, chiusa circa 2 anni fa dopo settimane di mobilitazione e grazie ad un’intesa raggiunta con l’allora commissariato di governo, dovrebbe rimanere in attività per 30 giorni.

La situazione resta critica anche in diversi comuni della provincia, iniziando proprio dal comune di Giugliano dove, lungo le strade, ci sarebbero a terra oltre 900 tonnellate di rifiuti. Mentre a Napoli è tornato il problema dei roghi sui cumuli di sacchetti abbandonati per strada.

Intanto sono rimasti in pochi a presidiare la scorsa notte la Rotonda Panoramica, l’area di accesso a via Zabatta, la strada della discarica di Terzigno. Il clima è di attesa in vista della ripresa, nelle prossime notti, del passaggio dei camion diretti alla discarica dopo lo stop ai conferimenti deciso per la messa in sicurezza della cava. Sarà un momento cruciale per capire la reazione dei manifestanti. Ieri i comitati hanno manifestato pubblicamente il loro dissenso rispetto alla riapertura della discarica Sari che sarebbe inquinata, sostengono, in maniera irreversibile e ne hanno chiesto l’immediata chiusura e bonifica.

La non apertura della seconda discarica nel Parco nazionale del Vesuvio, in Cava Vitiello, è inoltre la richiesta principale del sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella, che insieme agli altri primi cittadini non ha firmato l’intesa proposta dal sottosegretario Bertolaso. La richiesta dei manifestanti è di andare oltre l’impegno alla non apertura, con una modifica della legge in materia.

“Bertolaso non ci frega!” è lo slogan del manifesto affisso nei diversi centri e sui volantini distribuiti in queste ore. “È ora di dire basta alla repressione indiscriminata verso i cittadini che lottano per la vita. I cittadini non si lasciano intimorire dall’ennesima promessa beffa del duo Bertolaso-Berlusconi”, spiegano i manifestanti.
Fonte: Skytg24

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