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"Join the navy" all'italiana

Lezioni degli ex militari ai liceali, protesta in piazza degli studenti.


MILANO - Un gruppo di studenti e militanti del centro sociale milanese Cantiere e del Coordinamento dei collettivi studenteschi di Milano ha dato vita ad una protesta, davanti agli uffici dell'Unuci (Ufficio nazionale ufficiali in congedo d'Italia) in via Bagutta, per protestare contro il protocollo - siglato dalla direzione scolastica della Lombardia e dal comandante regionale dell'Esercito - che prevede lo svolgimento di lezioni da parte di ex soldati nelle scuole superiori. Il progetto, alla quarta edizione, si chiama «Allenati per la vita» e ha tra gli obiettivi, secondo quanto si legge sul sito delle Forze armate, quelli di «far vivere ai giovani delle scuole superiori esperienze di sport e giochi di squadra, ma anche introdurre corsi specifici e prove tecnico/pratiche, per avvicinare la realtà scolastica alle Forze armate, ai Corpi dello Stato e alla Protezione Civile e Gruppi Volontari di Soccorso. Vivere questo momento come stimolo per toccare con mano i valori della lealtà, dello spirito di corpo e di squadra, oltre ad acquisire senso di responsabilità e rispetto delle regole e dei principali valori della vita».
L'IRRUZIONE - I ragazzi hanno fatto irruzione nella sede dell'Unuci per porre alcune domande riguardo al progetto che, secondo quanto denunciano, «prevede l'addestramento militare degli studenti». Respinti subito fuori dagli uffici, i manifestanti si sono diretti verso la metropolitana di piazza Duomo, tra cori, striscioni e fumogeni. Sono però intervenuti agenti della polizia e carabinieri che li hanno bloccati nel mezzanino. Dopo essere stati identificati dagli agenti, i ragazzi hanno potuto lasciare la stazione, tra la curiosità dei passanti e dei turisti che si sono a lungo fermati per vedere quanto succedeva e leggere lo striscione.

GLI STRISCIONI - I manifestanti hanno posizionato uno striscione in strada: «Contro ignoranza, razzismo e precarietà ribellati per la vita. Diserta la scuola della guerra». Scanditi durante la protesta anche cori contro i finanziamenti alle missioni. Uno di questi era: «I soldi per la scuola si devono trovare tagliando la spesa militare». Tra gli slogan esposti sul cartelli: «Make school not war», «Stupri, omicidi, torture e bombe al fosforo: questa è la cultura militare».

LE MATERIE DI STUDIO - Il progetto «Incontri Esercito Scuola» costituisce una delle iniziative del protocollo «Allenarsi alla Vita» siglato a Milano il 5 ottobre 2009 dal dirigente scolastico regionale Giuseppe Colosio e dal generale Camillo De Milato, con il supporto del ministero della Pubblica Istruzione e di quello della Difesa. Sono stati coinvolti oltre 800 studenti, 140 istruttori militari in congedo, 27 docenti, 38 scuole secondarie superiori. Le lezioni teoriche si terranno presso le sedi Unuci e del Cme Lombardia. Il programma è costituito da 6 incontri addestrativi (inizio 24 ottobre) sulle seguenti materie: «1. cultura militare 2. topografia ed orientamento 3. diritto costituzionale 4. difesa nucleare, batteriologica e chimica 5. trasmissioni 6. armi e tiro 7. bls e primo soccorso 8. mezzi dell’esercito 9. superamento ostacoli 10. sopravvivenza in ambienti ostili». Alla fine del periodo invernale è prevista una gara provinciale: «Nella competizione si mettono in atto tutte le tematiche che vengono trattate durante il corso di formazione», si legge nel programma sul sito delle Forze armate.

LA POLEMICA - L'iniziativa, che in Lombardia è alla sua quarta edizione ma che viene «sempre di più sospinta dal Ministro Gelmini e dal Ministro La Russa», come si legge sul sito, ha suscitato diverse polemiche. Tra le perplessità sollevate da docenti, genitori e studenti, e riprese tra gli altri dal settimanale «Famiglia Cristiana», c'è per esempio il fatto che, tra le tante discipline olimpioniche esistenti, dalla canoa alla corsa a ostacoli, nell'ambito dell'insegnamento di Cittadinanza e Costituzione si sia scelto proprio il tiro con la pistola. Ci si chiede inoltre perché mescolare salvataggio, nuoto, roccia, assistenza, orientamento con attività militaresche come i «corsi di sopravvivenza in ambienti ostili»; perché formare «pattuglie di studenti» vestiti in mimetica, eccetera. Il ministro La Russa ha precisato che, pur avendo condiviso e quindi rinnovato l'iniziativa, probabilmente la sopprimerà il prossimo anno per concentrare le risorse sulla «mini-naja», rivolta a studenti maggiorenni.

Articolo tratto da il corriere della sera.
Voglio sottolineare i due punti che motivano tale iniziativa.
1)"Far vivere ai giovani delle scuole superiori esperienze di sport e giochi di squadra, ma anche introdurre corsi specifici e prove tecnico/pratiche, per avvicinare la realtà scolastica alle Forze armate, ai Corpi dello Stato e alla Protezione Civile e Gruppi Volontari di Soccorso."
2)"Vivere questo momento come stimolo per toccare con mano i valori della lealtà, dello spirito di corpo e di squadra, oltre ad acquisire senso di responsabilità e rispetto delle regole e dei principali valori della vita".
Il secondo mi lascia un pò sconcertato.
Mi sembra di rivivere un episodio simpsoniano per favorire l'arruolamento nella marina. Evidentemente i cartoon statunitensi non sono presi a modello solo dai "più piccoli".

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