Passa ai contenuti principali

A Brescia discriminazioni razziali


Una ventina di Comuni bresciani chiamati a rispondere del proprio operato e 15 sentenze di condanna emesse dai vari tribunali interpellati. Sono i numeri del fenomeno «discriminazione amministrativa» a Brescia e provincia. I dati arrivano dalla Cgil che, con la Fondazione Piccini e l'Asgi (Associazione per gli sudi giuridici sull'immigrazione), si è assunta l'onere di intraprendere le necessarie iniziative legali di contrasto alle politiche discriminatorie. Iniziative legali che, fino a oggi, sono sempre andate a bersaglio, visto che su 15 ricorsi presentati sono arrivate altrettante condanne per discriminazione, mentre i contro-ricorsi dei Comuni (vedi i casi di Brescia, Trenzano e Chiari) sono sempre stati respinti.

Ma i numeri del fenomeno non si esauriscono nelle aule dei tribunali: alle 15 ordinanze emesse dai vari giudici vanno aggiunte le segnalazioni inoltrate dalla Cgil all'Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e alla Prefettura, e le lettere di diffida recapitate ai Comuni a rischio discriminazione, lettere che in più di un caso sono bastate per far tornare sui propri passi sindaci e assessori.

I DATI dicono che l'ambito nel quale i Comuni bresciani tendono a discriminare è quello amministrativo, di solito in riferimento alle politiche sociali (bonus bebè, borse di studio, integrazione degli affitti e delle rette scolastiche) e alla concessione della residenza. E proprio la gestione discriminatoria dell'anagrafe è il fenomeno più diffuso a livello provinciale.

La prassi, diventata quasi un modello da imitare, è quella dell'ostruzionismo, coi cittadini extracomunitari costretti a presentare documentazioni aggiuntive (solitamente garanzie sul reditto e sulla condizione dell'alloggio) rispetto agli italiani. Non mancano i casi di stranieri, provvisti di permesso di soggiorno (il che rappresenta garanzia sufficiente secondo la legge italiana) costretti ad aspettare due anni per ottenere la residenza, con tutti i disagi che ne derivano. In queste situazioni il Comune non solo discrimina, ma si arroga competenze che non gli sono in alcun modo attribuite dalla legge.

Numericamente cospicui anche i casi di sbarramento contro gli extracomunitari nell'accesso a borse di studio, bonus bebè e altre prestazioni sociali. In quest'ambito la vicenda più eclatante è stata quella del comune di Brescia, che ha fatto da apripista a Castelmella, Chiari e (ultimo pronunciamento di un tribunale in ordine di tempo) Adro.

Infine fa un po' storia a sé il caso Trenzano, dove il primo cittadino aveva tentato di imporre l'uso della lingua italiana nelle riunioni da tenersi in luoghi pubblici. Nel mirino del Comune era finito un centro islamico che aveva appena aperto i battenti in paese. Il Tar prima e il Tribunale di Brescia (per due volte) hanno dato ragione ai ricorrenti, definendo illegittima e discriminatoria l'ordinanza.

Tratto dal blog Brescia point

Commenti

Post popolari in questo blog

Dieci volte peggio dei nazisti di Piergiorgio Oddifreddi

(Quest'articolo e' apparso per poco tempo sul blog autori di Repubblica online). Uno dei crimini più efferati dell’occupazione nazista in Italia fu la strage delle Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi “giustiziarono”, secondo il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per l’attentato di via Rasell a compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio, nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A istituire la versione moderna della “legge del taglione”, che sostituiva la proporzione uno a uno del motto “occhio per occhio, dente per dente” con una proporzione di dieci a uno, fu Hitler in persona. Il feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l’ordine a Herbert Kappler, l’ufficiale delle SS che si era già messo in luce l’anno prima, nell’ottobre del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest’ultimo lo eseguì con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero d...

Milano, i veleni di Santa Giulia “Bomba biologica”. Sequestrata l’area

Cadmio, cromo esavalente, cloroformio, arsenico. Sono queste le sostanze tossiche presenti nel terreno del quartiere di Milano Santa Giulia e a poco poco penetrate sino alla falda da dove viene pompata l’acqua destinata a finire dei rubinetti dei cittadini. I milanesi, che ora si trovano di fronte a una vera e propria “bomba biologica” (così la definiscono i magistrati nell’ordinanza) scoprono così a spese della loro salute il prezzo del malaffare. Teoricamente, infatti, la zona, di proprietà dell’immobiliarista Luigi Zunino , era stata ripulita da Giuseppe Grossi , il re delle bonifiche, finito in carcere lo scorso ottobre per truffa e riciclaggio. Milioni e milioni di euro di fondi neri che Grossi, amico di Paolo e Silvio Berlusconi e legato a tutti i più importanti esponenti della politica lombarda, accantonava all’estero. Adesso l’indagine su Grossi, che ha già portato a patteggiare una pena per riciclaggio anche Rosanna Gariboldi , la moglie del potente parlamentare pavese Gian...

Il PD al capolinea secondo Grillo

Buongiorno, siamo su tutti i giornali con delle facce terribili! Poi la gente che mi incontra per la strada mi dice “ma allora sei normale!” Dunque il Partito Democratico è completamente alla frutta. Non si sa più cosa sia. Fassino dice che il Partito Democratico non è un taxi. Bersani dice che il Partito Democratico non è un autobus e la Melandri dice che il Partito Democratico non è un tram. L’unica cosa certa che sappiamo del Partito Democratico è che non è un veicolo a motore. Sono veramente alla frutta. Sono andato per iscrivermi ad Arzachena. Sono andato con due garanti - perché ci vogliono due garanti che testimonino che tu sei tu – è venuto “Dughedaivezizzegazu” e il macellaio “Guzuguzu Paracheguzu”. Mi hanno detto che potevo fare la domanda, “ma la tessera non te la possiamo dare”. Ci siamo seduti in un bar. Ho compilato la mia domanda e ho pagato 16 euro. Ne bastavano 15, ma uno gliel’ho dato di stecca. Adesso sono riuniti in un consiglio provinciale e dicono che la mia...