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La denuncia dell'Authority sui lavori pubblici



Il settimanale Terra da ampio spazio alla relazione annuale al Parlamento dell'Authority sui lavori pubblici che secondo il presidente uccide le realtà oneste.
Gravissima accusa al “modello Bertolaso” e ai “grandi eventi”.

Una relazione che suona come una sonora bocciatura. Ad un sistema che fa dell’emergenza la normalità. E a un settore inquinato da eccessiva complessità normativa, scarsa trasparenza, inadeguata qualificazione degli enti pubblici che bandiscono le gare e disfunzioni dovute al ricorso all’arbitrato. Nel presentare al Parlamento il bilancio di un anno di attività, il presidente dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture Luigi Giampaolino ha evidenziato come l’attenzione dell’Authority sia stata «destata dall’insorgere, all’interno della pubblica amministrazione, di gravi episodi di corruzione ed illegalità che hanno riguardato proprio il settore di competenza, ancora una volta e con ciclicità preoccupante».

Una pubblica amministrazione malata, dove «il mancato rispetto delle regole e la presenza radicata e diffusa della corruzione è causa di una profonda e sleale alterazione delle condizioni concorrenziali che può contribuire ad annientare le imprese oneste, costringendole ad uscire dal mercato». Un capitolo a parte, nella relazione è dedicato al “modello Bertolaso”, ossia alla gestione da parte della protezione di lavori pubblici: dai grandi eventi (G8, mondiali di nuoto) al terremoto in Abruzzo. Nella relazione annuale L’Authority ha preso in esame anno per anno, dal 2001, l’andamento degli appalti gestiti «in regime di emergenza» con ordinanze di protezione civile. Ed ha rilevato una «tendenza all’incremento» raggiungendo nel 2009 il picco più alto per numero (49 ordinanze) e spesa globale (3,94 miliardi).

Picco che «si giustifica prevalentemente» con l’emergenza del terremoto in Abruzzo. Negli ultimi dieci anni, sottolinea il presidente dell’Authority, Luigi Giampaolino, «una fetta rilevante di spesa pubblica è stata impiegata per per investimenti relativi a contratti sottratti in tutto o in parte non solo all’osservanza delle procedure previste dal Codice dei contratti degli appalti ma, in alcuni casi di non poca rilevanza e specialmente nell’ambito dei “grandi eventi”, anche ad ogni attività di rilevazione e controllo da parte dell’Autorità di vigilanza».

Nella relazione, inoltre, «si rappresenta il timore che il sistematico ricorso a provvedimenti di natura emergenziale, celando l’assenza di adeguate strategie di intervento per la soluzione radicale del problema, si risolva in una sistematica ed allarmante disapplicazione delle norme del codice degli appalti». Per tali ragioni, sottolinea ancora l’Authority, «si rappresenta, per il futuro, ed al ricorrere di casi analoghi che dovessero necessitare di ripetuti interventi, l’opportunità di predisporre, anche sulla base di una attenta programmazione che tenga in adeguato conto i segnali più allarmanti che provengono dal territorio, provvedimenti generali di natura strutturale piuttosto che emergenziale». Più in particolare, il terremoto in Abruzzo e la ricostruzione dell’Aquila, oltre il gravissimo incidente ferroviario alla stazione di Viareggio, sono stati oggetto di disposizioni urgenti alla base di ordinanze che tra il 2009 e il 2010 hanno previsto stanziamenti per 638.689.480 euro.

Una cifra ulteriormente lievitata in virtù di ulteriori fonti normative che hanno fatto crescere l’importo complessivo di tali stanziamenti per l’anno 2009 a 1.636.666.303 euro e per l’anno 2010 a 560.000.000 euro. L’importo relativo alle gare effettuate in Abruzzo ammonta, ad oggi, ad un totale di 1.149.969.043,29 euro, per interventi suddivisi, nell’ambito del Progetto Case, in Map (casette di legno), Musp (scuole) e Mep (chiese provvisorie). Complessivamente, sono state realizzate, 471 gare, molte delle quali mediante procedure negoziate, per estrazione a sorte o ad inviti. Soltanto 11 gare sono state effettuate con procedura aperta, ma l’importo totale di queste ammonta a 726.000.000 euro, pari al 63% dell’importo complessivo di tutte le gare espletate.

Accanto agli interventi di natura emergenziale, sottolinea l’Authority, una fetta rilevante della spesa relativa alle ordinanze urgenti riguarda quelle legate ai cosiddetti “grandi eventi”. Nozione, secondo l’Autorità «applicata a fattispecie assai disomogenee ed in ogni caso prive dei requisiti di contingibilità (intesa come imprevedibilità) ed urgenza». Ebbene, il governo italiano per due appuntamenti ampiamente prevedibili come la presidenza italiana del G8 e le celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, nel periodo compreso tra l’anno 2007 e l’inizio del 2010, ha stanziato oltre un miliardo di euro per il primo e circa 240 milioni per il secondo.

Il finale della relazione è un monito per il futuro perchè, come rileva ancora l’Autorità, «il ricorso ad una nozione tanto generica di “grande evento” non sarà riproponibile per il futuro, alla luce di quanto chiarito dalla Corte dei Conti nella recente deliberazione n. 5/2010». Ossia, che i grandi eventi, per rientrare nella competenza della Protezione Civile, debbono appartenere al più ampio genere costituito dalle situazioni di grave pericolo.

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