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Farefuturo e l'Italia


Più passa il tempo e più mi riconosco in quello che scrive Giovanni Marinetti sul sito internet Farefuturo web magazine.
L'editoriale di Marinetti è incentrato sulle due vergognose pagine della storia della nostra nazione, la richiesta di legittimo impedimento da parte del neo ministro Aldo Brancher e la sonora uscita dal Mondiale di Sud Africa dell'Italia allenata da Lippi.
Buona lettura e riflettete su quanto il movimento FareFuturo rappresenti davvero la vera destra politica del paese e non solo.


Insomma, leggendo i giornali, pare una specie di lutto nazionale. Su Repubblica Romagnoli scrive: «Una generazione è stata calpestata per rendere alla precedente un omaggio che è diventato umiliazione.
Ma se l'è meritato: nessuno si fa mai da parte, se non ha le ossa rotte. Siamo l'Italia di Cannavaro e Camoranesi: non stanno più in piedi ma continuiamo, senza rispetto per sé e per chi è costretto ad aspettare il proprio turno. Siamo l'Italia dove c'è chi si fa vanto di aver dato uno spiraglio ai quarantenni. I quarantenni, santo cielo. Dove chi dirige la baracca è stessa faccia che torna, a furor di popolo. La giovantù da noi non brucia: manco s'accende, partita finita, leggo “Gioventù”, appunto, di Coetzee (Einaudi). Sottolineo: “Che altro è necessario se non una sciocca, insensibile ostinazionae, unita all'essere pronti a fallire e a fallire ancora?” ».

Per Gramellini sulla Stampa, è un Paese senza futuro: «È da mesi che in tutti i tinelli d’Italia stiamo scrivendo questo articolo. La vita non è quasi mai un romanzo, ma un concatenarsi di eventi prevedibili.
Persino in una scienza inesatta come il calcio. Se giochi contro squadre più scarse che ti costringono a fare gioco, tu che un gioco non lo hai mai avuto, perdi (parola di Gianni Brera, nei secoli dei secoli). Se hai vinto un campionato del mondo e ne affronti un altro con lo stesso gruppo, perdi (Pozzo rivinse perché cambiò 9 giocatori su 11 e dei due sopravvissuti uno si chiamava Peppin Meazza). Se lasci a casa i pochi artisti che ti passa il convento perché sono impegnativi da gestire e tu invece trovi più comodo far marciare in riga dei soldatini, perdi. Se mandi in campo uno stopper di trentasette anni che è stato una diga in gioventù, ma adesso verrebbe saltato in velocità anche da una lumaca obesa, perdi. (...) Lippi presuntuoso, Lippi confuso, Lippi logoro: il tiro al bersaglio è fitto ma durerà poco. Gli abitanti della città delle emozioni (noi) hanno l’indignazione facile, però a smaltimento rapido. Il fantasma della Corea inseguì il c.t. Mondino Fabbri fino alla tomba. Quello della Slovacchia svanirà dopo il primo gol della nuova Nazionale di Prandelli. Non portare Balotelli in Sudafrica è servito almeno ai giornali per poter titolare speranzosi nei prossimi giorni: l’Italia riparte da Balotelli. In realtà bisognerebbe ripartire dal rafforzamento dei settori giovanili e dalla ristrutturazione degli stadi, mostri polverosi e semivuoti, abbandonati dalla piccola borghesia che non se li può più permettere. Investire sugli uomini e sulle strutture. Sembra una delle tante prediche inutili intorno all’economia italiana. I problemi sono gli stessi e si riducono a uno: assenza di visione del futuro. In questa Italia alla deriva, dove nessuno ha tempo e voglia di programmare, si prediligono le soluzioni spicce. La Corea fu uno choc profondo in un Paese ancora parzialmente serio e portò all’autarchia calcistica, con l’esclusione di oriundi e stranieri dal campionato. La Slovacchia è uno choc evaporabile e in un mondo senza più frontiere condurrà semmai alla decisione opposta: far passare per italiano anche chi non lo è. Possibile che Messi e Milito non abbiano nemmeno una nonna di Castel Volturno?».

Stavolta, ed è l'ennesima, proviamo a impararla la lezione? O c'è qualche (legittimo) impedimento per poterlo fare?

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