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Sandro Pertini, 20 anni dopo


Quando il 24 febbraio del 1990 Sandro Pertini moriva, io ero troppo piccolo per capire chi era e cosa avesse fatto. Però qualche anno dopo mi fu regalata la videocassetta della finale dei Mondiali del 1982, Italia- Germania Ovest, disputatasi a Madrid 11 luglio. Attraverso quel filmato vidi il grande Sandro Pertini festeggiare ad ogni goal della nostra nazionale vicino al Re Juan Carlos sugli spalti del Bernabeu e scopri della partita a scopone scientifico fatta dal presidente sull’aereo di ritorno assieme ai giocatori e al Ct Bearzot. Sandro Pertini, nato in un piccolo paese Ligure Stella San Giovanni nel 1896 è stato un protagonista della storia politica italiana e a venti anni dalla sua morte si sente sempre di più la mancanza di un politico come lui. Soprattutto in questo periodo nel quale lo stesso Silvio Berlusconi richiede delle liste politiche pulite per le elezioni regionali. Pertini si oppose al fascismo sin da subito e lottò contro i tedeschi come partigiano e Toto Cutugno lo ricorda in una canzone. Indro Montanelli scrisse che non fu un grande italiano, però non gli si possono negare le sue qualità. Pertini era un vero politico; parlava alla gente, simpatico, ex partigiano che non ha mai rinnegato il suo passato, amava l’Italia per davvero ed era soprattutto molto umile. L’attuale presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ha ricordato la figura di Pertini in questi giorni, forse perché al nostro attuale presidente gli piacerebbe essere ricordato alla stesso modo. Ma non credo sarà così, spero che qualcuno faccia luce su una notizia che gira in molte redazioni giornalistiche e di cui non si parla. Napolitano pare abbia appoggiato la riforma dell’Università, voluta dal Governo in modo da agevolare il figlio alla carriera universitaria, presso l’Università La Sapienza di Roma. Non commento questa notizia, spero solo sia falsa. Però l’Italia è sempre un grande paese di cui Sandro Pertini è stato protagonista e credo che possiamo cambiare, dobbiamo farlo.

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