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Festival di indigestioni


E’ Febbraio, e come ogni anno la cara “tavola” apparecchiataci in televisione ci offre come prelibatezza nonché portata principale, il tanto “caro” Festival della canzone italiana. Trovandoci ormai nell’era del “tubo”, ovvero dell’internet vitale, è facile sincronizzare i programmi e i cibi televisivi con quelli offerti dalla rete, attraverso per esempio youtube (solo per citarne uno). Proprio grazie alla rete, mi son imbattuto in un brano presentato al festival di Sanremo (chiedo venia per i termini che possono far pensare a qualcosa riguardante la musica, ma per velocità descrittiva userò questi), ovvero quello dell’allegra brigata Pupo – Emanuele Filiberto – Luca Canonici, dal titolo “Italia amore mio”. A prescindere dall’aspetto musicale, che preferisco non commentare, il tutto sembra apparecchiato in modo squallido. Per testo, interpretazione e movenze, il brano dovrebbe esser un inno alle virtù di questo paese, facendoci sentire nuovamente orgogliosi di esser italiani. Ma che strano, sarà che ho studiato male e approssimativamente la storia, ma sembra una pubblicità adatta agli anni 20’.
Mi viene in mente poi un'altra questione. Qualche giorno fa, i quotidiani diciamo più “gossippari” parlavano del “caso Morgan”. Non per farla troppo lunga, l’argomento in questione trattava l’esclusione di Morgan da Sanremo in seguito ad alcune sue dichiarazioni riguardo all’uso di droghe. E’ stato escluso perché “drogandosi” non è un buon esempio da mandare in tv. Noi facciamo parte di un paese giusto, non possiamo permettere ciò. Noi che facciamo parte di un paese che vuole dare l’esempio ai suoi cittadini attraverso la tv, che poi spesso venga più facile il controllo dell’esempio, non possiamo permettere ciò.. Noi
che siamo un paese che tiene alla morale e all’etica non possiamo permetterlo. Chissà perché ma tra un uomo che confessa di far uso di droghe, ed una “vagonata” di luoghi comuni cantati in tv, mi sembra più immorale la seconda. Questa non vuol esser una difesa di Morgan, ma semplicemente mostrare come amiamo fluttuare nelle contraddizioni. Una domanda un po’ banale vien da farsi, ma secondo quali criteri vengono scelte le canzoni del festival di Sanremo? Chissà quali sensibili e incomprese menti musicali si celino dietro a codeste scelte. Meglio non indagare forse, altrimenti ancora una volta rischieremmo di scoprire che dietro la maschera vi è un boia. Non sarebbe altro che una vecchia storia che si ripete, e che fa dell’arte comunicativa una vittima appetibile.
Meglio non analizzare ulteriormente il video in questione, è talmente palese, che sentirei di offendere ed umiliare tutti quegli italiani (per dirla alla Sanremo), ma più semplicemente tutte quelle persone che un po’ un nodo in gola se lo son sentite stringere nel vedere tale scempio.
Lasciatemi infine una facile chiusura, ma fa strano sentir cantare “Italia amore mio” ad Emanuele Filiberto di Savoia.
Chissà che da domani alla pizza, alla mafia e al mandolino non si accosti anche tale parodia a farci sentire sempre più orgogliosi di esser a bordo di questa barca che cercan in tutti i modi di portare alla deriva.

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