
Il Giuramento della Plebe sul Monte Sacro è stato al centro del Terzo Seminario di Studi sulla Tradizione Repubblicana Romana, organizzato dal Comune di Roma e dall’Università La Sapienza. Questa mattina, si è svolta la sessione conclusiva della manifestazione con un convegno sul giuramento di Simòn Bolivar al Monte Sacro. Il tutto si è svolto grazie alla collaborazione dell’Ambasciata della Repubblica Bolivariana di Roma e la Società Bolivariana di Roma. Non tutti conoscono questo particolare della storia romana, molto importante, quello riguardante il giuramente della Plebe sul Monte Sacro. La Plebe romana nel 494 a.C. stanca per l’inumano e crudele sistema giudiziario che li sottometteva nel lavoro e nelle libertà ai Patrizi, coloro che dominavano e che si approfittavano dei più deboli, fuggirono sul Monte Sacro, da dove fecero ritorno solo l’anno seguente grazie all’intercessione di Menenio Agrippa, in cambio della creazione di una magistratura che potesse difendere i diritti e le libertà dei più deboli rispetto ai ricchi, ovvero il Tribuno della Plebe. Nel 1805, molti secoli dopo, Simòn Bolivar, detto il Liberatore, andò a Roma per giurare fedeltà al popolo, per combattere le ingiustizie e le disiguaglianze che esistevano tra la Spagna e le sue colonie nel Sud America, che di li a poco grazie al suo impegno e devozione sarebbero diventate indipendenti. Alla presenza dell’Ambasciatore Venezuelano in Italia Luis Josè Berroteràn Acosta, il professore Emilio Sposito Contreras dell’Universidad Central de Venezuela ha ricordato come per Simòn Bolivar fosse importante la costituzione dei Romani e come fosse utile studiarla e prenderla come esempio. “ Per Bolivar il Diritto Romano dovrebbe essere alla base della legislazione universale e tutti dovrebbero studiarlo”, spiega il professore Sposito, aggiungendo poi cosa ha significato per il patriota e liberatore il giuramento della plebe, ” l’influenza romana in Bolivar non si limita solo alle parole, ma si estende ai fatti concreti: la creazione di repubbliche invece di regni, l’applicazione all’interno di tali repubbliche della censura, il tribunato o la dittattura in senso repubblicano e molte altre”. Professori provenienti da molte università d’Italia e dal mondo in questa tre giorni hanno ricordato l’importanza dell’uguaglianza davanti alla legge e di come fosse innovativa la legge al tempo dei Romani. Dopo quasi duemila anni dal giuramento della plebe sul Monte Sacro e dopo quasi trecento anni da quello di Bolivar, quanto sono cambiate effettivamente le cose?
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