Millicent Gaika è solo l’ultima testimonianza della violenza sulle donne che si perpetua in molte parti del mondo. A lei è andata paradossalmente bene: è stata legata, strangolata, torturata e stuprata per ore ma è sopravvissuta. Non sempre si esce vive dalla diffusa pratica dello stupro correttivo, molto “di moda” nel Sud Africa, dove già l’aspettativa di vita di una donna è al limite dell’ immaginabile.
Lo stupro correttivo consiste praticamente nel violentare una donna lesbica con lo scopo di farla guarire. Una sorta di cura dunque, per tutte quelle persone che hanno un orientamento sessuale diverso da quello etero. La donna ha dichiarato al giudice che mentre l’uomo la stava violentando, continuava a ripeterle: “So che sei lesbica, non sei un uomo, pensi di esserlo, ma ora ti faccio vedere che sei una donna”. Andile Ngoza ora è a piede libero, grazie ad una cauzione pari a 10 dollari. Vale così tanto la vita di una donna?
La causa di Millicent è seguita dalla Luleki Sizwe, un’associazione volontaria che si occupa dei diritti di LGBT di Città del Capo. La sua terribile esperienza sta facendo il giro del mondo anche grazie ad alcuni coraggiosi attivisti che rischiano la loro vita per far sì che casi come il suo non si ripetano nuovamente. Il loro appello al Ministro della giustizia è esploso fino a raggiungere le 130.000 firme, costringendolo a difendersi in tv. Ma il ministro non ha ancora risposto alla loro richiesta di azione.
Questa è una catastrofe umana colossale. Il Sud Africa è la capitale dello stupro nel mondo. Una ragazza che nasce in Sud Africa oggi ha più possibilità di essere stuprata che d'imparare a leggere.
Luleki Sizwe e gli alleati di Change.org hanno aperto una finestra di speranza in questa battaglia. Se tutto il mondo decidesse d'intervenire ora, potremmo ottenere giustizia per Millicent e un'azione nazionale per mettere fine allo "stupro correttivo", è fondamentale quindi che tutti firmino la petizione:
https://secure.avaaz.org/it/stop_corrective_rape/?vl
Chiara Milano
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