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LISTE “SPORCHE”/ Il Pd e la carica dei 111 impresentabili. E spunta un patteggiamento per pedofilia.

 

Dopo le numerose sollecitazioni degli organi di stampa non allineati, Pierluigi Bersani - durante la trasmissione “Otto e Mezzo” - ha sostenuto che non ci saranno candidati impresentabili tra quelli che correranno per Camera e Senato a febbraio. Sarà davvero così? Gli elettori del Pd ci sperano, ma il rischio di mettere dentro qualche impresentabile è molto alto. Anche perchè sono 111 i possibili candidati che hanno problemi con la giustizia e che andrebbero piuttosto cacciati dal partito. I casi più gravi in Campania. Dove spunta anche un patteggiamento per pedofilia.



di Viviana Pizzi Lo ha fatto probabilmente per riacquistare quei consensi che ultimamente sta iniziando a perdere sia dopo la nascita di “Rivoluzione Civile” sia dopo la decisione di Monti di scendere in campo che sta togliendo terreno sotto ai piedi a Pierluigi Bersani. Peccato che, noi lo abbiamo già detto nei giorni scorsi, gli impresentabili sono stati candidati alle primarie. E due di loro sono stati scelti addirittura per la commissione garanti del Piemonte. La stessa che dovrebbe “garantire” la non candidabilità di altri indagati e condannati.
Il problema adesso sta venendo in superficie ma già dal 2011 il periodico Panorama si è occupato della tematica. Mettendo in risalto che il Pd non è esente dal problema dei candidati e degli amministratori condannati. Noi abbiamo ripreso l’elenco naturalmente aggiornandolo con gli ultimi dati riferiti alle cronache recenti. E, regione per regione, abbiamo visto tutti i procedimenti penali in cui sono coinvolti deputati, senatori e amministratori locali iscritti al Partito Democratico dal 2009 (data in cui Bersani è diventato segretario) fino ad oggi. Il quadro, come vedremo è tutt’altro che incoraggiante.

PIEMONTE: 10 IMPRESENTABILI
Partiamo dalla Regione più a Nord, quella coinvolta nello scandalo dei due garanti delle primarie condannati. Il primo, Giancarlo Quagliotti, per aver partecipato allo scandalo delle tangenti Fiat nel 1993. Caterina Romeo invece è stata condannata in primo grado a quattordici mesi per violazione della legge  elettorale. La donna aveva falsificato una dozzina di firme per la presentazione di Fassino a sindaco di Torino. Ma c’è di più. Abbiamo Bartolomeo Valentino, ex assessore comunale di Collegno,  che ha patteggiato due anni e otto mesi per concussione, Antonio Tenace, assessore provinciale di Novara il quale ha patteggiato due mesi e venti giorni per violazione del segreto d’ufficio. Poi c’è il rinvio a giudizio di Michele Cressano consigliere comunale di Vercelli per falso ideologico e abuso d’ufficio. Giusi la Ganga, candidata alle ultime comunali di Torino ha patteggiato venti mesi di reclusione e multa per 500 mila euro per finanziamento illecito ai partiti. Giuseppe Catizone, sindaco di Nichelino è indagato per abuso edilizio e Andrea Oddone sindaco di Ovada è stato rinviato a giudizio per omicidio colposo. Non è finita perché in ultimo c’è anche Franco De Amicis ex segretario della bassa Canavese indagato per bancarotta fraudolenta.

LIGURIA: 8 IMPRESENTABILI
Dai monti al mare la situazione del Pd migliora leggermente. L’ex consigliere regionale Franco Ponzato è stato arrestato per corruzione, Franco Bonanini presidente del Parco delle Cinque Terre e parlamentare europeo per truffa e associazione per delinquere. Non è tutto perché in manette è finito anche Roberto Drocchi funzionario ed ex sindaco di Savona per truffa continuata e falso in atti pubblici. Tra gli indagati il consigliere regionale Vito Vattuone per associazione a delinquere, corruzione e altri reati, l’assessore regionale all’agricoltura per associazione a delinquere, corruzione e altri reati. Poi anche qui c’è chi ha patteggiato la pena. Si tratta di Massimo Casagrande ex consigliere comunale di Genova che deve scontare un anno e sei mesi per corruzione, Claudio Fedrazzoni ex consigliere comunale di Genova un anno e sei mesi per turbativa d’asta e Stefano Francesca ex portavoce del sindaco del capoluogo ligure un anno e 4 mesi per corruzione.

LOMBARDIA: 3 IMPRESENTABILI
Anche se la regione è più grande il numero di persone del Pd che hanno avuto accesso alle stanze del potere è minore. Per questo soltanto due piddini risultano ufficialmente tra gli impresentabili. Si tratta di Filippo Penati ex presidente della provincia di Milano indagato per corruzione, concussione e finanziamento illecito ai partiti, Bruna Brembilla ex assessore della Giunta Penati con un fascicolo archiviato su un’indagine della Dda per mafia e Tiziano Butturini ex sindaco di Trezzano sul Naviglio arrestato e  giunto al patteggiamento di due anni e 5 mesi per corruzione.

VALLE D’AOSTA E TRIVENETO: PULITI COME LA NEVE
Nelle ultime quattro regioni del Nord non risulta nessun indagato appartenente al Partito Democratico. Ma non è la stessa cosa nelle regioni cosiddette rosse come andremo immediatamente a vedere nel nostro viaggio che da Nord si sposta al centro.

EMILIA ROMAGNA: 8 IMPRESENTABILI
In Emilia Romagna, la regione di provenienza di Pierluigi Bersani, la situazione è una delle peggiori in Italia. Sono nove infatti le persone impresentabili che hanno fatto parte o lo fanno ancora delle pubbliche amministrazioni. Nessun arresto ma un patteggiamento e otto indagati. Flavio Del Bono, ex sindaco di Bologna, ha patteggiato un anno e sette mesi di reclusione per truffa aggravata, peculato e intralcio alla giustizia. Risulta ancora indagato per due di questi reati. Lo sono anche Luigi Ralenti sindaco di Serramazzoni (Modena) per corruzione e turbativa d’asta, Alberto Caldana ex assessore provinciale di Modena per peculato, Alberto Ravaioli ex sindaco di Rimini per abuso d’ufficio, Aldo Preda ex senatore Cinzia Girardelli membro del coordinamento provinciale di Ravenna, Cesare Marucci ex consigliere comunale di Ravenna tutti per falso in bilancio. Il caso più grave riguarda l’attivista Nerio Marchesini indagato per trasferimento di denaro di una ‘ndrina calabrese.

TOSCANA DA RECORD: 16 IMPRESENTABILI
E’ la regione di Matteo Renzi, il sindaco di Firenze che ha sfidato ufficialmente Pierluigi Bersani. Nelle file del Pd qui c’è il numero record di persone che non dovrebbero essere, almeno moralmente, candidate. Tre rinvii a giudizio e dodici indagati: sono questi i numeri choc di una Toscana che invece appare sempre poco sulle pagine dei tabloid nazionali. Andiamo subito al dunque.
Tra i tre rinviati a giudizio c’è Alberto Formigli ex capogruppo in comune a Firenze per associazione a delinquere, corruzione e altri reati, Salvatore Scino vicepresidente del consiglio comunale di Firenze per falso ideologico e Fabrizio Neri, ex sindaco di Massa Carrara per abuso d’ufficio. Arriviamo ora alla sfilza di indagati: Andrea Vignini ex sindaco di Cortona abuso d’ufficio, Graziano Cioni ex assessore di Firenze per corruzione e violenza privata, Gianluca Parrini consigliere regionale per abuso d’ufficio, Gianpiero Luchi ex sindaco di Barberino del Mugello per abuso d’ufficio, Alberto Lotti, ex vicesindaco dello stesso comune per corruzione e abuso d’ufficio, Paolo Cocchi ex assessore regionale per abuso d’ufficuo, Daniele Giovannini ex assessore comunale di Barberino del Mugello per abuso d’ufficio, Giovanni Guerrisi, consigliere comunale dello stesso comunale per falso ideologico. Ci sono anche Marzio Flavio Morini sindaco di Scansano (Grosseto) per corruzione, Fabrizio Agnorelli sindaco di Piancastagnaio (Siena) per truffa aggravata e falso, e Antonella Chiavacci ex sindaco di Monterpertoli (Firenze) per omissione di controllo. Per finire Andrea Rigoni parlamentare Pd a Massa Carrara condannato in primo grado per abuso edilizio.

UMBRIA: 7 IMPRESENTABILI
Nel polmone verde dell’Italia sette persone iscritte al Pd non dovrebbero essere più candidate. Si tratta del rinviato a giudizio ex sindaco di Terni ed ex deputato europeo per disastro ambientale e truffa. E degli indagati Eros Brega, presidente del consiglio regionale per peculato e concussione, Maria Rita Lorenzetti ex presidente della Regione e Maurizio Rosi ex assessore regionale alla sanità per abuso d’ufficio e di Luca Barberini consigliere regionale, Nando Misnetti sindaco di Foligno e Sandra Santoni ex capo di gabinetto per peculato.

MARCHE: TRA GLI IMPRESENTABILI SOLO L’EX SINDACO DI ANCONA
Il consiglio regionale delle Marche insieme a quello del Trentino risulta essere tra i più puliti d’Italia. Non fa eccezione nemmeno il Pd che tra i suoi iscritti ha un solo impresentabile. Si tratta di Fabio Sturani ex sindaco di Ancona che ha patteggiato un anno e nove mesi più cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per concussione.

LAZIO: IL SENATORE LUSI TRA I 7 IMPRESENTABILI
Anche qui l’elenco è in continuo aggiornamento. Tra gli impresentabili figura il pesce grosso Luigi Lusi eletto al Senato col Pd anche se è stato arrestato per appropriazione indebita per quello che aveva messo in atto come tesoriere della Margherita.
Resta il fatto che quando è finito in manette risultava essere un senatore Piddino. Poi c’è lo scandalo al Comune di Pomezia nel quale sono finiti in manette i consigliere Fabio Mirimich per corruzione e Renzo Antonini per concussione. C’è poi Francesco Paolo Posa ex sindaco di Frascati rinviato a giudizio per truffa, falso e indebita percezione di erogazioni pubbliche, Valdo Napoli, ex assessore all’ambiente di Montefiascone rinviato a giudizio per corruzione. Tra gli indagati Guido Milana eurodeputato ed ex presidente del consiglio regionale per truffa, falso e indebita percezione e Ruggero Ruggeri consigliere provinciale di Roma indagato per gli stessi reati.

ABRUZZO: QUI 8 IMPRESENTABILI
Nella regione del terremoto dell’Aquila c’è il deputato Pd Giovanni Lolli rinviato a giudizio per favoreggiamento che si salva in calcio d’angolo solo per la prescrizione del reato. Seguono poi gli imputati Ottaviano Del Turco (dimessosi dalla dirigenza nazionale del Pd) ed ex presidente della Regione, Antonio Boschetti ex assessore regionale alle attività produttive, Bernardo Mazzocca ex assessore regionale alla sanità e Camillo Cesarone ex capogruppo alla Regione imputati per associazione per delinquere, concussione, corruzione e altri reati. Il processo sulla malasanità in Abruzzo non è ancora terminato nonostante dagli arresti sono passati ormai quattro anni e mezzo. Poi c’è Luciano D’Alfonso ex sindaco di Pescare che ha patteggiato 4 mesi per abuso d’ufficio. Indagato poi il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente per rifiuto in atti d’ufficio e Fabio Ranieri consigliere comunale della stessa giunta per truffa.

MOLISE: NESSUN IMPRESENTABILE
Come per le altre regioni montane dell’Italia anche in Molise il Pd sembra aver scelto bene perché non c’è nessun indagato tra le sue fila. Le amministrazioni rosse qui sono divenute un miraggio visto che nei maggiori comuni, nelle province e alla Regione regna incontrastato il dominio del centrodestra. Ma nemmeno nel passato i sindaci Pd hanno commesso nessun illecito.

CAMPANIA MEDAGLIA D’ARGENTO: 13 IMPRESENTABILI
Qui non solo c’è un numero alto di indagati ma anche i reati contestati sono molto gravi. Si parte dall’ex presidente della Giunta Regionale Antonio Bassolino imputato e indagato per epidemia colposa, omissione di atti d’ufficio, truffa aggravata ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture e peculato. Risponde di epidemia colposa e omissione di atti d’ufficio anche l’indagata Rosa Russo Iervolino, ex ministro ed ex sindaco di Napoli. Arrestato e rinviato a giudizio anche l’ex presidente della provincia di Benevento Aniello Cimitile per il reato di falso. Per truffa è invece finito in  manette e sotto inchiesta Fabio Solano dirigente Pd a Benevento. Ha patteggiato invece quattro anni e 3 mesi per pedofilia il consigliere ed ex assessore regionale Corrado Gabriele. Rinviati a giudizio Carlo Nastelli, Nino Longobari e Antonio Cinque ex consiglieri comunali di Castellammare di Stabia per truffa ai danni dello Stato e concorso in falso. Risponde di abuso d’ufficio perché imputato e indagato per concussione, associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed al falso anche l’ex senatore e sindaco di Salerno Vincenzo De Luca. Tra gli indagato anche Andrea Lettieri ex sindaco di Gricignano D’Aversa per concorso esterno in associazione mafiosa, Enrico Fabozzi sindaco di Villa Literno per lo stesso reato e Giuseppe Russo consigliere regionale insieme a Carlo Nastelli ex consigliere comunale di Castellammare per tentata estorsione.

PUGLIA: SETTE IMPRESENTABILI
Si parte dall’indagato Domenico Gatti sindaco di Modugno indagato per falso ideologico. Il senatore Alberto Tedesco risulta invece indagato per  associazione per delinquere, corruzione, concussione, turbativa d’asta, abuso d’ufficio e falso. Michele Mazzarano ex segretario organizzativo del partito è indagato per finanziamento illecito ai partiti. Flavio Fasano ex sindaco di Gallipoli ed ex assessore ai lavori pubblici ha patteggiato due anni per falso ed è stato rinviato a giudizio per turbativa d’asta. Sandro Frisullo ex vicepresidente della Regione è stato arrestato e indagato per associazione a delinquere e turbativa d’asta.  Antonio De Caro capogruppo in consiglio regionale  è indagato per tentato abuso d’ufficio mentre l’ex presidente del consiglio comunale di Triggiano lo è per concussione.

BASILICATA: 4 IMPRESENTABILI
Due gli imputati: si tratta di Prospero De Franchi ex presidente del consiglio regionale che risponde di falso e truffa e Pasquale Robortella consigliere regionale e sindaco di San Martino d’Agri rinviato a giudizio per truffa ai danni dell’Ue. Franco Stella, presidente della Provincia di Matera è indagato per abuso d’ufficio mentre Nicola Montesano, consigliere comunale di Policoro è indagato per falso e turbativa d’asta.

CALABRIA: SETTE IMPRESENTABILI
Prima di tutti c’è Nicodemo Oliviero, candidato alle primarie del Pd, imputato per bancarotta fraudolenta. Poi Agazio Loiero ex governatore regionale indagato per associazione a delinquere, falso e abuso d’ufficio e anche imputato per quest’ultimo reato. Stessa posizione processuale per Nicola Adamo ex vicepresidente della giunta regionale. Pietro Ruffolo assessore comunale di Cosenza è stato indagato per associazione per delinquere finalizzata alla truffa e al riciclaggio arrestato invece per detenzione abusiva di armi. Giuseppe Mercurio, ex capogruppo al Comune di Crotone ha patteggiato quattro anni per voto di scambio, Statis Tsuropolis imprenditore iscritto al partito ed ex consigliere del sindaco di Venezia un anno e nove mesi per corruzione, infime Tullo Cambruzzi tesserato Pd e manager pubblico ha patteggiato due anni per corruzione.

SICILIA: 9 IMPRESENTABILI
Innanzitutto vanno ricordati Francantonio Genovese, Vladimiro Crisafulli e Antonio Papania. Chi sono? Non sono altro che i tre indagati appena votati dagli appartenenti al Pd per la corsa alla Camera e al Senato di febbraio. Genovese deve rispondere di abuso d’ufficio, Crisafulli di falso in bilancio e rinviato a giudizio per abuso d’ufficio e Papania per lo stesso reato ha patteggiato la pena a un anno e quattro mesi di reclusione. Ci sono però anche Gaspare Vitrano ex deputato regionale arrestato per concussione. Elio Galvagno e Salvatore Termine, ex deputati regionali, risultano indagati per  falso in bilancio. E poi ci sono i funzionari Vittorio Gambino e Giuseppe Palermo che hanno patteggiato pene per falso in atto pubblico.

SARDEGNA: 3 IMPRESENTABILI
Il nostro viaggio si conclude con gli impresentabili della Sardegna che risultano essere tre. Renato Soru ex presidente della Regione è indagato per aggiotaggio e assolto in primo grado per abuso d’ufficio e turbativa d’asta. Graziano Milla, presidente della Provincia di Cagliari ha patteggiato un anno e 4 mesi per abuso d’ufficio e Roberto Deriu, ex presidente della provincia di Nuoro risulta indagato per lo stesso reato.

IL DATO FINALE
Si tratta di 111 persone che hanno avuto o hanno a che fare con la giustizia italiana. Un numero elevato se si considera che arriva da uno dei partiti (il Pd) che si è sempre definito pulito. Un partito che per rilanciare la sua immagine ha chiesto a Piero Grasso e Rosaria Capacchione di entrare nelle liste per le elezioni politiche di quest’anno.
Certo questi non sono tutti candidati ma non crediamo che Bersani non conosca questi numeri. E se li sa fa di tutto per nasconderli. Il nostro dato non conta tra l’altro le inchieste sulle spese nei gruppi regionali. Dove gli atti sono ancora nelle mani delle procure. Con quei nomi il numero aumenterà di certo.

 

Commenti

  1. QUESTO ARTICOLO E' UNA BUFOLA!!!!! CONTROLLATE LE NOTIZIE PRIMA DI COPIA-INCOLLARLE...RISCHIATE UNA GRANDE DENUNCIA!! ECCO LE LISTE DOVE SONO BASSOLINO E IERVOLINO? http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/09/elezioni-2013-liste-complete-pd-alla-camera/464830/

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  2. Potrebbe essere una Bufola come dici tu, ma almeno abbi il coraggio di firmarti! Grazie

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  3. sei sicuro di ste notizie. se è si inviale a bersani. se no lascia perdere.

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